Attualmente, in diversi sondaggi la SPD ha superato la CDU, dopo una forte crescita registrata nelle ultime due settimane. Secondo l’istituto Insa, il vantaggio sarebbe addirittura di cinque punti (25% contro 20%): si tratterebbe del dato più alto per i socialdemocratici da più di un anno, oltre che di un record negativo assoluto per la CDU. Una situazione impensabile fino a poche settimane fa e che scombina le previsioni degli analisti
di Antonino Gulisano
Fra tre settimane, il 26 settembre, si terranno le elezioni federali in Germania.
Prima di ogni altra cosa, saranno le elezioni che sanciranno la fine dell’era di Angela Merkel, la quale ha annunciato di non volersi più candidare.
Questa considerazione basta a comprendere come il voto di settembre sia un appuntamento destinato a segnare il futuro del Paese, uno spartiacque importantissimo per la Bundesrepublik, che arriva in un momento di grande incertezza per il quadro politico tedesco.
Quali sono gli scenari che si apriranno? Leggendo i sondaggi CDU e SPD appaiono sostanzialmente appaiate. Nelle ultime settimane si è registrato un calo dei Verdi e la crescita nei sondaggi di Olaf Scholz, candidato socialdemocratico, che ha cambiato la situazione, rendendo apertissima la partita a poche settimane dal voto.
Nell’ultimo anno, infatti, le dinamiche in atto sembravano chiare e costanti. Da una parte, c’era il calo della CDU, orfana di Merkel e con problemi di leadership.
I cristiano-democratici rimanevano primo partito, ma con percentuali più basse rispetto a quelle a cui erano abituati.
Da tempo si assisteva a una crescita sostenuta dei Verdi, che negli ultimi mesi hanno sorpassato la CDU nei sondaggi, divenendo, seppur per breve tempo, primo partito.
Per molto tempo, le elezioni sono sembrate una sfida a due tra CDU e Grüne, con i socialdemocratici della SPD relegati intorno al 15%.
Nelle ultime settimane, tuttavia, il calo dei Verdi e la crescita nei sondaggi di Olaf Scholz candidato della SPD (partito socialdemocratico) ha cambiato la situazione, rendendo apertissima la partita a poche settimane dal voto.
I Verdi sembravano destinati a essere la vera sorpresa di queste elezioni. In crescita da diversi anni, hanno un programma dedicato soprattutto alle grandi questioni ambientali e al ruolo di influenza della Germania sul tema dei diritti umani in Europa e nel mondo, ma non tralasciano una serie di proposte in campo sociale.
Recentemente, però, la candidata è stata coinvolta in una serie di scandali, come l’accusa di aver mentito nel CV (curriculum vitae) e di aver copiato parti del suo ultimo libro. Anche a causa di ciò, i Verdi hanno in parte perso il potenziale accumulato, scendendo nei sondaggi e rischiando di diventare la grande incompiuta di queste elezioni.
Il candidato a cancelliere Laschet rappresenta la continuità del gruppo dirigente merkeliano, ma la sua figura non entusiasma particolarmente l’elettorato e spesso non convince troppo nemmeno la base della CDU. In questa situazione, per la CDU, la priorità è innanzi tutto compattare e stabilizzare il partito, dando un futuro alla sua classe dirigente. Perdere qualche punto percentuale, specie nella situazione attuale, potrebbe essere per molti cristiano-democratici un prezzo ragionevole per potersi garantire un prosieguo nel lungo termine.
Il programma elettorale riprende temi classici della CDU (come eliminazione di tasse sulle imprese, europeismo e reintroduzione del pareggio di bilancio), risponde più all’esigenza di conservare il sostegno delle categorie di riferimento che a quella di tentare un exploit che oggi appare difficile.
A insidiare Laschet nella conquista dell’eredità di Angela Merkel è il candidato dei socialdemocratici, Olaf Scholz. Attuale Ministro delle Finanze e vicecancelliere nel governo Merkel. Scholz è un politico di lungo corso e viene visto come competente e dotato di un’aura di sobrietà gradita ai tedeschi.
Durante la pandemia è stato apprezzato dall’elettorato per aver rivisto alcuni dogmi economici tipicamente tedeschi sul debito pubblico, sbloccando aiuti fondamentali per il Paese (anche a livello europeo ha ammorbidito le sue posizioni sugli eurobond in vista dell’approvazione del Recovery Fund).
Un profilo diverso da quello della nuova leadership, e non è escluso che, in un partito in aperta crisi, la candidatura di Scholz fosse anche un modo per liberarsi di uno scomodo rivale. Ma oggi, la sua figura potrebbe diventare un enorme vantaggio per la SPD: Scholz piace a quella parte di elettorato che vuole un cambiamento nella continuità, superando l’era Merkel senza sconvolgimenti troppo marcati.
Molti sondaggi evidenziavano come, in un sistema dove si votasse direttamente il Cancelliere, lui avrebbe più consenso del suo partito, mentre due settimana fa un’indagine di Statista ha rivelato come quasi il 60% dei tedeschi lo ritenga adatto a fare il Cancelliere, contro il 28% di Laschet e il 23% di Baerbock.
Il primo confronto televisivo tra i tre candidati è sembrato confermare questa percezione. Baerbock ha affermato chiaramente che solo il suo partito può rappresentare un vero cambiamento, mentre Laschet ha insistito sul fatto che in Germania la CDU è da sempre sinonimo di stabilità. Scholz, però, ha sostenuto la necessità di andare oltre la Merkel senza gettar via il lavoro fatto in questi anni, di fatto proponendosi come candidato alternativo alla CDU ma senza rappresentare una rottura radicale col passato.
L’intento di sminuire l’operato di Scholz, da parte dei moderati e del CDU, sembra non essere riuscito a presentare Scholz come personalità non adatta per i moderati e, anzi, dopo il confronto, un sondaggio online di NTV ha mostrato come per il 36% degli spettatori il vincitore fosse proprio Scholz, contro il 25% di Laschet e il 30% di Baerbock.
Attualmente, in diversi sondaggi la SPD ha superato la CDU, dopo una forte crescita registrata nelle ultime due settimane. Secondo l’istituto Insa, il vantaggio sarebbe addirittura di cinque punti (25% contro 20%): si tratterebbe del dato più alto per il socialdemocratici da più di un anno, oltre che di un record negativo assoluto per la CDU. Una situazione impensabile fino a poche settimane fa, e che scombina moltissime previsioni degli analisti.
È difficile prevedere come evolveranno le cose in queste ultimi, frenetici giorni di campagna elettorale. Se i dati fossero confermati, però, la SPD potrebbe avere un ruolo di primo piano nel determinare la formazione di una nuova maggioranza. L’attuale dirigenza SPD, infatti, ha spesso fatto intendere di non voler governare ancora con la CDU e in questa prospettiva si potrebbe giungere ad un’esclusione dei cristiano-democratici dal governo. I dati, in questo senso, sono a favore di una tale prospettiva: un sondaggio a risposta multipla di Politbarometer ha rivelato che le coalizioni viste meglio dai tedeschi sono la Ampel con SPD primo partito (il 37% dei tedeschi la giudicherebbe positivamente).
Le prossime tre settimane potrebbero riservare altre sorprese, rendendo davvero difficile fare pronostici. L’unica certezza, a pochi giorni dalle elezioni, è che la fase di transizione post-Merkel sarà più incerta di quanto non sembrasse anche solo pochi mesi fa.
Aspettiamo il 26 Settembre e vedremo se le previsioni dei sondaggi sono realistiche.
(Nella foto: i tre sfidanti per la successione ad Angela Merkel. Da sinistra: Annalena Baerbock – Verdi, Armin Laschet – CDU e Olaf Scholz – SPD)