AGI – Quest’anno il Festival di Sanremo apre la serata delle cover agli anni ’90, aggiungendo dunque un decennio di musica in più rispetto alle scorse edizioni, e, soprattutto, ai brani in lingua straniera. Una rivoluzione, quella portata avanti dal direttore artistico e conduttore Amadeus, per rendere forse ancora più accattivante l’offerta della quarta serata del Festival. In realtà la percentuale di artisti che ha approfittato dell’occasione per preparare una cover straniera è decisamente bassa, su 25 progetti in gara solo 7 hanno scelto di cantare in un’altra lingua e quella lingua, altro dato, scontato ma tangibile, è l’inglese.
Elisa non ha mai abbandonato il sogno di essere un’artista dal respiro più internazionale possibile, tant’è che metà del doppio album in uscita una volta chiuso il sipario dell’Ariston, “Ritorno al futuro / Back to the future”, sarà cantato interamente in inglese. Ma non è finita, lei che deve l’inizio della sua carriera proprio alla vittoria del Festival di Sanremo con “Luce (tramonti a nord est)” in realtà ai tempi non avrebbe voluto nemmeno compiere quel passo verso l’italiano, si rese necessario un intervento di Zucchero, su input di Caterina Caselli, per convincerla a partecipare. Così per la serata delle cover di stasera canterà “What a feeling” di Irene Cara, divenuta un’icona della musica mondiale una volta inserita nella colonna sonora del cult “Flashdance”.
E a proposito di cult, una delle cover più attese della serata è certamente “Baby one more time” di Britney Spears, canzone scelta da Emma e Francesca Michielin, quest’anno accanto alla giudice di X-Factor in qualità di direttrice d’orchestra.
Anche La Rappresentante di Lista ha optato per un brano in inglese, si tratta della storica “Be my baby” delle The Ronettes, “Uno dei brani più belli di sempre”, come hanno dichiarato qualche giorno fa Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina all’AGI; effettivamente il brano, datato 1963, è uno di quelli che secondo gli storici del settore più di tutti ha influenzato la conformazione del pop mondiale, la celebre rivista Rolling Stones lo piazza al 22esimo posto dei brani più belli della storia.
I ragazzi de La Rappresentante di Lista hanno scelto per l’occasione di farsi accompagnare sul palco dell’Ariston da un dream team del panorama indie italiano, un terzetto composto da Cosmo, Margherita Vicario (tra l’altro figlia del regista del Festival) e Ginevra. Più particolare la scelta de Le Vibrazioni, che insieme ai Sophie and the Giants, una delle band rivelazione delle annate musicali 2020 e 2021, suoneranno “Live and let die” di Paul McCartney e i Wings, che è il progetto che l’ex Beatle a portato avanti per dieci anni tra il 1971 e il 1981.
In quel lasso di tempo, siamo nel 1973, Paul e Linda McCartney scrivono a quattro mani questo pezzo per la colonna sonora di “James Bond Agente 007 – Vivi e lascia morire”, che si rivelerà non solo essere una delle più belle e ascoltate canzoni riconducibili alla saga, ma soprattutto costringerà le varie produzioni nel corso della storia a prestare particolarmente attenzione ai brani di accompagnamento ai film con protagonista l’agente segreto più famoso della storia del cinema. Il giovane Matteo Romano invece ha optato per un alto grande classico del pop: “Your song” di Elton John,
“Volevo cimentarmi con un brano in inglese – ha svelato all’AGI prima del debutto all’Ariston – anche perché sono sempre stato appassionato, fin da piccolo, di lingue, soprattutto dell’inglese. Un po’ anche per differenziarmi – specifica – ho voluto fare questa scelta perché ho immaginato che tutti andassero a scegliere un brano in italiano, quindi mi sembrava anche giusto, essendo uno dei giovani, distaccarmi dagli altri e far vedere un qualche guizzo in più, facendo un brano in inglese. La scelta è ricaduta su “Your Song”- dice – perché, in primis Elton John è un artista in cui io mi rivedo molto, e poi penso che sia una delle più belle canzoni d’amore mai scritte, quindi penso che possa riprendere anche la mia intimità e la mia semplicità”. Il brano risale al 1970, è stato scritto da Bernie Taupin, che è uno degli artefici del successo di Sir Elton John, John Lennon lo definì la cosa più innovativa della storia della musica pop dallo scioglimento dei Beatles.
Noemi ha scelto di puntare in alto, porterà “(You make me feel like A natural woman”, brano scritto da Carole King e Gerry Goffin, su input del produttore Jerry Wexler, per la leggendaria voce di Aretha Franklin, che la innalzò definitivamente a capolavoro assoluto; era il 1967. “L’ho scelta – racconta Noemi – perché il mondo del blues, del soul, è il primo che ho amato, rappresenta tutto ciò che la musica mi ha insegnato. Spero che arrivi il messaggio, nella speranza che tutti nella vita possano sentirsi “Natural Woman” o “Natural Man”, perché è trasversale”.
Sceglie di cantare in lingua inglese e, anche lui, puntare in alto, Yuman che canterà “My way” di Frank Sinatra, in realtà il brano, uscito nel 1969, è stato scritto da Paul Anka dopo una cena durante la quale Sinatra gli confidò la paura per una carriera che stava cominciando una fisiologica parabola discendente. Yuman ha scelto di farsi accompagnare dalla compositrice e pianista di fama internazionale Rita Marcotulli.
Source: agi