La lunga e tortuosa strada dell'Ucraina verso l'Ue


AGI – L’Ucraina ha con l’Unione europea un accordo di associazione, entrato in vigore il primo settembre 2017.

Si tratta di uno strumento che promuove l’approfondimento dei legami politici; il rafforzamento dei collegamenti economici; il rispetto dei valori comuni. La zona di libero scambio globale e approfondita (Dcfta) è la parte economica dell’accordo che punta ad offrire un quadro per la modernizzazione dell’economia e delle relazioni commerciali dell’Ucraina.

Attualmente, il Paese ha presentato una domanda di adesione, ma non è stata avviata. Per questo motivo, fare una valutazione della sua posizione rispetto all’ingresso nell’Unione europea è impossibile perché, non essendo stata avviata una procedura di adesione, non è iniziato neanche l’esame dei requisiti.

Alcuni schizzi della situazione, però, è possibile tracciarli partendo da alcuni documenti delle istituzioni europee.

È il Consiglio dell’Unione europea a spiegare che la prima tappa per ogni Paese interessato è soddisfare i criteri di adesione che sono stati definiti nel 1993 durante la riunione del Consiglio europeo di Copenaghen e sono spesso indicati come i “criteri di Copenaghen”.

Questi paletti stabiliscono una serie di condizioni democratiche, economiche e politiche per i Paesi che intendono aderire all’Ue.

Ad esempio, avere istituzioni stabili che garantiscano democrazia, stato di diritto, diritti umani, nonché rispetto e tutela delle minoranze; un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alla concorrenza e alle forze di mercato all’interno dell’Ue; la capacità di assumere gli obblighi risultanti dall’adesione, in particolare l’adesione agli obiettivi dell’Unione politica, economica e monetaria, e darvi seguito “in modo efficace”.

Il Parlamento europeo, nel contesto della sua valutazione dell’attuazione dell’accordo di associazione tra l’Ue e l’Ucraina, adottata l’11 febbraio 2021, ha messo in luce alcuni aspetti della realtà del Paese che toccano “i criteri di Copenaghen”.

Nella risoluzione del febbraio 2021, infatti, l’Eurocamera ha scritto che per l’Ucraina è necessario “migliorare il codice elettorale e di allinearlo alle norme internazionali al fine di affrontare questioni quali le campagne sui social media, la trasparenza della spesa per le campagne e l’accesso dei candidati indipendenti al processo elettorale”.

Sul fronte della lotta alla corruzione il Parlamento ha notato diverse criticità. Ad esempio, l’Eurocamera “incoraggia le autorita’ ucraine a compiere ulteriori progressi in materia di riforme, in particolare nel settore dello Stato di diritto e della lotta alla corruzione, e a garantire l’indipendenza e il proseguimento dell’attività delle istituzioni chiave in materia di lotta alla corruzione”.

Oppure, “esprime preoccupazione per l’esito della sentenza della Corte costituzionale del 27 ottobre 2020, che ha creato un vuoto giuridico nell’architettura anticorruzione ucraina e ha gravemente indebolito l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione”.

Per questo, i deputati europei hanno esortato “le autorita’ ucraine a portare avanti i loro sforzi per ripristinare un’architettura istituzionale pienamente operativa, efficace e globale per combattere la corruzione, anche nella magistratura, preservando nel contempo pienamente l’indipendenza di quest’ultima dai poteri esecutivo e legislativo”.

Hanno anche espresso “la massima preoccupazione per gli apparenti tentativi motivati da interessi di parte di compromettere i risultati conseguiti dal Paese nella lotta contro la corruzione e le riforme democratiche in generale” e hanno esortato “tutti gli attori politici a rinnovare il loro impegno a favore delle riforme richieste dagli elettori ucraini, che sono fondamentali per rafforzare lo Stato di diritto, eliminare la corruzione e conseguire una maggiore prosperità per la popolazione ucraina”.

Il Parlamento europeo si è sentito di dover sottolineare “l’importanza di garantire l’indipendenza dell’Alta Corte anticorruzione (Hacc)” e ha deplorato “i tentativi di attaccare e compromettere le istituzioni anticorruzione messi in atto da membri della Verkhovna Rada”.

Il Parlamento europeo si è detto “profondamente preoccupato per l’elevato livello della sistematica pressione politica e per gli atti di intimidazione perpetrati, purtroppo non per la prima volta, nei confronti del presidente della Banca nazionale dell’Ucraina” ed ha esortato “le autorità ucraine ad astenersi dall’esercitare pressioni politiche sulle istituzioni economiche e sulle autorità di contrasto indipendenti e a garantire che la loro indipendenza sia preservata quale garanzia del corretto funzionamento del mercato e di condizioni di parità per tutti gli operatori economici”.

Gli eurodeputati hanno sottolineato che con rammarico “che la magistratura sia ancora una delle istituzioni in cui è riposta minor fiducia in Ucraina” e hanno esortato “le autorita’ ucraine a proseguire e ad accelerare la riforma della magistratura al fine di non compromettere il lavoro delle istituzioni anticorruzione di recente istituzione, ad astenersi da processi di matrice politica e dalla strumentalizzazione della magistratura contro gli oppositori politici e a completare il quadro giuridico per la lotta alla criminalita’ ororganizzata”.

Proprio su questo, il monito che la plenaria di Strasburgo ha inviato a Kiev è quello di rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata e a migliorare il quadro legislativo, nonché la cooperazione e il coordinamento tra le autorità di contrasto competenti.

Anche sul fronte della protezione dei diritti delle minoranze il Parlamento europeo ha evidenziato delle lacune. Nella risoluzione i deputati europei hanno messo nero su bianco “la mancanza di protezione degli attivisti di Ong e giornalisti che scoprono e denunciano casi di corruzione”.

Inoltre, hanno espresso “preoccupazione per la mancanza di azioni adeguate da parte delle autorità ucraine per contrastare la discriminazione e l’incitamento all’odio nei confronti dei gruppi minoritari, in particolare della comunità Rom” e hanno invitato “l’Ucraina a rafforzare la commemorazione delle vittime dell’Olocausto aderendo all’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (Ihra) e adottando e applicando la definizione di antisemitismo dell’Ihra”.

L’Eurocamera ha preso atto degli sforzi di riforma in corso nel settore dei media, ma ha espresso preoccupazione per l’intenzione di conferire all’organismo di regolamentazione nuove competenze “che rischiano di incidere sulla liberta’ dei mezzi di informazione e sul contenuto dei media online e dei mezzi di stampa”.

Inoltre, il Parlamento “osserva con preoccupazione che il mercato dei media televisivi in Ucraina, pur essendo pluralistico, continua a essere caratterizzato da un’eccessiva influenza da parte di oligarchi” ed “esorta l’Ucraina a promuovere media liberi e indipendenti e a rafforzare il pluralismo dei media”.

Non solo. L’Aula ha espresso “preoccupazione per il peggioramento del contesto in cui operano i rappresentanti dei media, in particolare i giornalisti investigativi che riferiscono in merito a casi di corruzione e frode”.

Secondo i deputati europei il clima politico nel Paese è “peggiorato” e si fa “ampiamente ricorso ad atti intimidatori, incitamento all’odio e pressioni politiche per scopi politici”.

 In questo contesto, “i giornalisti, i difensori dei diritti umani e gli avvocati difensori dovrebbero essere in grado di operare in modo indipendente e senza indebite interferenze e intimidazioni”, si legge nel testo.

Sempre nel campo del rispetto dei diritti, l’Aula dell’Unione europea ha esortato il governo e le autorità ucraine ad attuare misure volte a migliorare ulteriormente la rappresentanza delle donne e la parità di trattamento a tutti i livelli della vita politica e sociale, nonché a lottare contro la violenza di genere, e ha espresso condanna per “gli attacchi violenti e i reati generati dall’odio nei confronti delle persone Lgbti”.

Per questo, ha esortato “l’Ucraina a emanare e attuare efficacemente norme circostanziate di diritto derivato che assicurino la libertà di credo, contrastino le persistenti discriminazioni contro le persone Lgbti, gli attivisti femministi, le persone con disabilità e le minoranze e che rafforzino la protezione dei loro diritti”.

Sul piano economico, “l’Ucraina è un partner geopolitico, geostrategico e commerciale importante per l’Unione” per il Parlamento europeo che “accoglie con favore il significativo aumento dei flussi commerciali tra l’Ue e l’Ucraina”, ma “si rammarica del numero relativamente basso di investimenti esteri diretti che raggiungono il Paese”.

Sebbene abbia notato “che sono state introdotte varie riforme che hanno portato alla deregolamentazione dell’economia, a una maggiore trasparenza delle finanze pubbliche e a un miglioramento della normativa in materia di concessioni e partenariato pubblico-privato”, l’Eurocamera “osserva, tuttavia, che non stati conseguiti effetti evidenti nell’ambito della deoligarchizzazione del Paese, in quanto gli oligarchi hanno ancora un forte impatto sull’economia e sulla politica ucraine, in particolare per quanto riguarda la proprieta’ dei media e l’influenza sul sistema giudiziario e sul sistema di applicazione della legge”.

Di fatto il Parlamento ha rilevato “l’influenza ufficiosa di un piccolo gruppo di ricchi imprenditori sul funzionamento dello Stato, compresa l’attività legislativa” e per questo ha invitato “le autorita’ ucraine ad accelerare il processo di deoligarchizzazione”.

Infine, secondo i deputati europei l’Ucraina dovrebbe portare avanti ulteriormente la privatizzazione delle imprese statali al fine di modernizzare e migliorare il funzionamento dell’economia ed evitare l’oligarchizzazione e ha esortato Kiev ad affrontare il clientelismo e la corruzione pervasivi che tuttora esistono nel settore sanitario.

Source: agi