La caduta dell'ultimo bastione del Califfato, la Siria adesso è libera 


Baghuz è caduta e con la perdita dell’ultimo bastione dell’Isis il Califfato è stato cancellato dalla Siria.

Dopo i ripetuti annunci degli ultimi giorni, è arrivata la conferma dei combattenti curdi della Forze Democratiche Siriane (Sdf), sostenuti dalla coalizione internazionale a guida Usa.

“Le Sdf dichiarano la totale eliminazione del cosiddetto Califfato e la sconfitta territoriale al 100% dell’Isis”, ha fatto sapere il portavoce Mustefa Bali, mentre su uno dei principali edifici della località sventola la bandiera gialla delle forze curde, al posto del vessillo nero del gruppo jihadista.

“La vittoria contro Daesh è stata portata a termine”

“Baghuz è stata liberata. La vittoria militare contro Daesh è stata portata a termine”, ha proseguito il portavoce.

Per due mesi il villaggio nella Siria orientale, al confine con l’Iraq, è stato al centro dell’ultima offensiva contro i terroristi islamici dell’Isis.

Nel corso dei combattimenti è rimasto ucciso anche il volontario fiorentino Lorenzo Orsetti, arruolato nelle milizie curde, ed è rimasto ferito, fortunatamente senza gravi conseguenze, il fotografo Gabriele Micalizzi. 

È venuta così a cadere l’ultima roccaforte del Califfato, autoproclamato da al-Baghdadi nel 2014 e che nel momento di massima espansione si estendeva su vaste porzioni di Siria e Iraq.

Il comandante curdo, Ciya Firat, si è complimentato con i suoi miliziani per la “storica vittoria”.
Sabato la Casa Bianca aveva già proclamato la vittoria, ma i bombardamenti della coalizione e i combattimenti con gli ultimi irriducibili miliziani jihadisti ai piedi del monte Al Baghuz, sulle rive del fiume Eufrate, erano continuati nelle ore successive, nella zona rurale di Baghuz.

La mappa di Donald Trump

Le Sdf, un gruppo di milizie guidate da curdi e composte anche da arabi, hanno espulso l’Isis dalla maggior parte delle zone della Siria Nord-Orientale, tra cui Raqqa, la capitale de facto del califfato, conquistata nell’ottobre 2017 dopo quattro mesi di combattimenti. 

La campagna militare dei combattenti curdi è ripresa a settembre 2018 e si è sviluppata lentamente, soprattutto nell’ultimo mese, a causa della presenza di migliaia di civili a Baghuz, la maggior parte dei quali sono stati evacuati prima dell’assalto finale.
Con la sconfitta dell’Isis prima in Iraq e poi in Siria, sono segnalate ancora presenze sporadiche di miliziani jihadisti in vaste regioni del territorio iracheno e in zone desertiche siriane, secondo una mappa mostrata in settimana da Donald Trump ed elaborata dall’intelligence Usa. 
“Una significativa minaccia per il nostro Paese è stata “eliminata”, ha twittato il presidente francese, Emmanuel
Macron, avvertendo pero’ che “la minaccia rimane e la lotta contro i gruppi terroristici deve continuare”.

 

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Fonte: estero agi