Aspettative troppo ottimistiche di un taglio dei tassi possono mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2% nella seconda metà del 2025
Il primo passo è già stato fatto. «Mercati troppo ottimisti non aiutano la lotta all’inflazione della Bce», ha detto la presidente Christine Lagarde. Non a torto: le quotazioni, e non certo da oggi, puntano a un taglio dei tassi molto vicino, forse ad aprile, mentre l’autorità monetaria di Francoforte non vuole fare l’errore di essere troppo precipitosa nel chiudere la fase di restrizione monetaria. Anche la riunione di gennaio avrà allora lo scopo di calmare aspettative premature.
Gap troppo elevato
Se ne era discusso, del resto, già nella riunione di dicembre: il gap «eccezionalmente grande» che si è formato tra l’andamento dei tassi espresso dai prezzi sui mercati finanziari e quello alla base delle proiezioni della Bce crea «rischi al rialzo per l’andamento dell’inflazione prevista» dalla banca centrale. Più semplicemente: il fatto stesso che le quotazioni esprimano – in modalità diverse – tassi di interesse più bassi crea il rischio che l’obiettivo non venga raggiunto nella seconda metà del 2025.
È una situazione che va, evidentemente corretta. La curva dei rendimenti dei titoli di Stato – ponderata in base al Pil – è al momento più bassa di quella di diverse settimane fa. Sulle durate più lunghe pesano molti fattori, evidentemente, ma incidono in ogni caso sulle condizioni finanziarie (come espresse dall’analisi tradizionale, diverse quindi dalle condizioni di finanziamento di cui parla spesso la Bce).
…ma tassi a brevissima ancora in rialzo
RENDIMENTI A BREVE TERMINE DAL 2023
Nella porzione a brevissimo termine, che esprime e nello stesso tempo realizza la politica monetaria, la curva attuale è effettivamente ai massimi, ma anche nella porzione a breve c’è stato un forte calo. Alla scadenza dei due anni, che può essere considerata un punto di riferimento, in quanto “pavimento”, dei finanziamenti per investimenti, è ormai ai minimi da maggio.Altri elementi sembrano indicare una situazione più stabile.
L’EURO SOTTO LA MEDIA DI LUNGO PERIODO
Il cambio effettivo, che è l’altra componente – sia pure di minor peso – delle condizioni finanziarie, si muove ormai da giugno lungo un corridoio stabile, inferiore alla media di lungo periodo. Un buon segno per le prospettive di un soft landing, ma occorre che le prospettive dei tassi non alterino l’attuale tendenza.
Aspettative di inflazione vicine all’obiettivo
ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DI LUNGO PERIODO
Anche le aspettative di inflazione di lungo periodo – 2029-2034 – espresse dall’inflation rate swap si sono assestate nell’ultimo mese tra il 2,2 e il 2,3%: un livello non ancora il linea con l’obiettivo del 2%, che indica però un buon successo per l’azione della Bce. Occorre però che non si allontani di nuovo verso l’alto e, in ogni caso, è possibile che la banca centrale voglia vedere un ulteriore flessione prima di pensare a tagli dei tassi.
Il rimbalzo della velocità dei prezzi
L’INFLAZIONE IN EUROLANDIA
I dati sull’inflazione sono molto alterati – per ragioni di mero calcolo aritmetico – in questa fase: il rialzo annuale dell’indice complessivo è legato al forte calo registrato, un anno prima, nei prezzi dell’energia. Anche il ricorso all’inflazione trimestrale, utile per depurare il più possibile l’andamento da questi fattori di disturbo non permette però di estrapolare una tendenza affidabile per le decisioni della politica monetaria.
Il taglio meno vicino del previsto
Sono tutti elementi che permettono di avere un’idea sul perché la Bce non può tagliare i tassi troppo presto. La Banca centrale ha, ovviamente, strumenti ben più raffinati per stimare l’andamento dell’inflazione e le indicazioni sono chiare: l’ultimo miglio è più lento e difficile, il rischio di dichiarare vittoria troppo presto è elevato, l’inflazione tornerà in modo sostenibile all’obiettivo nel 2025, mercati troppo ottimisti possono compromettere questo risultato. Sarà questo il fondale sul quale la Bce rappresenterà a gennaio la sua comunicazione.
di Riccardo Sorrentino – fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/la-bce-prova-correggere-mercati-AFJNtQRC