Cresce la pressione internazionale su Israele affinchè eviti una risposta forte contro l’Iran che potrebbe far esplodere un conflitto regionale in Medio oriente, mentre Teheran, in caso di attacco israeliano, minaccia di utilizzare “armi mai utilizzate prima”. Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito per il terzo giorno consecutivo per valutare la risposta dello Stato ebraico all’attacco iraniano di sabato notte, mentre gli Stati Uniti e l’UE valutano la possibilità di nuove sanzioni contro Teheran. Israele risponderà all’attacco dell’Iran “nel momento e nel luogo” che riterrà opportuni, collaborando con gli Stati Uniti “per costruire un’alleanza globale e regionale contro Teheran”, ha ribadito il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz.
Fonti americane a NBC news hanno fatto sapere che gli Usa si aspettano da Israele una risposta limitata: invece di colpire direttamente l’Iran, il che secondo gli alleati di Israele corre il rischio di far entrare la regione in una spirale di guerra totale, le forze dello Stato ebraico potrebbero colpire i ‘proxies’ dell’Iran, come le sue milizie in Siria o Hezbollah in Libano. Teheran ha fatto sapere comunque che anche un attacco ai suoi interessi al di fuori dell’Iran potrebbe innescare un’escalation. Durante una conversazione telefonica con il leader del Cremlino, Vladimir Putin, il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha ribadito che Teheran “risponderà fermamente e in modo più feroce, esteso e doloroso di prima a qualsiasi azione contro gli interessi nazionali”. “I sionisti devono sapere che questa volta non avranno 12 giorni e che la risposta che riceveranno non sara’ calcolabile in ore o giorni, sara’ data in pochi secondi”, ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani in un’intervista alla televisione di Stato. “Siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai utilizzato prima”, ha aggiunto Abolfazl Amouei, portavoce del Comitato di Sicurezza Nazionale del parlamento iraniano, in merito alla risposta a un eventuale attacco di Israele contro Teheran.
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, si è rivolto alla comunita’ internazionale e ha invitato i suoi omologhi di trentadue paesi, tra cui l’Italia, ad adottare nuove sanzioni contro l’Iran. “Questa mattina ho inviato lettere a 32 paesi e ho parlato con decine di ministri degli Esteri e rappresentanti dei governi di tutto il mondo chiedendo che vengano imposte sanzioni al progetto missilistico iraniano e che il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica venga incluso nella lista delle organizzazioni terroristiche”. Una risposta indiretta a Katz e’ arrivata dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, secondo cui per classificare le Guardie Rivoluzionarie nella lista delle organizzazioni terroristiche, “e’ necessario che un’autorita’ giudiziaria di uno Stato membro ritenga che questa organizzazione abbia commesso un atto terroristico. Per ora non e’ cosi'”, ha detto Borrell a Le Monde.
Il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, ha detto che Washington lavorerà con gli alleati per “continuare a interrompere l’attività maligna e destabilizzante del regime iraniano”. Secondo il sito di notizie Axios, Yellen farà pressione sugli altri ministri delle finanze internazionali – in visita a Washington per le riunioni annuali di primavera del FMI questa settimana – affinché concentrino i loro governi su possibili sanzioni coordinate. Alle parole di Yellen hanno fatto eco quelle della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, che ha annunciato un viaggio in Israele per discutere su come prevenire un’escalation delle tensioni nella regione. Baerbock ha aggiunto che l’Europa è pronta a estendere rapidamente le sanzioni contro Teheran, forse entro pochi giorni. “Spero che ora potremo finalmente fare questo passo insieme come UE”, ha detto la capa della diplomazia tedesca a Berlino.(AGI)
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