La tenda blu dell’Italia dove si decide il destino dei profughi


AGI – “Ho sedici anni, sto partendo per l’Italia e sono orgoglioso di mio papà soldato”. Sasha è uno degli ospiti della tenda blu con la scritta ‘Italia’ al confine tra Romania e Ucraina e quando parla del padre è l’unico momento in cui la sua voce trema. Oltre a quella italiana, ce ne sono altre dello stesso colore destinate ai profughi pronti a partire per la Polonia, la Repubblica Ceca e la Germania. Il ragazzo è assieme alla mamma Regina e a due fratellini.

“Fino a ieri – racconta all’AGI – eravamo nella nostra cittadina, Horenka, vicino a Kiev. È stato distrutta completamente dalle bombe. Mio padre ci ha accompagnati alla frontiera e poi è partito verso la capitale. Io ho sedici anni, per raggiungerlo dovrei averne almeno diciotto”.

La famiglia + diretta “vicino a Milano” dove vive l’amica Tania, che parla al telefono fuori dalla tenda e mette a punto gli ultimi dettagli prima della partenza. L’organizzazione della prima accoglienza a Siret sembra funzionare molto bene. Chi arriva viene accolto nelle tende se sceglie una delle destinazioni più popolari. In ogni caso, ci sono postazioni dove è possibile rifoccilarsi, cambiarsi i vestiti, parlare con dei traduttori e perfino far accudire i propri animali. “Molte persone arrivano coi gatti e i cani – spiegano i volontari – e cerchiamo di garantire i loro diritti, oltre che quelli delle persone. Mettiamo a disposizione anche un veterinario”.

Source: agi