Padova, al palazzo del Bo il conferimento del titolo in memoria della studentessa uccisa dall’ex. L’evento nell’aula magna alla presenza della famiglia
«Conferiamo a Giulia Cecchettin la laurea in Ingegneria biomedica». Un lungo applauso ha sancito le parole della rettrice Daniela Mapelli: Giulia Cecchettin è finalmente dottoressa. È il giorno della sua laurea all’università di Padova. Un traguardo dal grande valore simbolico per la giovane 22enne, la cui vita è stata stroncata dall’ex fidanzato Filippo Turetta a soli 5 giorni dalla discussione della tesi in Ingegneria biomedica. Al palazzo del Bo, sede dell’aula magna della cerimonia di laurea, il papà di Giulia, Gino Cecchettin, è stato accolto da Mapelli e dal sindaco di Padova, Sergio Giordani. Con lui i fratelli di Giulia, Elena Su una parete esterna del palazzo è apparso uno striscione: «Contro la violenza di genere abbiamo bisogno di educazione, per Giulia, per tutti».
Gino Cecchettin: «Eppure non riesco ad essere felice»
Al termine della cerimonia Gino Cecchettin ha preso la parola: «Eppure non riesco a essere felice», ha esordito. «Mi sono chiesto spesso se avesse senso e a cosa potesse servire una cerimonia per la laurea postuma. La risposta viene ancora una volta da lei, da Giulia: penso sia un atto d’amore nei tuoi confronti. Cara Giulia, mentre ti parlo ti immagino di fronte a me, con il tuo sorriso leggero anche se troppo lontana. Non avrei mai pensato di trovarmi qui col cuore trafitto a piangere la tua assenza in una cerimonia in tuo onore: non hai potuto godere di questo traguardo, ha senso per tutto quello che hai fatto per gli altri e ancora stai facendo. Per oggi vorrei che la tua memoria non sia legata al tuo femminicidio ma ad onorare la tua assenza, sei stata un esempio emblematico di generosità; la tua determinazione nello studio mi ha insegnato a perseguire i miei obiettivi». Alla fine ha concluso: «Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze, nella mia per prima. Sarai sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto, e sarai sempre nel nostro cuore».
La sorella Elena: «Sono fiera di te, piccolo genietto»
Dopo il padre, è toccato alla sorella Elena condividere un ricordo di Giulia. «Non sai quanto io sia fiera di te – ha detto – sono sempre stata fiera di te, ti ho sempre ammirato tanto, così carina, dolce, un piccolo genietto. Guarda cosa sei riuscita a fare!». «Ci hai fatto sentire famiglia anche quando è mancata la mamma – ha proseguito – come quanto tornavi per pranzo per non far sentire nessuno da solo. Mi sono sempre sentita inclusa. Riuscivi sempre a trovare la via quando le strade della mia mente si confondevano». Elena Cecchettin alla fine ha sottolineato: «Hai fatto tante belle cose per te stessa e per noi, ma non dobbiamo dimenticare, mai, quante altre cose belle avresti potuto fare se la tua vita non fosse stata interrotta, perché a nessun altra donna venga tolta la possibilità di farlo. Nella tua breve vita sei riuscita a insegnarmi tanto e non lo scorderò mai. Complimenti ingegnere».
Quattro mesi fa il delitto
Sono passati quattro mesi dall’uccisione della studentessa per mano dell’ex, pochi giorni prima della fine del suo corso di laurea. Dei due giovani si erano perse le tracce lo scorso 11 novembre dopo una serata trascorsa assieme. Ne era nata una lunga «caccia all’uomo» visto che fin da subito si era esclusa l’ipotesi di un allontanamento spontaneo. Ricerche a tappeto con ogni tipo di mezzo e tecnologia che si sono drammaticamente interrotte sabato 18 novembre, una settimana esatta dall’inizio delle ricerche, quando il corpo senza vita della giovane è stato ritrovato nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone.
La nonna: si meritava questa festa
«Sono passati mesi – ha detto Carla, la nonna di Giulia Cecchettin, nell’aula magna del Bo – ma per noi è ancora viva. Sarebbe stato bello averla qui. Stiamo celebrando la sua laurea, si meritava questa festa. Ci teneva moltissimo». Accanto a lei lo zio Alessio, fratello di Gino Cecchettin: «Giulia mi aveva chiesto un sacco di volte di essere presente, era un momento fondamentale per lei e io sapevo che lo sarebbe stato per tutti noi. Vedere qualcuno realizzare i propri obiettivi è fondamentale. Lei però oggi non c’è».
La rettrice: Giulia un primo violino
La rettrice dell ateneo padovano, nel dare il via alla cerimonia della laurea, ha dedicato alla studentessa questa parole: «È con grande pudore che chiedo a tutti e a tutte di regalare oggi a Giulia un sorriso». «Le diamo la laurea – ha detto – e vogliamo festeggiare la laurea di una nostra studentessa. Giulia sapeva lasciare un segno nelle persone che incrociava. Giulia era sorridente e interessata. Giulia era quello che si dice un primo violino. Ogni docente individua in aula uno studente che può dare un feedback sulle lezioni. Il primo violino. Ecco, era lei». Poi sono intervenuti il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Gaudenzio Meneghesso e la relatrice della tesi di laurea di Giulia, Silvia Todros.
La ministra Bernini: l’indifferenza un insulto a Giulia
L’ultimo intervento è stato quello della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. «Questa è la giornata delle emozioni», ha detto. Per la ministra la laurea alla memoria di Giulia è «un atto dovuto», poiché quelli del femminicidio sono temi «che non hanno un colore politico ma ci uniscono tutti». «Ognuno di noi deve fare qualcosa – ha aggiunto -. Non esiste l’indifferenza, perché è un insulto a Giulia».
Di Pierfrancesco Carcassi e Alice D’Este – FONTE: https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/padova/cronaca/24_febbraio_02/la-cerimonia-di-laurea-di-giulia-cecchettin-lo-striscione-fuori-dall-universita-educazione-contro-la-violenza-b017eafa-8efa-47a2-80cc-8d0c18e4fxlk.shtml