La Svizzera dice no allo stop della libertà di circolazione con l'Europa


Gli elettori svizzeri hanno detto “no” alla sospensione degli accordi che garantiscono la libertà di circolazione tra la confederazione e le nazioni dell’Unione Europea. Lo dicono le prime proiezioni dopo la chiusura dei seggi per il referendum chiesto dall’Unione Democratica di Centro (o Schweizerische Volkspartei, Svp), il partito di destra che ha la maggioranza relativa in Parlamento. Secondo le prime proiezioni dell’istituto Gfs-Berna, gli svizzeri hanno respinto a larga maggioranza, il 63%, l’iniziativa della destra populista che avrebbe limitato l’immigrazione dei cittadini dell’Unione Europea ma avrebbe causato l’estromissione della Svizzera dal mercato comune e dall’area Schengen. Il “no” era sostenuto da tutte le altre forze politiche e dalle imprese.

Il Svp aveva impostato la campagna su toni anti-immigrazione memori della consultazione sulla Brexit. “Gli immigrati cambiano la nostra cultura”, si legge nel sito internet messo online dal Svp per la campagna referendaria, “le pubbliche piazze, i treni e le strade diventano meno sicuri. Inoltre, è straniera quasi la metà delle persone che attingono al welfare”.

In nome della libertà di fissare un limite al numero di lavoratori stranieri, il Svp era disposto a uscire dall’area Schengen e perdere i relativi vantaggi economici. Il governo di Berna aveva infatti chiarito che la bocciatura dell’accordo sulla libertà di circolazione avrebbe causato in automatico la decadenza della complessa rete di oltre 120 trattati bilaterali tra Berna e Bruxelles su un vasto numero di materie, dal commercio allo scambio di dati. La Commissione Europea stessa aveva avvertito che, se la richiesta del Svp fosse stata suffragata dal voto popolare, la confederazione sarebbe stata estromessa dal mercato comune. Una prospettiva che aveva messo in allarme le categorie produttive per le possibili conseguenze sull’economia della federazione. 

Il Svp aveva già tentato di limitare la libertà di movimento con un referendum del 2014 che prevedeva la fissazione di quote per l’immigrazione. La proposta era passata con una maggioranza risicata ma era stata fortemente annacquata dal governo, che, suscitando l’ira del partito, aveva consentito l’introduzione di limiti per alcuni settori specifici a livello locale ma senza stabilire nessuna soglia. 

In Svizzera gli stranieri contano per un quarto degli 8,6 milioni di abitanti. Dei 2,1 milioni di residenti stranieri, il 68% è composto da cittadini dell’area Schengen (gli Stati membri dell’Unione Europea piu’ la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein), per lo più italiani, tedeschi e portoghesi. I cittadini elvetici che vivono nel territorio dell’Unione Europea sono invece oltre 450 mila. 

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Fonte: estero agi