La soluzione del giallo di Macerata potrebbe essere in una portafinestra


AGI –  “C’è stata un’effrazione: ci sono segni sulla portafinestra della cucina che si apre sul retro”. L’ha dichiarato l’avvocato Andrea Netti, che guida il pool di legali che assiste i tre familiari di Rosina Carsetti, l’anziana trovata morta la sera della viglia di Natale nella cucina della villetta di Via Pertini, a Montecassiano, nel Maceratese.

Da quanto si è appreso, “non si chiudeva bene, come succede quando viene forzata una porta”. Dopo due giorni in cui l’abitazione è stata oggetto di un sopralluogo degli inquirenti e della scientifica di Ancona, il legale si è detto “molto, molto soddisfatto”. Alla domanda se queste tracce sul retro della villetta possano chiarire cosa sia realmente successo quella sera, Netti ha risposto: “Per il momento no”.

I rilievi della scientifica sono avvenuti sia all’esterno della casa, dove sul retro c’è una scala che secondo gli avvocati della difesa “è stata usata dal rapinatore per entrare”, sia all’interno, alla ricerca di tracce sui pavimenti, che potessero dare corpo alla tesi della rapina finita male, sostenuta da tutti e tre i familiari iscritti nel registro degli indagati. Gli accertamenti proseguiranno nei prossimi giorni.     

Oggi sono stati sequestrati anche un computer, il telefono portatile e altro materiale informatico che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti. L’avvocato ha ribadito che “la ricostruzione fatta dalla signora (Arianna Orazi, figlia della vittima, ndr.) è stata puntuale e genuina”. Il capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, e il pm che coordina l’indagine, Vincenzo Carusi, non hanno rilasciato dichiarazioni. La procura ha concesso il nulla osta per la restituzione dell’auto del nipote di Rosy, Enea Simonetti, al legittimo proprietario, e di un pappagallino che viveva all’interno della casa. 

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Fonte: estero agi