«Io criticata dai massimalisti Da destra per la mia vita, da sinistra perché dialogo»


L’attivista: ho lavorato bene con Meloni, che risate con lei da Crozza

Di Alessandra Arachi

“La moglie In Germania questo non sarebbe successo Ricarda non capiva: “Che strano Paese, l’Italia”
Paola Concia, come si sente?
«Sono sconcertata. Anche il ministro Valditara lo è».
È stato lui che prima le ha dato e poi le ha tolto la nomina di garante all’educazione nelle scuole. Lo ha sentito?
«Certo. Correttamente mi ha chiamato prima di scrivere il comunicato».
Vi conoscete da tempo?
«Collaboriamo da un anno per Didacta, l’evento sulla scuola più importante in Italia».
Non pensa che il ministro avrebbe potuto tenere più il punto sulla sua scelta?
«Lo hanno sottoposto a una pressione alla quale non si è potuto sottrarre. Lo hanno messo alle corde».
Chi lo ha pressato secondo lei?
«Massimalisti di destra e di sinistra. Hanno criticato anche la nomina di suor Monia. Lei è stata criticata da sinistra. Io… da tutti».
Chi sono i massimalisti di cui parla?
«Non faccio nomi. Ma mi spiego. Da destra sono stata attaccata perché lesbica e femminista. Dalla sinistra massimalista lgbt perché sono una persona dialogante, ho sempre dialogato, ho sempre costruito ponti».
Quando li ha costruiti?
«Quando ero parlamentare del Pd ho dialogato molto con la destra».
Un esempio?
«La prima legge sullo stalking l’ho fatta insieme a Mara Carfagna, quando era ministra per Forza Italia. Anche con Giorgia Meloni ho lavorato molto».
Con Giorgia Meloni?
«Con lei c’è stato sempre un confronto molto tranquillo soprattutto sull’omofobia. Ma la cosa più divertente è quando siamo andate insieme da Crozza».
Da Crozza? Insieme?
«Sì, lui faceva un finto Marzullo. Ci ha fatto un’intervista doppia. Abbiamo riso tanto».
Ha avuto anche la solidarietà del presidente Ignazio La Russa. Si è stupita?
«No perché lui ha sempre avuto una grande stima per me. Mi ha invitato anche al concerto di Natale. L’ho ringraziato ma non posso, io sto a Francoforte».
Possibile che sia stata così tanto attaccata, nonostante la stima della presidente del Consiglio?
«Di certo la responsabilità di questa vicenda non è la sua».
A prenderla di mira in maniera più diretta è stata la onlus ultraconservatrice Pro Vita e Famiglia. Tra gli attacchi espliciti il fatto che lei fosse favorevole al ddl Zan e alla maternità surrogata.
«Il ddl Zan l’ho criticato: era formulato male, anche se ero favorevole alla legge. Alla maternità surrogata non sono favorevole. Per il riconoscimento dei diritti dei bambini assolutamente sì. Ma non farei mai una battaglia per la legalizzazione della maternità surrogata».
Forse è proprio per questo che ha avuto attacchi anche dalla sinistra.
«I massimalisti, da destra e da sinistra, hanno criticato a prescindere, non si sono fermati neanche a vedere cosa diceva il progetto».
È stato detto che avreste portato il gender nelle scuole.
«Altra falsità. Ci saremmo occupate di contrasto alla violenza sulle donne. Questo era il mandato, non altro».
Lei vive a Francoforte con sua moglie Ricarda, che ne pensa lei di questa vicenda?
«Non capiva: “Che strano Paese l’Italia”, ha detto».
Vi siete sposate lì?
«Per forza, era il 2011, in Germania già c’era il matrimonio egualitario, in Italia le unioni civili erano di là da venire».
Quindi in Italia non siete una coppia riconosciuta?
«Sì, adesso sì, quando è stata approvata la legge abbiamo registrato l’unione civile anche in Italia».
Dove vi siete conosciute? «A Roma. Un incontro legato al nostro attivismo. Io avevo organizzato un evento europeo. Lei era venuta a partecipare come delegata».
È andata subito a vivere in Germania?
«Ero parlamentare. Abbiamo vissuto un rapporto a distanza fino a quando non è finita la legislatura e non sono stata rieletta».
Poi?
«Ho cercato lavoro a Francoforte. È dalla Germania che ho importato in Italia Didacta».
Contenta di vivere lì?
«È un Paese dove i diritti sono reali. Questo in Germania non sarebbe mai successo».

Fonte: Corriere