La vera guerra alla mafia la fanno i giovani.


di Ettore Minniti

Ho assistito per tanti anni all’ingresso nel Porto di Palermo della nave della Legalità, con il suo carico di giovani studenti provenienti da tutta Italia. Il 23 maggio è ormai una data simbolo nella lotta contro tutte le mafie. È dal 2002, in occasione del decennale della strage di Capaci, che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, si rivolge alle scuole di tutta Italia per realizzare insieme iniziative di educazione alla legalità che hanno il loro momento conclusivo proprio nell’anniversario del 23 maggio. Nel ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Due eroi, nella memoria di tutti. Due esempi, nel messaggio che la scuola vuole custodire e trasmettere ai cittadini di domani.
E sono sempre di più gli studenti e i docenti che rispondono all’appello per la legalità, grazie anche alla collaborazione delle forze dell’ordine, di enti e di associazioni, che hanno condiviso questo impegno. Ogni anno, per la ricorrenza di Capaci, viene anche promosso un concorso. Al concorso è legato il viaggio della “Nave della legalità”, da Civitavecchia a Palermo. Un viaggio che punta a lasciare una traccia nella vita dei ragazzi che vi partecipano.
Purtroppo, l’emergenza sanitaria ha interrotto questa iniziativa. Peccato, speriamo che essa possa riprendere al più presto.
Vederli poi sfilare per le vie della città, con il loro cappellini colorati, le magliette con la scritta “la mafia fa schifo”, non ha prezzo.
Il volto pulito della nostra società che si contrappone alle noiosissime parole delle autorità nel ricordare l’eroe tragicamente ammazzato per mano mafiosa, perché le rappresentazioni dei narratori, declamatori di filippiche senza senso, rappresentassero menzogne, mezze verità, falsità, bugie, sdegno, inganno.
Da una parte i giovani studenti, la vera anima della lotta alla mafia, dall’altra parte tanti soggetti istituzionali, alcuni degni di attenzione e meritevoli, altri che li vedi che recitano una parte teatrale e tra costoro anche qualcuno non ha mai amato Giovanni falcone, anzi lo ha anche avversato. Gli oratori, saliti sullo scranno del sapere che tessono elogi a Falcone e tentano di autoassolversi dagli eccessivi attacchi e insinuazioni che anni prima gli avevano rivolto, in privato e in pubblico screditando il suo agire.
Riaffiorano alla mia mente, con un pugno nello stomaco, le parole che gli rivolse l’amico Paolo Borsellino:
“Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: “ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello…quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del polo con un fiammifero…ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”.
Quel ricordo di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli uomini e delle donne delle scorte, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, rimane indelebile.
I giovani hanno cambiato il corso della storia, tant’è che Giovanni ha potuto realizzare il suo sogno di ‘sconfiggere la mafia applicando la legge’ e Paolo ha raggiunto il suo scopo perché prima di morire aveva incontrato tanti giovani parlando loro di mafia.
Un plauso, oggi, va fatto alla comunità di Corleone. Un collegamento online alla presenza del Consiglio comunale dei ragazzi dal laboratorio della legalità con la “Fondazione Caponnetto” da Suvignano. Un collegamento online tra il C.I.D.M.A. (Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia) di Corleone e l’Istituto Comprensivo “Puccini” di Parma. Un corteo delle scuole con la “Sciarpa della Pace” verso la piazza “Falcone e Borsellino”. Esibizioni musicali delle scuole e delle associazioni alla presenza delle istituzioni civili e militari: sono queste le iniziative all’interno della manifestazione “23 maggio 2022. Corleone 30 anni dopo”, promossa dall’Amministrazione comunale di Corleone, insieme al C.I.D.M.A. di Corleone e alla “Fondazione Falcone”, per il trentennale della strage di Capaci. “La mafia si combatte con la cultura – dichiarano il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi e l’assessore alla Legalità Giusy Dragna – educando alla legalità, soprattutto le nuove generazioni che rappresentano il futuro della nostra società. Educare alla legalità significa elaborare e diffondere un’autentica cultura dei valori civili, ricordando sempre coloro che per tali valori sono caduti per mano mafiosa”.
Giovanni e Paolo sorridenti ci guardano dal cielo!