Istat: nel ’23 italiani meno sedentari, 46,3% in eccesso di peso


Nel 2023 la quota di persone adulte in eccesso di peso raggiunge quasi il 50% nel Mezzogiorno (36,8% in sovrappeso e 13,1% con obesità), mentre nel Nord si registrano prevalenze più basse (31,7% in sovrappeso e 10,7% con obesità). Si osservano prevalenze particolarmente elevate in Puglia (51,1%), Campania (51%), Basilicata (50%) e Calabria (49,8%).
Rispetto al 2022, aumenta leggermente la quota di eccesso di peso nelle regioni del Centro e del Nord-est e, viceversa, si riduce leggermente nelle regioni del Mezzogiorno (da 50,1% a 48,8%); la situazione si mantiene pressoché stabile nel Nord-ovest.
L’analisi territoriale mostra anche per la sedentarietà una simile distribuzione sul territorio ma con differenza Nord-Mezzogiorno ancora più marcate. Le prevalenze di persone che non svolgono sport né attività fisica aumentano significativamente passando dal Nord (24,3%) al Centro (29,4%) e al Mezzogiorno (47,5%). In particolare, nella maggior parte delle regioni meridionali e insulari circa metà della popolazione non pratica sport né attività fisica, fatta eccezione per la Sardegna dove la percentuale di sedentari si attesta al 33%. Le percentuali più elevate di sedentarietà si rilevano in Basilicata (52,9%), Campania (52,5%), Sicilia (51,2%) e Puglia (48,1%).
Per l’eccesso di peso si osservano marcate differenze rispetto al titolo di studio conseguito. Infatti, tra le persone con almeno la laurea la prevalenza di eccesso di peso è pari al 34,7% (27,3% in sovrappeso e 7,5% obese), sale tra i diplomati (46,3%, di cui 11,6% in sovrappeso e 34,7% obese) e raggiunge il 56,5% (15,3% e 41,2%) tra quanti hanno al massimo la licenza della scuola media inferiore. Tale andamento si osserva in tutte le fasce di età, sia per gli uomini sia per le donne.
Analogamente, anche i livelli di inattività fisica sono più elevati tra le persone con titolo di studio più basso: la prevalenza di chi non pratica sport né attività fisica nel tempo libero è pari al 17,9% tra chi ha almeno la laurea, sale al 29,1% tra i diplomati e raggiunge il 55,6% tra quanti hanno al massimo la licenza media. Le differenze più marcate si osservano per le persone adulte di 25-44 anni, tra le quali la quota di persone con basso titolo di studio che non praticano sport o attività fisica è tre volte e mezzo rispetto a quella di chi ha i titoli di studio più elevati (50,9% contro 14,9%). (AGI)