Israele, scontro nel governo su aperture e piano economico


AGI –  Discussione in corso in Israele sull’allentamento delle misure restrittive anti-Covid, alla luce del calo dei casi: il governo sta ragionando sulla riapertura di negozi e servizi, puntando a ‘premiare’ i vaccinati. Così, centri commerciali, palestre, hotel e altre strutture potrebbero già riaprire i battenti all’inizio della prossima settimana per chi ha un certificato di immunità, lasciando al resto della cittadinanza negozi in strada e luoghi di preghiera.  

La riunione di gabinetto di ieri si è conclusa con un nulla di fatto e durante il nuovo incontro oggi continuano a registrarsi forti differenze tra le due anime del governo. Blu e Bianco sta facendo pressioni per la revoca di ulteriori misure di lockdown questa settimana, dopo i primi allentamenti decretati. Di diverso avviso il ministro della Salute, Yuli Edelstein del Likud, che insiste sul mantenere chiusi la maggior parte dei servizi commerciali fino alla prossima settimana. 

Sul tema si sono scontrati nuovamente il premier Benjamin Netanyahu e il leader centrista Benny Gantz: “Abbiamo bisogno di riaprire con attenzione, ci sono problemi economici”, tuttavia “la risposta non è riaprire ma trovare il giusto equilibrio mentre si riapre gradualmente”, ha sottolineato il leader del Likud, accusando la controparte di non appoggiare “il piano economico” approntato.

Accusa respinta al mittente dal leader di Blu e Bianco che ha puntato il dito contro quello che vede come un tentativo “corruttivo” del Likud di influenzare gli elettori, riaprendo tutto poco prima del voto nazionale del 23 marzo. 

Il piano economico da circa 15 miliardi di shekel (quasi 4 miliardi di euro) annunciato da Netanyahu insieme al fedelissimo, il ministro delle Finanze Israel Katz, ha suscitato sorpresa anche tra alcuni alti funzionari dello stesso ministero delle Finanze che non erano stati avvertiti della mossa. Il progetto in nove passi, che vuole dare sollievo alle categorie più colpite dalla crisi economica, verrà presentato in giornata alla Knesset, ma il timore degli esperti è che non ci siano i margini per una simile manovra.    

Intanto, il piano di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid – o in alternativa test molto frequenti – per alcune categorie professionali, a partire da insegnanti, autisti e operatori sanitari, è stato presentato nella riunione di gabinetto da Edelstein ma rischia di avere forti opposizioni legali. “Un insegnante che non è vaccinato minaccia la sicurezza degli studenti e costituisce un abuso di potere”, ha avvertito nei giorni scorsi il ministro della Salute. 

Tra le altre proposte avanzate, ci sono benefici finanziari per le autorità locali dove si riscontra un alto tasso di immunizzati e incentivi per i medici. 

Israele ha già vaccinato quasi quattro milioni di persone e il numero dei contagi sta gradualmente diminuendo. Secondo il ministero della Salute, 3,9 milioni di israeliani hanno già ricevuto la loro prima dose del vaccino e 2,2 milioni hanno ricevuto anche la seconda.

I dati mostrano un calo del 41% delle infezioni confermate per gli ultra sessantenni e un calo del 31% dei ricoveri da meta’ gennaio all’inizio di febbraio. In confronto, per le persone di età pari o inferiore a 59 anni i casi sono diminuiti solo del 12% e le ospedalizzazioni del 5%. Le vittime israeliane da coronavirus sono attualmente 5.388.

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Fonte: estero agi