La Turchia torna a mediare per l’esportazione del grano ucraino


 

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, volerà in visita nella capitale ucraina Kiev il prossimo 25 agosto per poi fare probabilmente rotta su Mosca

di Giuseppe Didonna

AGI – Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, volerà in visita nella capitale ucraina Kiev il prossimo 25 agosto per poi fare probabilmente rotta su Mosca. “Nei prossimi giorni metteremo in campo tutti gli sforzi possibili sia per riattivare il corridoio del grano in modo da soddisfare le aspettative di tutte le parti, sia per far rifiorire le speranze di pace”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella tarda serata di lunedì, annunciando la missione di Fidan a Mosca.

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E in attesa di partire il neo ministro degli esteri turco ha incontrato lunedì nella capitale Ankara l’ambasciatore russo Aleksei Erkhov. La doppia missione di Fidan rappresenta un ulteriore tentativo da parte della Turchia di far ripartire l’intesa tra Russia e Ucraina che lo scorso anno ha consentito il passaggio di circa 36 milioni di tonnellate di grano e prodotti alimentari ucraini attraverso il Mar Nero. Un intesa sul cui mancato rinnovo si è rivelata decisivo il no della Russia, che ha posto fine all’accordo lo scorso 17 luglio. Una posizione netta che ha spinto l’Ucraina a cercare alternative e nuove opzioni per rivitalizzare l’esportazione dei propri prodotti alimentari.

Perché Mosca ha abbandonato l’intesa

Mosca lamenta il mancato rispetto dell’intesa, siglata a Istanbul il 22 luglio 2022 e che prevedeva anche il passaggio di prodotti e fertilizzanti russi. Una circostanza mai verificatasi a causa delle sanzioni che hanno colpito prodotti e banche russe.

Per Hakan Fidan, nominato ministro degli Esteri a inizio giugno, si tratta della prima visita in Ucraina e di un’occasione per fare il punto sul conflitto e su un piano che porti alla cessazione delle ostilità. Un obiettivo cui la Turchia ha sempre lavorato dall’inizio della guerra, ma su cui ora incombono le crescenti tensioni nel Mar Nero. Kiev è infatti decisa a cercare rotte alternative che passino attraverso il Mar Nero, mentre la marina militare russa ha intensificato controlli e manovre di avvertimento.

Kiev vuole corridoi alternativi

Le operazioni e le minacce di Mosca pendono sul piano di Kiev di aprire corridoi alternativi nel Mar Nero. L’Ucraina aveva infatti annunciato di aver stabilito rotte sicure per le navi nei porti di Odessa, Pivdennyi e Chernomorsk, attraverso le acque di Romania e Bulgaria.

Un segnale positivo, ma su cui Ankara non punta troppo, considerato l’aumento dei prezzi di assicurazione di carichi e nonostante la scorsa settimana una nave cargo battente bandiera di Hong Kong è riuscita ad arrivare nel Bosforo in sicurezza dopo essere salpata da Odessa, dove era bloccata dalla vigilia della guerra.

Ankara cerca una nuova intesa tra le due parti in guerra, per evitare tensioni che rischiano di mettere a ferro e fuoco il Mar Nero. Solo pochi giorni prima una nave da guerra russa aveva sparato colpi di avvertimento verso una nave cargo battente bandiera filippina, ma di proprietà di una società turca.

Un episodio che suona come un avvertimento da parte di Mosca cui Ankara ha reagito con un appello a Mosca a evitare episodi che possono far aumentare la tensione nel Mar Nero. Appello che non è servito, considerando l’episodio poi verificatosi lo scorso 13 agosto, quando militari russi hanno fermato e sono saliti a bordo della nave turca Sukru Ozan, in navigazione nelle acque del Mar Nero. Un episodio senza conseguenze, che ha però suscitato polemiche in Turchia, con l’opinione pubblica che ha accusato il governo Erdogan di non aver alzato la voce.

Lo (stretto) passaggio per il Danubio

La seconda alternativa per Kiev è rappresentata dal passaggio dei carichi attraverso il Danubio. Una ipotesi su cui spingono gli Stati Uniti, che però non permetterebbe il passaggio di grandi quantità di derrate e per questo non ha suscitato entusiasmo ad Ankara. Washington, in base a quanto riporta il Wall Street Journal, ha un piano per far passare 4 milioni di tonnellate di grano entro novembre, attraverso il Danubio fino ai porti rumeni.

A partire da gennaio l’Ucraina è riuscita a far passare 8.1 milioni di tonnellate di prodotti alimentari attraverso il fiume, nonostante i ripetuti episodi di tensione e attacchi da parte delle truppe russe alle infrastrutture ucraine. Ankara però non è convinta di questa opzione. Il passaggio delle derrate sarebbe infatti molto più lento e ridotto rispetto a quello del Mar Nero, i costi sarebbero destinati ad aumentare così come i prezzi dei generi alimentari.

L’ottimismo di Erdogan

Ankara insomma punta a una nuova intesa tra Kiev e Mosca, difficile ma non impossibile, perchè sul tavolo c’è anche la possibilità che la Turchia organizzi una conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare. L’opzione principale per Ankara rimane quella che prevede il ritorno alla vecchia intesa.

Il presidente Erdogan si è mostrato ottimista e ha dichiarato di attendere il leader russo Vladimir Putin in Turchia, “non appena possibile”. Un incontro era stato annunciato per questo mese e confermato dal Cremlino, tuttavia lo stesso Erdogan ha dichiarato che il faccia a faccia potrebbe avvenire a settembre. In attesa di una data per l’arrivo di Putin in Turchia Kiev però ha fretta, la stagione del raccolto si avvicina e non c’è tempo da perdere.