La denuncia del centrodestra: "Durante il 25 aprile violate le restrizioni"


Con i cortei vietati causa coronavirus e le celebrazioni nei luoghi simbolo della Resistenza ridotte all’osso, le polemiche sulla Festa del 25 Aprile si sposta sui social. È in particolare Matteo Salvini che, dopo aver ringraziato chi “75 anni fa, oggi e domani, ha messo, mette e metterà al centro della propria vita la battaglia per la Libertà”, attacca sui social le “bandiere rosse” viste e riprese per le strade di Roma.

Il leader della Lega pubblica una fotografia in cui si vede un gruppo di persone camminare su un marciapiede con delle bandiere rosse e la mascherina: “Oggi a Roma”, è il commento di Salvini: “Senza polemica, solo una riflessione. Gli Italiani sono chiusi in casa, niente funerali, messe e matrimoni, niente bimbi nei parchi giochi, multe a chi corre o porta il cane lontano da casa. Ma con la bandiera rossa tutto è possibile. Boh…”. Poco dopo, Salvini pubblica un altro breve video in cui delle persone, che sembrano essere le stesse riprese in precedenza, sono sedute sui bordi di una aiuola con delle agenti della Polizia locale di Roma a controllare il rispetto della distanza di sicurezza.

Stessa perplessità mostrata dalla deputata leghista Barbara Saltamartini: “Italiani chiusi in casa nel rispetto delle regole. Molti di loro non hanno neanche potuto dare un ultimo saluto ai propri cari defunti ma loro tutti insieme in corteo per le vie di Roma. Dov’è la sicurezza?”. Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia si chiede: “Dopo aver visto cortei, assembramenti, gente in giro autorizzata a fare ciò che è proibito a milioni di famiglie italiane con che faccia il ministro degli Interni Lamorgese resterà al suo posto?”.

Per il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ad aver disobbedito alle restrizioni sarebbero stati i centri sociali: “Oggi i centri sociali non hanno evitato gli assembramenti, perché non hanno seguito l’esempio del Presidente Mattarella?”. Ma non è solo quanto avviene a Roma a far scattare la reazione degli esponenti politici dell’opposizione.

Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, denuncia che “decine di persone si sono assembrate” in via del Pratello, a Bologna, per le celebrazioni del 25 aprile, “senza nemmeno rispettare le distanze di sicurezza”. E aggiunge: “Ciò che è ancor più intollerabile è il fatto che il presidente di quartiere, Lorenzo Cipriani, data l’alta partecipazione, abbia deciso di tenere anche un pubblico discorso, prolungando dunque la presenza delle persone in strada”.

Iniziativa rivendicata è quella del centro sociale Gabrio di Torino che oggi ha voluto, come ogni anno, salutare il partigiano Dante Di Nanni, medaglia d’oro della Resistenza: “È più che mai il momento di riprenderci gli spazi di cui ci hanno privato, rivendicando che sappiamo prenderci cura delle nostre comunità, è il momento di tornare insieme per continuare la Liberazione”, si legge in un post del centro sociale i cui militanti, stamattina, hanno percorso le vie del quartiere San Paolo, augurando un buon 25 Aprile di resistenza ai residenti.

“Le norme vigenti – dicono – ci impediscono di fare assembramenti e di scendere in piazza, ma abbiamo deciso di portare comunque il nostro saluto al compagno partigiano Dante di Nanni perchè per noi questo giorno non è una semplice ricorrenza e lo stare insieme è importante per riconoscerci nel solco di quelle lotte”.

A fare discutere, tuttavia, sono anche i post utilizzati dagli esponenti dei partiti di maggioranza e opposizione per celebrare la ricorrenza. Il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, pubblica il video con la scena finale del film di Roberto Benigni, “La Vita è bella”, che si conclude con i carri armati americani che entrano nei campi di sterminio.

Nella realtà storica, tuttavia, fu l’Armata Rossa ad aprire i cancelli dei lager, come alcuni follower ricordano a Benigni e, di conseguenza a Marattin. Altri si soffermano sul fatto che il deputato parli in generale di “giovani italiani” e ringrazi “gli alleati” per aver liberato l’Italia dal nazifascismo senza mai utilizzare le parole “partigiani” o “Resistenza”. 

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Fonte: politica agi