di Patrizia Orofino
Definire Melania La Colla, semplicemente come autrice di opere teatrali, sarebbe riduttivo. Melania La Colla, è un’artista scrittrice di gran cuore, quando ispirata da un tema, comincia a mettere nero su bianco le sue idee per svilupparle a pieno, alla fine crea e dà vita alla sua sceneggiatura. Nel 2000 debutta al Metropolitan di Catania, ma solo nel 2015 che inizia per lei un’avventura unica: i corto e i medio metraggi. L’ultimo, La stagione dei Tulipani tocca un argomento tristemente attuale: la violenza sulle donne. Abbiamo incontrato Melania, per approfondire insieme di cosa tratta il suo medio metraggio.
D: Melania, questo medio metraggio, è il suo quarto lavoro cinematografico. Ci racconti la sua idea di scrivere la sceneggiatura de’ “La stagione dei tulipani”.
R: “La Stagione dei tulipani” è una narrazione potente e commovente, che intreccia le storie di diverse donne, attraverso le generazioni. La sceneggiatura, nata dallo sviluppo di un mio iniziale monologo scritto alcuni anni fa, segue un formato non lineare, alternando i fatti tra passato e presente, per mostrare come le dinamiche di potere, e la violenza domestica, abbiano influenzato la vita delle donne nel corso dei decenni.
Questo l’obiettivo primario che mi ha fatto decidere, dopo alcuni momenti di perplessità iniziali, di affrontare la produzione della storia drammatica di Stella. Storia che però, mi preme sottolineare, oltre alla profonda riflessione, lascia uno spiraglio, affinchè una “piccola luce” di speranza, si mantenga viva.
D: È un tema attuale quello che ha trattato. Secondo lei si parla abbastanza di violenza sulle donne?
R: La questione della violenza di genere è complessa, e le opinioni su quanto se ne parli, possono variare. Alcuni ritengono che l’argomento riceva un’attenzione adeguata, mentre altri pensano che ci sia ancora molto da fare per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere il cambiamento. Io appartengo ai secondi. È importante però, oltre che continuare a discutere, ad agire su questo tema, per supportare le vittime, e lavorare verso la prevenzione della violenza di genere.
D:Quali misure, a suo parere, possono essere adottate per ridurre le situazioni di rischio?
R: Ne ho un elenco, di misure, perché davvero c’è tanto da fare. Iniziando dall’ Educazione e sensibilizzazione, senza dubbio:
Promuovere “Campagne” in tal senso, rivolte agli uomini di ogni età, per combattere gli stereotipi di genere, e promuovere relazioni sane e rispettose. E naturalmente dare supporto alle vittime;
Creare centri di aiuto accessibili, dove le donne possono consultare dei legali oppure aiuti psicologici e supporto nella ricerca di lavoro.
Incoraggiare lo sviluppo di leggi e politiche che proteggano le vittime di violenza domestica, e che prevedano pene severe per gli aggressori.
Formare uomini impegnati a sostenere le donne, a contrastare la violenza domestica, fungendo da modelli positivi.
Intervenire precocemente nelle Scuole e negli Istituti, nell’ educare i giovani uomini (e non solo), al rispetto e all’uguaglianza di genere.
Il ruolo degli uomini, perciò, è cruciale nel prevenire e contrastare la violenza domestica. Possono essere alleati importanti nel supportare le donne, nel condannare la violenza e nel lavorare insieme per creare una società più sicura e rispettosa per tutti.
D: Ha conosciuto donne vittime di abusi?
R: Ho conosciute parecchie donne, sia psicologicamente che fisicamente, vittime di violenza. Stando attenta da molti anni ai temi delle donne, e a quelli sociali , approfitto di questa opportunità, per dichiarare che, nelle storie del film “La Stagione dei tulipani” (di cui sono l’autrice del soggetto, e della sceneggiatura in collaborazione con il regista Francesco Di Blasi), ho evidenziato, anche, la figura assolutamente prevaricatrice (direi delinquenziale), di una donna, in un ruolo decisamente deplorevole, tanto da essere affidata perciò alla Giustizia. Dunque niente discriminazioni sessiste nella storia, ma di attualità certamente, nonchè di ricerca storica sociale e di costume, ambientata dalla seconda metà degli anni ’60, ad oggi.
Ed è dal racconto di quegli anni, osservati con gli occhi del dopo “rivoluzione industriale” degli anni ’70 nel sud Italia – in Sicilia più precisamente, dove si svolge la storia – che si può comprendere meglio il percorso evolutivo sociale femminile, nonché patriarcale (se c’è stato), dei rapporti tra padri, mariti, compagni, datori di lavoro, e la figura femminile, vissuti abbastanza per farmi un’idea precisa, di alcuni aspetti. Donne contattate e invitate a parlarne (è la mia esperienza), dapprima timorose e reticenti, dopo poco però, raccontano di come sono state psicologicamente manipolate in famiglia, dal marito, e in precedenza, dal padre. Soggetti sempre tanto insospettabili, quanto psicologicamente deviati, ben occultati nella società ipocrita e certamente bigotta della metà degli anni ‘50/’60. Questo il problema più evidente, quando si scoprono realtà pregresse, ma, ahimè, in alcuni casi, ancora presenti nelle famiglie.
D: Progetti?
R: La distribuzione nelle scuole e Istituti, in prima battuta. Ma non escludo un lungometraggio, sarebbe la completa realizzazione del ‘’Sogno”. E poi tanti altri, più grandi di me. “E’ l’ultima volta.” . Questa la promessa a me stessa, mai mantenuta. Ma l’amore per il racconto, le storie, l’attenzione alle problematiche sociali, così come il cuore, non si possono mettere in ‘’Pausa’’, a comando. Nell’immediato, una bella sorpresa di cui non posso dire nulla, perché non ancora ufficiale, ma lo sarà a breve. Il film è stato selezionato in alcuni Festival di mediometraggi, in Italia e all’estero, di cui due selezioni a New York. E per questi risultati, voglio ringraziare innanzitutto il regista Francesco Di Blasi, per aver creduto, e ‘’sposato’’ la causa del progetto, così come il direttore della fotografia Giuseppe Di Blasi, il M.° Gabriele Denaro, autore delle splendide musiche, la scenografa De Lacroix, tutto il cast, i figuranti, le comparse, le maestranze, che nominarli tutti è impossibile. E non ultimi, i recenti Partners della Produzione , nelle figure di Gionata Ciappina Presidente di “Insieme si può” Onlus, e di M. Grazia Agati, Promotrice di eventi artistico-culturali. Dulcis in fundo, perché così, è la titolare di “Filorosso Atelier” di Catania, Anna Maria D’Amore, nostro Sponsor Ufficiale, nonché la nostra “lungimirante” Simona Screpis, incaricata della Distribuzione del film nei Festival.