AGI – Da circa cinque anni porta avanti la sua battaglia contro l’inciviltà e la maleducazione di chi, dopo aver trascorso una giornata al mare e prima di risalire in auto per rientrare a casa o in albergo, lascia i rifiuti in spiaggia o tra i cespugli. Silvia Spano, 23 anni, originaria di Castiadas, comune che vanta alcune tra le più belle località di mare del Sud Sardegna, fa la baby sitter, la commessa e lavora per un’azienda di vendita diretta.
Nel suo tempo libero, in autunno e in inverno, si ‘arma’ di bustoni, guanti e pinze e, assieme al fidanzato e ai genitori, va a perlustrare le spiagge di Castiadas, ma anche di Costa Rei, località turistica del vicino comune di Muravera, alla ricerca di plastica e di rifiuti vari abbandonati senza scrupoli dagli incivili.
Tra hobby e missione
“Sono sempre stata molto sensibile ai temi del rispetto dell’ambiente e degli animali”, racconta la ragazza dall’hobby singolare che rasenta la missione. “A 18 anni sono andata a vivere a casa mia, sono diventata autonoma, ho preso la patente, un’auto e da quel momento ho semplicemente deciso che avrei voluto provare a tenere più pulite le spiagge della mia zona per il bene mio, del mio paese, ma in generale di tutti. I rifiuti abbandonati danneggiano chiunque, ma anche la natura e gli animali”.
Per coinvolgere quante più persone possibile Silvia Spano ha deciso di creare anche un gruppo Facebook, ‘Salviamo le nostre spiagge Castiadas e Costa Rei’.
“All’inizio ha aderito una decina di persone, ma oggi gli iscritti sono piu’ di 1.100″, spiega Silvia. “Ho cercato di rendere partecipe anche il comune di Castiadas e ho sempre avuto un aiuto da parte di chi viene a ritirare a casa la spazzatura che raccolgo. Tutto (plastica, vetro, lattine di alluminio, cartacce sporche, cicche di sigaretta, indumenti e altri rifiuti) viene smistato fin dall’inizio”.
L’auspicio di Silvia Spano è che il suo esempio possa essere seguito anche da tante altre persone. “Un mese fa sono uscita con un gommone per una passeggiata con una bimba di 9 anni, di cui mi occupo da tanto tempo come baby sitter”, racconta la 23enne. “Da una caletta, a nuoto, abbiamo portato a bordo un cumulo di plastica non indifferente”.
In difesa dell’ambiente
Prima della pandemia Silvia Spano aveva promosso una prima giornata di raccolta con gli iscritti del gruppo su Facebook, per ripulire un tratto fra le spiagge di Capo Ferrato (Muravera) fino a quelle di Cala Pira (Castiadas).
“In una mattinata abbiamo setacciato tutte le calette della zona“, ricorda Silvia. “Abbiamo poi caricato i bustoni pieni di spazzatura in alcuni mezzi, li abbiamo portati via e messi in un punto dove il comune li ha poi ritirati. Alla fine di quella mattinata siamo andati tutti insieme a pranzo in uno dei ristoranti della zona. È stato un modo per cercare di coinvolgere anche le attività locali. Tutte quelle del mio paese che ho contattato ci hanno aiutato fornendoci le buste, i guanti e le pinze”.
Con l’emergenza sanitaria per il Covid l’attività di raccolta collettiva dei rifiuti si è interrotta, ma la ‘netturbina’ volontaria ha continuato da sola, aiutata dal fidanzato e dalla sua famiglia. “Vorrei riprendere da ottobre in poi”, anticipa la ragazza all’AGI, “a promuovere almeno per una volta al mese una giornata di raccolta insieme agli iscritti del gruppo Facebook. Cerco, comunque, di tenerlo sempre attivo e di sensibilizzare tutti coloro che vanno nelle spiagge a Costa Rei o in quelle di Castiadas, invitandoli a portare una bustina, in modo da raccogliere gli eventuali rifiuti che dovessero trovare, per portarli poi via”.
“È necessario intervenire anche quando si assiste a dei comportamenti non civili”, dice Silvia Spano. “Bisogna imparare a non avere timore, a parlare e a riprendere chi abbandona i rifiuti, che si tratti di sardi o di turisti italiani o stranieri, perché se nessuno inizia a far notare un comportamento incivile, non ci sarà mai un cambiamento”.