Mobilità sostenibile, infrastrutture a misura d’uomo che hanno ricadute significative sul territorio e sull’inclusione sociale come fattori abilitanti della grande trasformazione in atto. Ecco i temi centrali dell’audizione di Fabio Giuliani, amministratore delegato Bosch Italia & Grecia, intervistato da Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia
La trasversalità tecnologica è il punto di partenza per realizzare la transizione ecologica e la trasformazione digitale, fattori propulsivi del rilancio del sistema Italia. Questo il punto di partenza del web talk organizzato da Task Force Italia che ha ospitato Fabio Giuliani, amministratore delegato Bosch Italia & Grecia intervistato da Valerio De Luca. Tra i partecipanti, moderati da Dina Ravera vicepresidente di Task Force Italia, Patrizia Giangualano consigliere di amministrazione di Leonardo, Gruppo Mondadori, Sea Aeroporti e Astm, Gianmarco Montanari, direttore generale dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Eugenio Sidoli, consigliere di amministrazione Società Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna SpA.
STRATEGIE PER LA MOBILITÀ DEL FUTURO
La mobilità del futuro secondo Bosch deve essere personalizzata, al servizio di chi la utilizza e a seconda dell’esigenza specifica, autonoma, per aumentare la sicurezza, connessa per scambiare informazioni tra veicoli ed elettrica con la prospettiva di una mobilità a emissioni zero.
È un’importante sfida, ha ricordato Fabio Giuliani, dal momento che ne siamo ancora distanti, ma è un progetto possibile. Quello di domani, che poi è già oggi, è “un futuro in piena gestazione un punto fondamentale, per garantire la mobilità sostenibile è quello della compresenza di più tecnologie”.
Senza dimenticare le tecnologie tradizionali che hanno una lunga storia caratterizzata da una rincorsa virtuosa che negli ultimi venti trent’anni ha portato il settore a raggiungere risultati notevoli sviluppando un contenuto di mobilità sostenibile elevato, secondo Giuliani.
All’interno del panel di powertrain ad esempio dovranno far parte, oltre all’elettrificazione anche l’idrogeno, le celle a combustibile nelle quali Bosch è molto attivo in ambito di ricerca e parte di questa ricerca è anche destinata ad altri aspetti che sosterranno la mobilità futura come i carburanti sintetici che possono essere un altro tassello del mosaico per garantire una mobilità più avanzata e sostenibile di quella attuale.
LA TRANSIZIONE NELL’UTILIZZO DELLE RISORSE
La gestione della transizione è il concetto-chiave su cui si basa la sfida del Pnrr, improvvisare scelte o farle andare verso un’unica direzione potrebbe essere un errore che il paese pagherà in ambito economico e sociale con ricadute molto pesanti, secondo l’ad di Bosch.
Nel settore tecnologico gestire la transizione significa iniziare da ciò che c’è e nel frattempo sviluppare quel che non è ancora maturo. In Italia abbiamo già, ha ricordato Giuliani, un parco circolante di veicoli tra Euro 0 ed Euro 4 il più vecchio d’Europa, che non ha ancora usufruito della spinta tecnologica verso la sostenibilità.
Un’altra parte della transizione deve essere lo sviluppo di un sistema di infrastruttura di ricarica che è un problema di importanza primaria, entro il 2030 il nostro paese dovrebbe arrivare ad almeno 350.000 punti di ricarica. Per raggiungere questo obiettivo non c’è solo la tecnologia da sviluppare ma anche la semplificazione amministrativa da garantire per realizzare la rete necessaria.
Il motto che accompagna il logo Bosch è “Tecnologia per la vita” e questo rende chiaro quanto l’azienda sia incentrata sul tema della tecnologia che riguarda anche la ricerca e quindi il miglioramento delle condizioni di vita. In tema di ricerca Bosch ha sviluppato storie importanti.
A Bari ha realizzato il più grande centro di ricerca d’Italia, la rivoluzione del motore diesel che è il sistema common rail è nata in questa filiale di ricerca e sviluppo. Si tratta di un centro operativo con circa 330 persone, la maggioranza delle quali sono ingegneri che continuano a cercare soluzioni per la mobilità. A Milano invece, Bosch sta facendo crescere in maniera considerevole la parte di progettazione dei sensori.
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
Per volere del fondatore, Robert Bosch, l’azienda non è quotata e soprattutto il gruppo è gestito per il 94% delle azioni da una Fondazione, come specificato da Fabio Giuliani. Bosch reinveste una parte significativa dei propri utili per attività legate alla società.
In questo senso, l’azienda si impegna a contrastare la disoccupazione giovanile, lanciando diversi progetti come ad esempio “Allenarsi per il futuro”, incontrando ragazzi che studiano tramite personaggi di spicco del mondo dello sport, per raccontare la perseveranza e cercare di motivarli a non mollare, anche nei momenti di difficoltà.
L’azienda si impegna anche con i neet, i ragazzi che non studiano né lavorano, con un programma che intende dare loro una formazione e una possibilità di esercitarla e viverla con un’esperienza in azienda. “Sono argomenti sui quali ci sentiamo molto compromessi, nel senso etimologico e buono del termine, perché vogliamo continuare a tracciare questa storia e dare il nostro contributo”.
Favorire le iniziative per lo sviluppo di una formazione buona dei giovani significa anche favorire l’interazione tra pubblico e privato per colmare la carenza di professionalità che spesso l’Italia registra, specialmente in ambito scientifico.
Infatti, ha ricordato Giuliani, fondare il ruolo e la responsabilità di chi amministra la cosa pubblica unendola al punto di vista di chi gestisce la cosa privata è un acceleratore potentissimo ancora troppo poco sfruttato nel nostro paese.
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
La sostenibilità come missione e ragione di esistere, modo di essere per il futuro nel quale tutti possano riconoscersi: sono questi i valori a cui si è detta vicina Patrizia Giangualano ricordando come la coscienza della sostenibilità oggi esista soprattutto nelle aziende di grandi dimensioni.
Ma non è una sostenibilità parziale, bensì un aspetto che pervade ogni pezzo della catena del valore, sia dal punto di vista della strategia, dei rapporti con gli stakeholder, nella modalità di valutare le proprie performance, la leadership degli individui e anche una buona capacità di advocacy quando si raggiungono dei risultati.
Dall’altro punto di vista abbiamo la tecnologia che si è sviluppata nel tempo, ed è uno strumento che rappresenta un fattore abilitante di sostenibilità. Tecnologia e sostenibilità sono due aspetti strettamente legati, centrali in un’azienda come Leonardo che ha istituito il Comitato Sostenibilità e Innovazione e su cui ha costruito gran parte della sua attività.
La forza che le aziende hanno di mettere in campo le proprie capacità si deve tradurre, secondo Giangualano, in un modello di riferimento. Ma qual è il modello sostenibile europeo di mobilità e formazione delle persone che ci dobbiamo aspettare nel breve e nel lungo periodo?
Un modello di mobilità non basato su un progetto dove le persone sono al centro è sbagliato, la mobilità deve essere il più possibile pubblica e collettiva seguendo le esigenze del cittadino, ha ricordato Fabio Giuliani.
CONOSCENZE ITALIANE E COMPETIZIONE INTERNAZIONALE
In termini geografici, Bosch è in un settore estremamente competitivo e all’avanguardia dal punto di vista di innovazione e digitalizzazione e per questo le multinazionali fanno anche geopolitica. Come vedete la competizione rispetto ai grandi player americani e cinesi, configurazione che si vede sempre di più anche dal punto di vista dell’industria? E le competenze italiane a che punto sono? Queste le domande rivolte da Gianmarco Montanari.
L’Italia è un paese che ha una forte centralità nel mondo e il gruppo Bosch, ha detto Giuliani, “è una storia che ha radici lontane e che per fortuna continua nella direzione di crescita e aumento in competitività”.
Questo è stato da sempre possibile grazie ad alcuni settori importanti, noi non siamo un paese che può competere sul costo del lavoro, ci collochiamo in una terra di mezzo perché abbiamo il costo della manodopera non ai livelli di Germania e Francia, il punto che ci caratterizza è che ci garantisce una crescita sostenibile.
Sono le competenze a permettere questa crescita. Qualsiasi multinazionale investa in Italia trova terreno fertile, in questo le Pmi sono una dorsale molto forte del nostro paese, storie di eccellenza e innovazione.
Questo è un punto importante per contrastare l’aspetto geopolitico che inevitabilmente deve affrontare una corporate di queste dimensioni, ha sottolineato l’ad di Bosch.
La transizione ecologica, la trasformazione digitale, la trasversalità sono tutti aspetti centrali del dibattito pubblico attuale ma anche di quello industriale, ha affermato Eugenio Sidoli. Tutto questo si può realizzare facendo un buon lavoro da capo filiera, con la prospettiva di realizzare progetti così ambiziosi.