AGI – È pari a 3,1 miliardi di dollari la copertura assicurativa della Ever Given, la nave cargo che da sei giorni blocca il Canale di Suez, dove passa il 10% delle merci trasportate via mare nel mondo. Una somma enorme che potrebbe però rivelarsi insufficiente a coprire le richieste che potrebbero arrivare dagli armatori delle 200 imbarcazioni rimaste ferme e dai proprietari dei rispettivi carichi. È quanto hanno riferito al Wall Street Journal fonti del programma assicurativo della Shoei Kisen Kaisha, la compagnia giapponese che possiede la nave.
Effetto domino
Se il transito attraverso il canale non verrà ripristinato in fretta, sottolinea il quotidiano statunitense, l’effetto domino toccherà presto i destinatari delle forniture, dalle fabbriche che attendono materiale per le catene di montaggio ai distributori che non riusciranno a riempire alcuni scaffali. In un’autentica tempesta perfetta per il settore assicurativo, gli armatori delle navi bloccate potrebbero inoltre chiedere presto i danni per le mancate consegne che avevano in programma una volta portati a destinazione i carichi fermi. Infine, molti dei soggetti coinvolti non batteranno cassa solo presso la Ever Given ma, come ovvio, anche presso le compagnie di assicurazione tramite le quali sono protetti da simili evenienze.
Quale sarà il conto finale è per ora impossibile persino da ipotizzare, ha dichiarato al ‘Wall Street Journal’ Marcus Baker, responsabile del comparto marittimo per il broker assicurativo Marsh. “Non c’è nulla di sicuro al momento”, ha commentato Baker. È invece certo che, se – come probabile – la copertura assicurativa della Ever Given non basterà a soddisfare tutte le richieste, alle parti lese non resterà che denunciare la Shoei Kisen Kaisha per ottenere il risarcimento, con l’apertura di un fronte legale dalle conseguenze economiche altrettanto ardue da stimare.
Va inoltre sottolineato che il contratto assicurativo standard per i carichi trasportati via mare copre solo la perdita o il danneggiamento del carico, osserva Michael Pellegrini, responsabile del settore cargo per il Nord America di Marsh. Ciò significa che le aziende prive di una copertura per i ritardi (chi la possiede si è già fatto sentire, ha confermato la società svedese specializzata Nordic Marine Insurance) potranno ottenere compensazione per i ritardi solo portando in tribunale l’armatore della Ever Given.
Una lunga battaglia legale
“Ci saranno parecchie cause”, prevede John Miklus, presidente dell’American Institute of Marine Underwriters, associazione di categoria degli assicuratori marittimi Usa. “Non posso prevedere quanto successo avranno ma non è diverso da tante situazioni simili”, ha dichiarato Miklus al Wall Street Journal, “si tenta di rivalersi sulla parte responsabile, la parte che ha causato l’incidente”.
Sull’identità delle compagnie di assicurazione e riassicurazione che forniscono la copertura alla Ever Given si sa ancora poco, salvo che i contratti sono stati firmati sul mercato giapponese. La filiale inglese del Protection and Indemnity Club, associazione di 13 mutue assicuratrici che copre il 90% delle merci che circolano sui mari del mondo, ha confermato di essere responsabile per i reclami che arriveranno dai proprietari del carico ma non ha rilasciato ulteriori commenti né ha fornito stime sul possibile ammontare dei riconoscimenti.
Nick Shaw, amministratore delegato dell’International Group of Protection and Indemnity Clubs, si è limitato, da parte sua, a riferire che “oltre 20 delle 25 maggiori compagnie di riassicurazione sostengono la copertura a disposizione della Ever Given”, che può contare inoltre su un ulteriore miliardo di dollari destinato, peroò solo a eventuali danni ambientali dovuti alla fuoriuscita di carburante.
Sul conto da pagare non si fanno nemmeno congetture, quindi. L’unica cosa certa è che la cifra cresce di ora in ora.
Source: agi