La lezione del Covid per combattere l'effetto serra. La ricetta di Bill Gates


AGI – Da anni ormai Bill Gates, fondatore di Microsoft e uno degli uomini più ricchi del mondo, ha lasciato la sua attività imprenditoriale (in ottime mani, visto che continua a guadagnare miliardi di dollari) per dedicarsi con la sua fondazione a finanziare la ricerca in ogni direzione per rendere il mondo un posto migliore. Un filantropo che stanzia milioni di dollari per progetti mirati a portare medicine in luoghi inospitali, a combattere la fame nel mondo, a migliorare la vita delle popolazioni del terzo mondo. E a combattere l’effetto serra e i cambiamenti climatici.

Per alcune iniziative va avanti da solo (tipo la ricerca di antibiotici resistenti alle alte temperature da portare in Africa dove non ci sono frigoriferi). Per altre, invece, sfrutta la sua popolarità e il suo prestigio per stimolare i grandi della Terra a superare egoismi e mere convenienze economiche immediate e combattere per non distruggere il pianeta. La battaglia più urgente riguarda i cambiamenti climatici.

Bill Gates ha tante idee e molti progetti finanziati, ma non può fare nulla senza l’azione delle grandi Nazioni. Anche per questo ha pubblicato in un libro la sua ‘ricetta’ per combattere l’effetto serra e per evitare che il riscaldamento globale credi danni irreparabili. Il volume, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, ha un titolo piuttosto eloquente: ‘Clima – Come evitare un disastro. Le soluzioni di oggi, le sfide di domani’ (Collana ‘i Fari’, pagg. 368 – Prezzo 22 euro).

Bill Gates vuole presentare il suo programma per azzerare le emissioni di gas serra in tempo per evitare un disastro climatico. Un’emergenza che oggi è tale e che ha origini antiche, che risalgono alla rivoluzione industriale, all’uso del carbone, alla crescita economica dei Paesi in via di sviluppo, alle esigenze industriali e quotidiane del mondo occidentale. Un’emergenza che oggi potrebbe trovare un’insperata alleata nella più grande pandemia della storia, quella di Covid-19. Come?

“Molte delle lezioni apprese dalla pandemia e molti dei valori e dei principi che guidano il nostro modo di affrontarla – scrive il fondatore di Microsoft – si applicano altrettanto bene al cambiamento climatico”. Poi aggiunge che “è facile liquidare la frase ‘dobbiamo lavorare insieme’ come uno stereotipo, ma è vera. Quando i governi, i ricercatori e le aziende farmaceutiche hanno unito i loro sforzi per la lotta al Covid-19 – spiega Bill Gates – il mondo ha compiuto notevoli progressi, per esempio per lo sviluppo e la sperimentazione a tempo di record del vaccino”.     

Analogamente, ragiona l’autore, si può fare con la lotta al cambiamento climatico: “Se i Paesi ricchi si preoccupano soltanto di ridurre le proprie emissioni e non si dedicano al compito di rendere le tecnologie verdi alla portata di tutti, non arriveremo mai alla neutralità climatica. In questo senso – aggiunge – aiutare gli altri non è semplicemente un gesto altruistico, ma è anche nel nostro interesse”. Sarà poi dalle politiche economiche post pandemia che potrà venire lo slancio per combattere i gas serra. Secondo Gates, infatti, i fondi di pacchetti di aiuti per l’emergenza Covid-19 possono essere utilizzati per espandere l’uso delle energie rinnovabili e costruire reti elettriche integrate.

“Investendo nella ricerca e nello sviluppo delle energie pulite – sostiene l’autore – i governi possono favorire una ripresa economica che contribuisca anche a ridurre le emissioni”. 

Nel suo ‘Clima – Come evitare un disastro’ Bill Gates analizza tutte le fonti energetiche che emettono anidride carbonica e ne propone di alternative, sottolineando l’importanza di due numeri: 51 miliardi e zero. Il primo è quello relativo alle tonnellate emissioni annue di anidride carbonica nel modo mentre zero è il quantitativo di emissione a cui mirare per abbattere i gas serra. Nel libro si analizzano le fonti di gas serra e si propongono soluzioni. Ma per fare ciò innanzitutto viene introdotto un parametro che Bill Gates chiama ‘Green Premium‘, ossia il costo in più che deve affrontare un produttore di energia per renderla pulita (riducendo emissione di anidride carbonica).

Spiegando che non ce n’è uno solo, ma che ce ne sono parecchi – quello per il carburante a zero emissioni è diverso da quello per l’elettricità generata da pannelli solari per esempio – l’invito che arriva dalle pagine del libro ai governanti è di considerare che il Green Premium è solo apparentemente un costo in più, perché salvaguardare l’ambiente è un enorme risparmio anche a livello economico (basti penare alle malattie dovute a inquinamento da gas serra o ai disastri naturali). E la spesa in più, spesso è ampiamente sostenibile per uno Stato occidentale (convertire l’intero sistema elettrico americano in fonti a zero emissioni innalzerebbe i prezzi medi al dettaglio di 18 dollari al mese per una casa media).

Un Green Premium così, però, sarebbe invece assai oneroso da uno Stato povero. Per cui Bill Gates avanza anche la richiesta ai governi degli Stati più ricchi di aiutare chi sta meno bene, di ‘lavorare insieme’ e rendere il mondo un posto migliore. Un discorso che sembra quasi un’utopia ma che deve invece diventare realtà perché è forse l’unico modo perché il mondo, perché tutti noi, possiamo sopravvivere.

@andreacauti

Source: agi