Italia saluta Berlusconi. Cori e applausi per ‘ultimo show’


L’Italia saluta Silvio Berlusconi. L’addio al Cavaliere si è consumato in un Duomo di Milano gremito e in una lunga diretta televisiva trasmessa, dalla partenza del feretro da Villa San Martino Arcore, sui canali della tv pubblica e privata. Fuori dalla cattedrale, circa diecimila persone hanno assistito alla cerimonia religiosa dai quattro maxi-schermi allestiti. Rumoroso il saluto della curva del Milan, con cori da stadio (‘C’è solo un presidente’) e maxi-bandiere rossonere. Pochi invece i vessilli di partito.
Dentro la cattedrale, la formula delle esequie di Stato ha reso solenne una cerimonia cui ha partecipato tutta l’Italia che conta. Dal mondo delle istituzioni, rappresentato al suo massimo livello dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e i due presidenti della Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Ai mondi della politica, con il governo schierato al completo, della finanza, dello spettacolo e dello sport.
In chiesa è apparsa evidente la forte commozione della famiglia, e in particolar modo della compagna Marta Fascina, scoppiata in lacrime più di una volta, in prima fila, accanto alla primogenita di Berlusconi, Marina, anche lei molto turbata. Poi gli altri figli Pier Silvio, Barbara, Luigi e il fratello Paolo. Pier Silvio e Marina hanno accompagnato Marta tenendola per mano all’ingresso e all’uscita della cattedrale. Alla funzione presenti anche l’ex moglie Veronica Lario, in seconda fila con nuore e generi di Berlusconi, e l’ex compagna Francesca Pascale. Tutti i figli, alla conclusione della cerimonia, hanno tenuto a ringraziare la folla in piazza.
La cerimonia è stata scandita dalla ritualità delle esequie di Stato. Il feretro, preceduto dai corazzieri con la corona del presidente della Repubblica, è stato accolto con il picchetto d’onore e scortato da sei carabinieri. Al termine della funzione religiosa è stato eseguito il ‘silenzio’. Funzione che ha avuto la sua centralità nell’omelia pronunciata dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Mentre nessuno dei familiari è intervenuto. “Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà”, ha premesso Delpini. “Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”, ha concluso, tra gli applausi.
Al termine della cerimonia, Mattarella, La Russa, Fontana e Giorgia Meloni si sono fermati brevemente sul sagrato della cattedrale per porgere le condoglianze e salutare affettuosamente la compagna e i figli dell’ex premier. Meloni ha poi postato un video omaggio a Berlusconi: “Non ti dimenticheremo, ti renderemo orgoglioso”, il messaggio. Dopo il funerale, il feretro è stato trasportato ad Arcore. La salma di Berlusconi sarà cremata domani nel tempio crematorio valenziano Panta Rei, in provincia di Alessandria, poi le ceneri saranno conservate nel mausoleo di Pietro Cascella, nel parco di Villa San Martino, accanto al padre del Cavaliere, Luigi, alla madre Rosa e alla sorella Maria Antonietta
    La ‘regia’ dell”ultimo show’ del Cavaliere è stata studiata nei minimi dettagli dall’azienda di famiglia, Mediaset, che con il Tg1, ha trasmesso la diretta dell’evento, dall’uscita del feretro dal cancello della villa di Arcore, alle 14:20, alla conclusione della cerimonia.
Al funerale ha partecipato il governo, nel formato completo. Oltre a ex presidenti del Consiglio come Mario Draghi e Matteo Renzi, il commissario Ue Paolo Gentiloni, il presidente del Ppe Manfred Weber. Per l’opposizione, una folta delegazione del Pd, guidata dalla segretaria Elly Schlein, oltre a Dario Franceschini e Piero Fassino, e i due capigruppo di Camera e Senato, Francesco Boccia e Chiara Braga.
Presenti i capi di Stato di tre Paesi: il presidente iracheno, Abdul Latif Rashid, l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, i capitani reggenti della Repubblica di San Marino, Alessandro Scarano e Adele Tonnini. Due capi di governo – nessuno dei Paesi del G7 – il primo ministro ungherese, Viktor Orban, e il premier albanese, Emi Rama, i ministri degli Esteri di Croazia, Kosovo, Malta e Tunisia. In Duomo anche rappresentanti dei governi di Armenia, Paesi Bassi, Serbia e un inviato speciale del primo ministro giapponese Fumio Kishida, oltre 47 ambasciatori e sette incaricati d’affari.
     Tra i vip e gli esponenti del mondo dello spettacolo, Maria De Filippi, seduta in seconda fila, Iva Zanicchi, Lorella Cuccarini, Gerry Scotti, Massimo Boldi, Lele Mora, Ilary Blasi, Barbara D’Urso, Alba Parietti, gli inviati delle ‘Iene’. E poi tutta la dirigenza Mediaset, esponenti del mondo dello sport, come, tra gli altri, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente dell’Inter Steven Zhang, Franco Carraro e Claudio Lotito. Ex fedelissimi come Angelino Alfano e Denis Verdini che, ai domiciliari per una condanna definitiva per bancarotta, ha avuto l’ok dei giudici a partecipare alle esequie. Poi l’alleato storico Umberto Bossi. Il presidente di Enel Paolo Scaroni e quello di Confcommercio, Carlo Sangalli. Sindaci come Giorgio Gori e il padrone di casa Giuseppe Sala. Governatori come Massimiliano Fedriga, Luca Zaia, Attilio Fontana, Roberto Occhiuto e Alberto Cirio. La cerimonia, corale e molto partecipata anche dalla folta delegazione di Forza Italia, ha dato modo alla famiglia di mostrare un’immagine di unione. I figli di Berlusconi in prima fila con il fratello Paolo, sono apparsi tutti molto commossi. Elegantissime e molto sobrie le figlie più giovani, Barbara ed Eleonora, in tailleur longuette, la prima con cerchietto gioiello sul capo, la seconda con cappellino e veletta. In tailleur scuro anche la madre Veronica Lario, che indossava una collana con diversi giri di perle – simbolo del lutto – e una spilla raffigurante una ape regina appuntata sul bavero della giacca.
    Tregua e unione – seppur apparenti – anche nel partito, dopo la tensione di ieri sull’inattesa richiesta di conferma delle nuove nomine durante la riunione del comitato di presidenza che doveva limitarsi ad approvare il bilancio. Antonio Tajani, anche lui molto commosso, in Duomo si muoveva con l’agilità del ‘padrone di casa’. Seduto di fianco al vice presidente della Camera Giorgio Mulè per rispetto del protocollo, il vice premier si è limitato a scambiarsi con Mulè il gesto della pace durante una messa in cui non si sono scambiati una parola. Pace che ancora non si può dire regni dentro Forza Italia, divisa tra le diverse fazioni, ronzulliani, tajaniani, fasciniani.
“Non si deve scappare da Forza Italia”, ha ammonito Claudio Scajola, uno di quelli che, con Berlusconi, fondò FI nel 1994. “Bisogna guardare con coraggio il futuro è portare l’eredità di Berlusconi”, ha aggiunto, lavorare per una alleanza tra “cattolici, liberali e riformisti: aprire e non chiudere”. “Il pericolo più grande per Forza Italia è che ci sia il ‘fuggi fuggi’ per chi cerca prospettiva personale. Abbiamo una leader di governo molto capace e penso sia la prima a sperare che non ci sia un fuggi fuggi da FI. Penso che Tajani abbia equilibrio, buon senso e moderazione per cogliere che questo momento bisogna guardare al futuro stando insieme”, ha concluso. (AGI)