La storia di Saffo, geniale poetessa e precorritrice dei tempi.


di Patrizia Orofino

Un personaggio discusso, ammirato e storico, ruota attorno alla figura di Saffo. Poetessa e maestra formatrice delle fanciulle di buona famiglia, nasce a Lesbo nel 630 a.C. da una famiglia aristocratica, visse per parecchi anni in esilio in Sicilia a causa dei problemi legati a guerre di dominio e politica. Ritornata in Grecia, si dedicò all’insegnamento, si sposò ed ebbe una figlia. La sua più grande scoperta e passione, fu la poesia; amava scrivere versi ma restò celebre per le poesie erotiche che, determinarono l’uso del termine: saffico, con leggende sulla vita della poetessa che, mutò il volto delle donne e della società greca dell’epoca. Ammirata da poeti ellenici, la sua fama non tardò ad arrivare millenni dopo, quando studiosi e letterati, si dedicarono allo studio dei suoi scritti alla ricerca di documenti più o meno attendibili. Con Saffo, nacque l’amore omosessuale tra donne? Oppure, già esisteva e fu lei a voler trattare il tema, attraverso la poesia? Catapultiamoci oggi, nel terzo millennio dove per certi aspetti, vi è ancora pregiudizio. Che rapporto c’è tra l’amore e la pazzia? Qual’è il filo conduttore che si frappone tra il sentimento e il termine, osare?
Forse la ragione ha un ruolo per riportare la mente ad uno status di lucidità cui necessitiamo per dirci normali, in una società che, da sempre ci vuole tutti uguali nel pieno di regole? Si crede che ciò sia giusto, nei confronti di chi, è giusto?
La passione. Si, la passione che viene messa da parte relegata a preconcetti di cose proibite o da tenere celate dal velo dell’ipocrisia.
Provare piacere riconoscendolo, diventa relativo a tratti imbarazzante e paradossale, siamo stati tutti procreati attraverso il piacere dell’atto sessuale, conseguenza dell’amore, rinchiudere quindi in una scatola il lato passionale di una relazione, significa dar adito a chi ancora oggi pensa che il sesso sia sporco e delimitato solo al concepimento.
Due esseri, l’uomo e la donna si sono sempre trovati di fronte ad un bivio: provare piacere e lasciarsi andare, diventando peccatori, oppure rifiutare l’atto erotico perchè così ci hanno insegnato per raggiungere la santità?
Dilemmi millenari, che hanno relegano le donne all’amore passivo, riconoscendo solo all’uomo un ruolo dominante e padrone assoluto di quel piacere.
La chiave, così come la scelta di amare liberamente, è dentro di noi, nessuno obbliga nessuno a fare ciò che non vuole. Ma può un atto d’amore e di piacere reciproco essere strumento di peccato e di morte, se dallo stesso atto nasce la vita, tra un uomo e una donna?
Quando sentiamo d’amare, amiamo semplicemente perchè la risposta se è bene o male, provare piacere, sta nella gioia che scaturisce l’amore, di appartenere al partner, rispettando i piaceri dell’altro. Li, è la vera libertà, la vera uguaglianza che, salda il rapporto unendo l’amore e la follia, nel sè della ragione, che è vita. Grazie al coraggio di Saffo che, attraverso la beltà poetica scrisse di sentimenti, sensazioni d’amore e passione dei sensi rimaste immortali e che ancora oggi suscitano scalpore.
Una donna che, è rimasta nella storia, ricordata per il suo talento e la sua bellezza. Morì a Leucade nel 570 a. C.