Israele, il generale Paolo Capitini: «Per il diritto internazionale si può bombardare un ospedale se la struttura viene usata a fini bellici»


Le parole del militare a Tagadà su La7. Il patto è «avvisare chi sta dentro che il luogo ha perso la sua protezione e che si sta per attaccare»
«Se viene utilizzato un luogo protetto – come può essere appunto un ospedale di Gaza – per fini bellici, anche secondo il diritto internazionale perde la sua protezione a patto che si avvisi chi sta dentro che il luogo ha perso la sua protezione e che lo sto per bombardare». Lo ha spiegato il generale italiano Paolo Capitini intervenendo a Tagadà su La7 lunedì 6 novembre.
La Convenzione di Ginevra e i casi dei bombardamenti sulle strutture sanitarie
Secondo Capitini la possibilità di bombardare un ospedale di Gaza è riconosciuta dagli articoli 18 e 19 della IV Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra (1949), che così recita: «La protezione dovuta agli ospedali civili potrà cessare soltanto qualora ne fosse fatto uso per commettere, all’infuori dei doveri umanitari, atti dannosi al nemico. Tuttavia, la protezione cesserà soltanto dopo che un’intimazione con la quale è fissato, in tutti i casi opportuni, un termine ragionevole, sia rimasta senza effetto». Secondo il generale italiano l’ultima decisione su quel bombardamento « viene presa certamente dal governo di Israele». L’ufficiale che comanda le operazioni militari nella Striscia di Gaza all’autorità politica «offre sempre due possibilità. Avrà proposto di andare con le truppe vicino all’ospedale, entrarvi dentro un soldatino alla volta e smantellare l’installazione militare immaginata lì. Spiegando che l’operazione sarebbe durata tre mesi e che le perdite militari israeliane sarebbero state ingenti, ad esempio 500 unità». Oppure, continua Capitini, «avrà proposto di dare gli avvisi di evacuazione dell’ospedale oggi per poi bombardarlo entro la mattina successiva, perché così l’operazione sarebbe stata coperta anche dal diritto internazionale».
di Fosca Bincher – fonte: https://www.open.online/