Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)
Ha suscitato curiosità ed interesse l’ipotesi formulata da un gruppo di esperti del Centre national de la recherche scientifique (CNRS), dell’Ecole normale superieure – Paris Sciences et Lettres (ENS-PSL) e dell’apocope Sciences Po, secondo cui la pittura degli ultimi secoli manifesterebbe un aumento della fiducia sociale.
Il curioso studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è partito dalla creazione di un moderno algoritmo di analisi facciale, che è stato poi impiegato per analizzare ritratti ed autoritratti eseguiti tra il XIV e il XX secolo. Lo scopo? Verificare le emozioni connesse alla pratica pittorica e carpire i sentimenti che, ancora oggi, sono espressi dai volti dipinti. Tale algoritmo, infatti, è in grado di riprodurre i giudizi umani circa l’affidabilità mostrata da un volto. La sua efficacia, prima che venisse adoperato nello studio, è stata testata su una serie di fotografie di volti la cui affidabilità era stata già valutata da un gruppo di partecipanti.
Le ragioni che hanno portato a questa ricerca sono così spiegate da Lou Safra, assistente docente presso l’ENS-PSL: “Commissionare ritratti era un modo per guadagnare notorietà nelle società dell’epoca, suscitando inquietudine o affidabilità“. “Abbiamo scoperto una serie di fattori che possono influire su queste considerazioni – aggiunge Coralie Chevallier, collega e coautrice di Safra – come l’età, il genere, i tratti del viso o le emozioni che traspaiono”.
Protagonisti dello studio sono stati 1.962 ritratti inglesi realizzati tra il 1506 e il 2016 e conservati presso la National Portrait Gallery di Londra. Julia Grezes, terza firma dell’articolo, illustra così i risultati dell’intenso lavoro di analisi: “Il numero di segnali facciali legati alla fiducia interpersonale è aumentato nel tempo. Abbiamo ipotizzato che questa evoluzione possa riflettere la transizione da società relativamente violente a società più cooperative e per verificare questa teoria abbiamo applicato il modello anche a Selfiecity, un database che include 2.277 autoritratti fotografici pubblicati sui social media in sei città in tutto il mondo”. L’efficacia dell’algoritmo, inoltre, è stata dimostrata da un ulteriore studio, eseguito stavolta su 4.106 ritratti conservati presso la Web Gallery of Art, che include opere di diciannove paesi dell’Europa occidentale tra gli anni 1360 e 1918. L’attendibilità dei volti, secondo le risultanze, era correlata alla fiducia ed alla cooperazione interpersonale, rivelate tramite precise indagini internazionali.
La suggestiva ipotesi della correlazione tra la fiducia sociale e l’affidabilità percepita dai ritratti, sottolineano gli esperti, dovrà essere verificata ulteriormente tramite altri studi comparativi che, ad esempio, prendano in considerazione l’analisi di testi letterari e della produzione musicale.