Intelligenza artificiale e controlli fiscali: le novità dell’Agenzia delle Entrate


 

 

Con la digitalizzazione dell’Agenzia delle Entrate è stato introdotto un nuovo meccanismo sui controlli fiscali attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale. L’Agenzia ha chiarito come funziona il processo di individuazione dei soggetti a rischio evasione.

di Ilenia Albanese

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L’Agenzia delle Entrate si avvale dell’intelligenza artificiale per accelerare l’attività di selezione dei contribuenti da sottoporre alle verifiche fiscali.

Le verifiche non coinvolgeranno tutti i contribuenti, ma con l’AI sarà possibile selezionare un numero circoscritto di soggetti che presentano un moderato livello di rischio fiscale.

L’intelligenza artificiale utilizzerà degli speciali algoritmi volti a isolare i rischi fiscali.

L’intelligenza artificiale è entrata ufficialmente a far parte degli strumenti operativi utilizzati dall’Agenzia delle Entrate e si utilizzerà per rendere più efficienti i controlli fiscali.

L’obiettivo dell’introduzione dell’AI in questo campo è quello di accelerare l’attività di selezione dei contribuenti da sottoporre a verifiche fiscali. Sarà, infatti, un algoritmo ad individuare quei contribuenti che presentano un certo livello di rischio fiscale di evasione.

La notizia dell’introduzione di questi meccanismi è uscita qualche mese addietro, nel marzo 2023, quando è stata pubblicata la direttiva 2023/74424 dell’Agenzia delle Entrate. Con tale direttiva, infatti, l’Agenzia ha apportato le necessarie modifiche all’organizzazione, e alle attribuzioni della divisione contribuenti e della direzione centrale piccole e medie imprese.

A spiegare i meccanismi del nuovo sistema ci ha pensato la stessa Agenzia, che ha illustrato in che modo l’algoritmo effettua le analisi e la selezione del rischio di evasione.

Intelligenza artificiale e controlli fiscali: come funziona

La digitalizzazione delle attività di accertamento fiscale, anche mediante il ricorso all’intelligenza artificiale, è prevista all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), e nel mese di marzo è stato istituito l’ufficio di indirizzo e coordinamento analisi del rischio.

Oggi l’intelligenza artificiale è ufficialmente a servizio del Fisco, che con la direttiva 2023/74424 ha affidato all’ufficio data science il compito di sviluppare:

“metodologie di supporto alle attività di controllo preventivo, anche avvalendosi di tecniche di machine learning e intelligenza artificiale”.

Gli algoritmi sviluppati hanno come obiettivo quello di “effettuare efficaci selezioni delle posizioni di contribuenti nei cui confronti avviare un’attività istruttoria”.

L’algoritmo sviluppato, quindi, punta a selezionare le posizioni dei contribuenti che vengono poi sottoposte alle attività di compliance fiscale o a controlli fiscali veri e propri. Ma vediamo quali sono le varie fasi del controllo effettuato dall’intelligenza artificiale.

Controlli fiscali e AI: la selezione dei contribuenti

Il meccanismo con cui il sistema individua le posizioni dei contribuenti da porre a controlli fiscali è composto da più fasi. Il processo si basa su analisi realizzate con l’utilizzo di appositi algoritmi ai sensi della legge n. 160 del 2019.

I dati da cui l’Agenzia delle Entrate prende le informazioni necessarie provengono da banche dati a cui ha accesso anche la Guardia di Finanza.

L’Agenzia ha, tuttavia, specificato che a decidere di avviare un accertamento fiscale sarà sempre un funzionario. Inoltre, ha anche chiarito che tali processi non interesseranno l’intera popolazione di contribuenti.

 

Fonte: partitaiva.it/