AGI – “Il 2 giugno, non casualmente abbiamo scelto il giorno della festa della Repubblica, abbiamo la soddisfazione di poter dire che apriremo le vaccinazioni ai giovani dai 16 ai 29 anni, in modo che potranno ricevere la prima dose prima di andare in vacanza”. Lo ha annunciato il coordinatore della campagna vaccinale lombarda, Guido Bertolaso, fornendo anche il timing per le altre categorie.
La Lombardia aprirà le prenotazioni alla fascia 40-49 anni dal 20 maggio (1,2 milioni di persone). E il 27 maggio partiranno le prenotazioni per quella dai 30 ai 39 anni (944.250 persone).
Un leggero slittamento
C’è un leggero slittamento (dal 17 al 20/5), di 3 giorni, rispetto all’indicazione data dal generale Figliuolo alle regioni per quanto riguarda i 40enni. Il motivo sta nel fatto che “le agende sono piene fino a fine maggio, inizio giugno, grazie alla grande adesione da parte della popolazione. Dunque prima di aprire ad altre fasce “vogliamo vaccinare quelle categorie che ne hanno più diritto e che si sono già prenotate. Avremmo potuto aprire ai 40enni solo nel caso in cui avessimo le agende di fine maggio e inizio giugno libere, e quindi solo se fossimo nella situazione di non raggiungere il target affidatoci da Figliuolo”. Ma così non è.
Detto questo, “sappiamo che potremo garantire ai 40 enni di vaccinarsi ai primi di giugno” in base a una campagna che sta procedendo speditissima. Lo sottolineano con soddisfazione il presidente della Regione Attilio Fontana e la vice presidente e assessore al welfare Letizia Moratti, che parlano di modello virtuoso confermato dai numeri.
“Grazie a Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale, a tutto il suo staff e alle migliaia di operatori sanitari, medici e volontari che ci hanno permesso di gestire la più grande campagna di sanità pubblica mai organizzata nel nostro Paese, mettendo a disposizione capacità, serietà ma anche la loro serenità” ha detto Fontana. Adesso tutto dipende dall’arrivo di dosi, il presidente spera in una “inondazione di vaccini”.
Da questi arrivi dipende la fine del calendario vaccinale. Per esempio, per le persone tra i 50 e 59 anni: “Se nella peggiore delle ipotesi – spiega Bertolaso – dovessimo continuare a ricevere solo 85mila dosi, finiremo di vaccinare con almeno una dose i 50-59enni l’8 giugno; se riuscissimo ad averne 100mila li finiremmo il 5 giugno. Se poi, finalmente l’Europa si sveglia e saliamo a quota 120mila, potremmo inoculare una prima dose a tutti i lombardi entro il 4 giugno, e la seconda entro il 10 luglio“.
Bertolaso rivendica i risultati raggiunti finora dalla regione che contribuiscono al raggiungimento del target nazionale, mostrando tabelle che indicano come la buona performance lombarda sopperisca a quella meno buona di altre regioni. E va ricordato che “I numeri delle vaccinazioni in Lombardia sono i numeri più importanti visto che è la regione più popolosa d’Italia e rappresentano nell’arco di una giornata il 17% di tutta la nazione”.
I vax day servono a camuffare
“Siamo pieni, non abbiamo buchi nelle agende, non abbiamo bisogno di abbassare l’età ne’ di fare i vax day di cui molti parlano come fosse un’idea brillante, ma possono servire anche per camuffare il fatto che non sei in grado di continuare le vaccinazioni in maniera continua e costante” ha detto Bertolaso. “A noi di fare il vax day non ci passa per l’anticamera del cervello, perché non ne abbiamo bisogno”.
Poi una precisazione. “Chi dice che si deve poter scegliere” il tipo di vaccino da farsi somministrare, possibilità che viene data ai cittadini nel Lazio, per Bertolaso “va contro le direttive nazionali. “In molti ci chiedono perche’ in Lombardia non si possa scegliere il vaccino – ha aggiunto -. Il motivo lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dicendo che ci si vaccina con quel che capita, lo dicono tutti gli scienziati. Molti si sono vaccinati con AstraZeneca, pur avendo, presidenti e ministri, la possibilità di trovare una stradina parallela per vaccinarsi. E invece tutti hanno dato l’esempio”.
Source: agi