La neve ricopre Gerusalemme e le alture del Golan


AGI – Gerusalemme si è svegliata stamattina sotto 15 centimetri di neve, non succedeva da anni. L’ultima nevicata, ma non delle stesse proporzioni, è sei anni fa, mentre nel 2013 caddero fino a 90 centimetri di neve. Da ieri pomeriggio, in tutta la zona orientale di Israele e soprattutto a quote più elevate, è cominciato a nevicare. Sul Golan la neve è caduta copiosa, rendendo difficile la circolazione e alcune abitazioni sono rimaste isolate. A Gerusalemme, che si trova a 800 metri sul livello del mare, le autorità da ieri sera hanno fatto circolare i mezzi spalaneve, così da permettere la circolazione.

Per tutta la notte è caduta la neve che ha interessato anche alcune zone del Neghev, in particolare l’area di Mitzpe Ramon, dove ci sono anche stati temporali. Questi hanno anche colpito Tel Aviv. Un uomo è stato trovato morto per assideramento in una strada di Kiryat Gat, a 50 chilometri a sud di Tel Aviv. Chiusa per tutta la notte, l’autostrada 1, che collega Tel Aviv a Gerusalemme, riaperta solo stamattina. Riattivati alle 8 anche i tram pubblici a Gerusalemme, tanto che il sindaco ha ritardato alle 9.00 l’apertura delle scuole, quelle che si trovano in zone non colpite dal lockdown.

Molti i residenti che hanno affollato parchi e giardini per fare foto o divertirsi con la neve. Dinanzi al Muro Occidentale (il Muro del Pianto) e sulla Spianata delle moschee (o monte del Tempio), la neve è stata spazzata, anche se sulla cupola dorata della Moschea della Cupola della Roccia sono rimasti alcuni centimetri. Pieni di neve anche i campanili e le cupole delle chiese cristiane, come il Santo Sepolcro, San Salvatore e la Dormizione. Proprio nella città vecchia, qualche disagio in più, dal momento che qui è impossibile per i mezzi antineve entrare.

Ne sa qualcosa Giovanni Malaspina, che lavora alla Custodia di Terra Sancta, la speciale provincia francescana che da oltre 800 anni custodisce tutti i luoghi sacri di Israele, Palestina, Giordania, Cipro e Libano. Giovanni vive in città vecchia e non ha potuto raggiungere il luogo di lavoro, sfruttando la possibilità per fotografare i luoghi più sacri della cristianità insolitamente sotto la neve.

“Vivere nella città vecchia – spiega – è come fare un viaggio a ritroso nel tempo. È sicuramente uno dei luoghi più affascinanti della Terra e la vita è scandita dai suoni delle varie confessioni che si alternano: dalle campane delle chiese ai muezzin alle preghiere nelle sinagoghe. Ma è anche difficile, perché in situazioni come questa di neve o di forti piogge, le stradine sono impraticabili ed è difficile andare in qualsiasi posto. Ma la bellezza del luogo, rende questi problemi irrisori”.

Da qualche ora le temperature si sono leggermente alzate e ha cominciato a piovere. La settimana scorsa erano stati molti coloro che avevano approfittato della fine del lockdown per riversarsi sulle spiagge e nei parchi e, complici le temperature basse, fare i primi bagni di stagione. Dopo che il Paese ha attraversato il suo novembre più piovoso dello scorso anno dal 1994, da allora il tempo è stato per lo più soleggiato e insolitamente caldo, con occasionali temporali.

Le piogge cadute copiose hanno innalzato di quasi due centimetri il Lago di Galilea (Mar di Tiberiade) ed è stata emanata una allerta dalle autorità per i temporali dei prossimi giorni che possono causare allagamenti e smottamenti nella zona del Neghev e del deserto di Giuda. 

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Fonte: estero agi