AGI – Silvio Berlusconi darà prova di ottimismo davanti ai suoi commensali, i capi dei partiti di centrodestra, invitati a pranzo a Villa Grande venerdì 14 gennaio per il secondo round di ‘preparazione’ in vista della partita per l’elezione del presidente della Repubblica. Il Cavaliere respingerà il pressing di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che pretenderanno garanzie sui numeri, ribadendo che, a suo avviso, il risultato di una sua elezione al Colle è assolutamente raggiungibile.
Ma dirà agli alleati – presenti anche i centristi Luigi Brugnaro (CI), Maurizio Lupi (NcI) e Lorenzo Cesa (Udc) – che non intende sciogliere la riserva durante l’evento. Non si è mai visto qualcuno che si candida al Quirinale: è il ragionamento che si sente fare tra i corridoi della residenza romana del presidente azzurro. Quindi, nessuna ufficializzazione, anche se Berlusconi rimane molto determinato.
Occhi puntati sulla quarta votazione, quando basterà la maggioranza assoluta dei parlamentari e dei delegati, ovvero 505 voti. Forte del vantaggio numerico del centrodestra, anche se insufficiente sulla carta per una cinquantina di voti, il Cavaliere non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare alla sfida. E non si fa spaventare dal tema dei franchi tiratori nel centrodestra che, stando a un calcolo di Vittorio Sgarbi, andrebbero sostanzialmente a pareggiare i nuovi sostenitori finora acquisiti da altri gruppi e dal Misto.
Secondo fonti del centrodestra, Berlusconi sarebbe convinto di averne dalla sua comunque già tra i 10 e i 12 ‘grandi elettori’. Una partita che rischia in ogni modo di essere al buio per il centrodestra e su cui Salvini e Meloni sono invece determinati a chiedere garanzie. Che si tratti di una sfida difficile lo testimoniano anche le parole di Gianni Letta.
“Il clima che si respirava l’altro giorno quando è stato commemorato David Sassoli in Parlamento era straordinario, di serenità e di armonia, di desiderio da tutte le parti di contribuire a guardare agli interessi del Paese e non alle differenze di parte. Si tratta di una grande lezione, un grande contributo – ha detto lo storico consigliere di Berlusconi, intercettato dai cronisti all’uscita della camera ardente per il presidente dell’Europarlamento -. Se i grandi elettori, parlamentari e non, procedessero all’elezione del presidente della Repubblica David avrebbe un grandissimo merito”.
“Il centrodestra è compatto e convinto nel sostegno a Berlusconi, non si accettano veti ideologici da parte della sinistra“, ha chiarito oggi Salvini, correggendo il tiro dopo l’apertura di mercoledì all’ipotesi di un governo senza Mario Draghi, eventualità che Berlusconi, allo stato contrasta, così come non vede di buon occhio un trasloco del premier al Colle. “Noi restiamo su Berlusconi, ma auspichiamo possa avere numeri e nomi chiari – spiega chi è vicino al segretario leghista -. Giustamente sarà lui a dover dire qualcosa. Puntiamo ad avere risposte concrete, perchè mancano ormai dieci giorni”. Stesso ragionamento viene ripetuto dalle parti di Fratelli d’Italia. “Andiamo al vertice con lo spirito di chi vuole poter operare in lealtà”, scandisce un big di via della Scrofa.
“Noi siamo abituati ad aver certezze prima di un definitivo impegno e le certezze ci sono se Berlusconi si candida ufficialmente, dimostri chanches comprovabili, elementi che diano concreta speranza. Non bastano i sogni ma servono solide certezze. Poi, se si dovesse optare verso altre soluzioni pretendiamo l’impegno a proseguire tutti insieme su nome condiviso”.
Nella giornata odierna Berlusconi ha incassato un nuovo endorsement targato Ppe. “Noi rispettiamo molto il governo italiano. L’Italia è tornata, se così possiamo dire, perchè i dati economici sono buoni. Draghi premier sta facendo un buon lavoro e sta portando l’Italia del futuro in una buona direzione”, ha detto il capogruppo del Ppe all’Europarlamento Manfred Weber. “Berlusconi è ben preparato con la sua conoscenza, la sua esperienza e con le due idee per il futuro in direzione pro europea. Da un punto di vista europeo Berlusconi ha il totale sostegno della sua famiglia del partito Popolare europeo”.
Resta il niet del centrosinistra
“Noi vogliamo dialogare, siamo assolutamente disponibili a dialogare, ma abbiamo già detto che il dialogo deve avvenire su un nome condiviso, di una personalità istituzionale, non di un capo partito. Lo abbiamo detto in modo chiaro, mi sembra una cosa di buonsenso, non una cosa eccezionalmente originale o strana”, ha ribadito il segretario Pd Enrico Letta, che chiede da settimane al centrodestra di togliere il nome di Berlusconi come condizione per sedersi al tavolo. Il fatto che il leader della Lega si sia detto disponibile a restare al governo anche senza Draghi è un segnale positivo? “Trovo che in queste ore ci sia qualche elemento di dialogo positivo, ma siamo solo all’inizio”, ha risposto Letta.
I centristi
Nell’alveo del centrodestra è confermato l’ok ‘condizionato’ dei centristi. “Se il centrodestra avrà una posizione comune, il candidato comune avrà i numeri per provare la corsa al Quirinale anche fosse a maggioranza, il nostro gruppo politico lo appoggerà senza dubbio”, assicura il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (CI). “Se non ci saranno le condizioni, auspichiamo che vi sia un esteso consenso su un candidato che possa culturalmente rappresentarci e che sia realmente un arbitro, mi auguro che tutto questo si faccia in fretta”. Mercoledì “abbiamo riunito i nostri gruppi, con i nostri 32 ‘grandi elettori’, che non sono pochi, e abbiamo una posizione molto responsabile“, aggiunge.
Con i delegati regionali, lo schieramento di centrodestra, contando i tre partiti maggiori (Lega, FdI e Forza Italia) può contare al momento su 129 elettori di Forza Italia (79 Camera e 50 Senato) più 8 delegati regionali; 58 parlamentari FdI (37 Camera e 21 Senato), più 5 delegati regionali; 197 parlamentari Lega (133 Camera e 64 Senato), più 11 delegati regionali, per un totale di 408 grandi elettori. Mancano ancora tre regioni che li eleggeranno tra lunedì e martedì. Coraggio Italia alla Camera conta 25 deputati a cui si aggiungono i 7 senatori di Idea-Cambiamo, per un totale di 32; Noi con l’Italia conta 5 deputati.
Fuori dal centrodestra, pollice verso invece da Alternativa c’è. “Di fronte all’irricevibilità di proposte come Draghi, Berlusconi, Casini, Amato o il bis di Mattarella, insieme ad alcuni colleghi del Gruppo Misto abbiamo deciso di provare a scegliere in maniera condivisa un candidato di alto profilo morale e tecnico per la presidenza della Repubblica. Un candidato che incarni veramente il ruolo di garante della Costituzione e non sia portatore di interessi di parte. Una volta individuato il nome, lo porteremo fino in fondo nella speranza che le altre forze politiche ci seguano. Chi sarà lo scoprirete a tempo debito“, annunciano i parlamentari della formazione.
Source: agi