La crescita economica italiana avvolta in allarmanti incertezze


Dinanzi all’imprevedibile conflitto russo-ucraino e alle incerte dinamiche geopolitiche e, soprattutto, geo-economiche, anche per l’Italia c’è uno scenario da shock, con ripercussioni sul PIL, sulla domanda delle famiglie e sull’occupazione

di Antonino Gulisano

La nota mensile Istat di febbraio fotografa un’Italia in preda all’incertezza economica a causa degli eventi geopolitici come la guerra e dei trend quali inflazione alle stelle e crisi energetica.

Il nostro Paese si trova coinvolto pienamente nello sconvolgimento portato dalla guerra, tra prezzi energetici alle stelle e pesanti sanzioni finanziarie contro Mosca che hanno ripercussioni anche sull’Europa.

Dinanzi all’imprevedibile conflitto e alle incerte dinamiche geopolitiche e, soprattutto, geo-economiche, anche per l’Italia c’è uno scenario da shock, con ripercussioni sul PIL, sulla domanda delle famiglie e sull’occupazione.

Siamo tornati alla crisi energetica della crisi petrolifera del 1973? Forse SI, ma in un contesto peggiorato da eventi sanitari come la pandemia del Coronavirus19 e della guerra Russia Ucraina.

Nell’ottobre del 1973, giorno della ricorrenza dello Yom Kippur (6 ottobre), Egitto e Siria attaccarono Israele; questa guerra ha appunto preso il nome da quella festa ebraica di espiazione, cioè Guerra del Kippur (6-25 ottobre 1973). I paesi arabi associati all’OPEC (l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) decisero di sostenere l’azione di Egitto e Siria tramite robusti aumenti del prezzo del barile ed embargo nei confronti dei paesi maggiormente filo-israeliani. Le misure dell’OPEC condussero ad una impennata dei prezzi e ad una repentina interruzione del flusso dell’approvvigionamento di petrolio verso le nazioni importatrici.

La crisi pose fine al ciclo di sviluppo economico che aveva caratterizzato l’Occidente negli anni cinquanta e sessanta. Pesanti furono le conseguenze dell’Austerity sull’industria, che per la prima volta si trovò costretta ad affrontare il problema del risparmio energetico.

L’Italia può vivere senza il gas russo?

Italia si avvia verso uno shock economico?

Sono domande che si pone la nota dell’ISTAT di febbraio.

La situazione attuale, i dati mettono in evidenza che: nel quarto trimestre 2021 c’è stata una decelerazione della ripresa; a gennaio 2021 la produzione industriale è diminuita e le vendite al dettaglio hanno subito una flessione; a febbraio 2022, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA ha evidenziato un aumento tendenziale, segnando il 6,2%, quattro decimi di punto in più rispetto alla media dell’area euro

Sebbene il PIL abbia registrato nell’ultimo trimestre 2021 la quarta variazione congiunturale positiva dell’anno, con un +0,6%, i consumi finali nazionali sono stati un po’ più deboli e la produzione industriale di gennaio 2022 ha mostrato un 3,4% rispetto a dicembre.

I prezzi al consumo sono stati sotto osservazione. Le persistenti tensioni geopolitiche stanno lasciando il segno: i prezzi della componente energia hanno segnato a febbraio una variazione tendenziale di 45,9% trainati dalle quotazioni degli energetici regolamentati (+94,4%) che riflettono i rincari delle bollette di luce e gas. Anche i listini dei beni alimentari continuano ad aumentare (+4,7% a febbraio da 3,4% del mese scorso) sia per la voce degli alimentari lavorati (+3,2%) sia per quella degli alimentari non lavorati (+6,9%), che risentono dei rincari delle materie prime agricole.

Le premesse non sono buone e i movimenti al rialzo che stanno spingendo gas naturale e materie prime in generale, soprattutto agricole, avranno un impatto ancora sull’inflazione italiana.

Anche il commercio nazionale è avvolto nell’incertezza con la guerra. L’Istat ha sottolineato che in realtà la Russia non è, nel complesso, un fornitore di prodotti così rilevante (rappresenta il 3% la quota sul totale delle importazioni) “ma è determinante per l’approvvigionamento di materie prime, fornendo oltre il 40% degli acquisti di gas dell’Italia dall’estero e oltre il 10% dei prodotti petroliferi raffinati”.

In queste condizioni di guerra e di sanzioni economiche l’economia export si riverbera in Italia. Infatti, il mercato russo è uno dei dieci destinatari principali dell’export dei prodotti italiani dei settori dei mobili, abbigliamento e macchinari.

Secondo il modello macroeconomico MeMo-It dell’Istat, a parità di altre condizioni, il PIL italiano risulterebbe inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto a quello stimato in uno scenario base in qui le quotazioni dei beni energetici rimanessero sui livelli di inizio anno.

L’inflazione, dunque, potenzialmente può avere come effetto uno shock sulla ripresa italiana.

La guerra in Ucraina sta complicando lo scenario economico e finanziario globale.

Si preannunciano ore e giornate frenetiche tra balzo dei prezzi dei metalli e delle materie prime in generale, crisi energetica in Europa, rischio default per la Russia e annuncio di Biden di un bando sull’acquisto di petrolio e gas da Mosca.

Mentre la diplomazia fatica e il disegno di Putin resta saldo nel voler conquistare il territorio ucraino, i Paesi occidentali si muovono sulla strada delle sanzioni. E i mercati globali restano scossi da terremoti.

La banca centrale russa ha vietato agli istituti finanziari nazionali di vendere valuta in contanti a cittadini che non hanno già conti per un periodo di sei mesi a partire dal 9 marzo, nel tentativo di fermare il crollo del rublo. I titolari di conti possono prelevare fino a $ 10.000 in contanti, ma i prelievi aggiuntivi saranno in rubli ai tassi di cambio di mercato. La stessa Banca centrale russa è vicina al default, cioè al fallimento per liquidità e valuta straniera.

In questo scenario di incertezza e conflitto della guerra armata e economica, la guerra ucraina spinge anche le stime del PIL mondiale ad aggiornarsi al ribasso. Per S&P, l’economia mondiale avrà un calo di 70 punti base e l’Europa sarà più colpita, con una crescita al 3,2% (1,2% in meno). Gli USA, meno coinvolti dal terremoto economico russo, cederanno ma solo dello 0,7%.