LA NUOVA COLONIA


La rara opera pirandelliana, presentata dal Teatro Stabile di Catania, va in scena fino al 20 giugno al Palazzo della Cultura del capoluogo etneo

di Franco La Magna

È la prima delle tre opere, rappresentata nel 1928, che Pirandello volle chiamare “miti” (la cosiddetta “trilogia del mito”). Oltre alle assonanze shakespeariane con “La tempesta”, stretta sembra anche essere la parentela con il Libro primo de “L’isola dei pinguini” (1908) di Anatole France, dove – dopo la trasformazione dei pinguini in esseri umani – il santo non riesce ad evitare l’intervento del demonio. Sarà invece il cielo alla fine ad intervenire ne “La nuova colonia”, opera “anomala” del drammaturgo agrigentino, sui limiti e le negatività della natura umana, incapace di costruire un mondo nuovo.

Un disperato drappello di marinai, frequentatori di una malfamata taverna del porto, decide di fuggire dalla propria miserabile esistenza rifugiandosi in un’isola deserta, un agognato altrove, alterità fisica dove trovare finalmente quella pace e quella salvezza negata dagli uomini, ma dove presto il sogno d’una felice convivenza s’infrangerà miseramente (risorgeranno liti per la supremazia, tradimenti, furti, fughe, gelosie nate intorno a Spera, una ex prostituta in cerca di riscatto).

Nell’isola, una volta deserta, sbarcheranno altre donne e il compagno di Spera, incapricciatosi per la figlia di un ricco proprietario di barche, tenterà perfino di sottrarre alla donna il figlio avuto dalla sua relazione.

Adattato e diretto con robusto mestiere da Simone Luglio (anche attore), “La nuova colonia” rappresenta la summa della visione negativa della società del drammaturgo siciliano, la cui unica salvezza sembra essere affidata alla perpetuità della vita. “La stagione dei miti pirandelliani – scrive Luglio nelle note di regia – è quella dell’ultima parte della sua vita e quello che Pirandello mette ne La nuova colonia è tutta la sua delusione nei confronti della società e dell’uomo che ne è il fautore”.

Coinvolgente e accorata la recitazione corale del folto gruppo attoriale “under 35”: Dario Aita, Antonio Alveario, Giovanni Arezzo, Lucia Cammalleri, Michele Carvello, Roberta Catanese, Antonio Cicero Santalena, Giulio Della Monica, Federico Fiorenza, Simone Luglio, Claudio Zappalà; aiuto regia Chiara Callegari; drammaturgia Francesca Fichera; scene e costumi Claudia Gambadoro; luci Gaetano La Mela, musiche originali Salvatore Seminatore; produzione Teatro Stabile di Catania.