La California vota per posta e Trump s'infuria


Il governatore della California, Gavin Newsom, ha firmato un ordine esecutivo che autorizza il voto per posta in vista delle presidenziali di novembre.

Il sistema non esclude la possibilità di andare ai seggi, ma rappresenta un atto politico importante perché è il primo stato a legiferare su un tema che ha generato spaccature tra democratici e repubblicani: i primi spingono per il voto per posta, i secondi si oppongono.

Donald Trump parla apertamente di “truffa” e sostiene che i Dem “stanno cercando di rubare un’elezione”.

Prima della decisione di oggi, il presidente si era detto contrario: “È una cosa terribile – ha commentato di recente – se vuoi votare, vai al seggio. C’è il rischio di falsare le elezioni”. “È un atto enorme – ha ribattuto il segretario di stato californiano, Alex Padilla – non c’è modo più sicuro che garantisca il distanziamento sociale, della possibilità di esercitare il diritto di voto direttamente da casa”.

I democratici sostengono che in tempi di pandemia il voto per posta sarebbe necessario per evitare assembramenti.

La maggior parte dei volontari ai seggi è formata da persone anziane, la fascia più a rischio per le conseguenze di un eventuale contagio.

La Commissione elettorale repubblicana, che si è già espressa a sfavore, ha annunciato che studierà “opzioni legali” per evitare che altri stati seguano l’esempio della California. “è un tentativo di minare la sicurezza delle elezioni”, ha commentato il capo della comunicazione della campagna presidenziale, Tim Murtaugh.

In realtà, il sistema porta implicazioni politiche: in base ad alcuni sondaggi, il “voto indiretto” favorirebbe i democratici, considerando che il loro elettorato medio è più istruito, mentre la lontananza dal seggio potrebbe scoraggiare gli elettori conservatori.

Oregon, Washington, Colorado, Utah e Hawaii da tempo adottano il sistema del voto per posta. I casi di frode sarebbero stati pochi. In altri 28 stati gli elettori possono scegliere se votare da casa, senza dover fornire motivazioni.

In realtà negli ultimi anni un numero crescente di americani ha scelto questo sistema: dal 2000, secondo i dati forniti dal Vote at Home Institute, più di 250 milioni di voti sono stati dati con questo sistema.

Nel 2018 hanno votato da casa 31 milioni di americani, il 25,8 per cento dell’intero elettorato, e molti erano repubblicani.

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Fonte: estero agi