Con l’immissione in circolazione dell’euro si è instaurato un legame sempre più stretto fra la Banca centrale europea (BCE) e oltre 300 milioni di cittadini europei. La nuova valuta assolve essenzialmente le tre funzioni classiche della moneta: costituisce un mezzo di scambio, una riserva di valore e un’unità di conto; ma il suo ruolo investe anche molti altri aspetti. L’avvio della Terza fase dell’Unione economica e monetaria, il 1° gennaio 1999, ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella storia dell’integrazione europea. Nei primi tre anni della sua esistenza, l’euro è stato appannaggio di una cerchia ristretta di addetti ai lavori, appartenenti principalmente alle professioni del settore bancario e finanziario. Ma con l’introduzione delle banconote e monete, il 1° gennaio 2002, tutti i cittadini hanno vissuto un cambiamento epocale. Oltre a svolgere un ruolo cruciale per l’economia dei dodici paesi che l’hanno adottato, l’euro costituisce ad oggi il simbolo più tangibile di una comune “identità europea”. Il coraggio e la lungimiranza delle decisioni politiche che hanno condotto alla nascita dell’euro sono anche all’origine dell’istituzione della BCE. Quest’ultima forma, insieme alle banche centrali nazionali dei dodici paesi aderenti all’area dell’euro, un’entità denominata “Eurosistema”, il cui obiettivo primario è il mantenimento della stabilità dei prezzi all’interno dell’area. La Banca centrale europea, in quanto perno di questa struttura, attribuisce la massima importanza a un’efficace attività di comunicazione, tesa a spiegare ai cittadini quali sono gli obiettivi perseguiti, come questi vengono realizzati e quali sfide si prospettano per il futuro. Ciò costituisce di per sé una sfida, data la pluralità delle culture, lingue e tradizioni che caratterizza il contesto in cui opera la BCE. I destinatari delle informazioni sono le popolazioni di una regione che si estende da un estremo all’altro del nostro continente: dal Circolo polare artico al Mar Mediterraneo. La BCE persegue i principi della chiarezza e della trasparenza nel riferire al pubblico i dati su cui essa fonda le proprie decisioni.
Willem F. Duisenberg