L’apertura giovedì 14 settembre a Bologna
Si alza il sipario su InsolvenzFest, il Festival su crisi debiti e diritti: dal 14 al 17 settembre, dialoghi, proiezioni e letture, con il contributo di esperti di diritto, economia, sociologia e giornalismo. Promosso dall’OCI – Osservatorio sulle Crisi di Impresa, InsolvenzFest riflette quest’anno sul tema “Debiti e Futuro” analizzando effetti sociali, economici e giuridici dell’indebitamento.
Bologna, 12 settembre 2023 – Il nostro presente è sempre più caratterizzato da ansia, ambiguità, incertezza, disuguaglianza e instabilità sociale, dando luogo a confronti e dibattiti sul tempo che verrà, su debiti e futuro. In quale misura le decisioni prese nell’immediato possono plasmare l’avvenire dei più giovani? Quanto le scelte di oggi sono destinate a condizionare la vita delle nuove generazioni?
Con l’intento di esplorare le possibili prospettive, tornano, per la dodicesima edizione e in continuità con le riflessioni multidisciplinari realizzate negli anni scorsi, i dialoghi a più voci sui temi del debito e delle insolvenze, nel settore privato, delle imprese, nella società e nell’economia pubblica. InsolvenzFest, promosso nel cuore di Bologna da OCI – Osservatorio sulle crisi d’impresa, con il contributo di esperti di diritto, economia, filosofia, sociologia, letteratura e giornalismo, si sofferma quest’anno sul tema “Debiti e futuro”.
Un “evento diffuso” dal programma ricco e coinvolgente che, da giovedì 14 a domenica 17 settembre, vedrà la Cineteca di Bologna, l’Auditorium Biagi di SalaBorsa, Palazzo Zambeccari e la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio essere teatro di dialoghi e incontri sull’impatto delle relazioni di debito nei modelli di relazione sociale, i cui destinatari sono la cittadinanza più attiva, gli studenti, le associazioni, i professionisti e gli esperti interessati al rapporto tra giurisdizione, insolvenze e i media.
Le porte di InsolvenzFest 2023 si apriranno alla Cineteca di Bologna giovedì 14 settembre alle ore 20.00 con il prologo Risate indebite: uno sguardo d’autore. La preview è affidata a Edoardo Confuorto, comico, improvvisatore e attore che tratterà con ironia i temi del festival: l’incertezza del futuro e le sue ansie entreranno a far parte della riflessione accanto all’impatto delle nuove tecnologie e alle attese ecologiche.
I dialoghi veri e propri prenderanno avvio, venerdì 15 settembre alle 14.15 alla Biblioteca comunale dell’Archiginnasio – Sala Stabat Mater, con i saluti istituzionali dell’assessore Massimo Bugani per il Comune di Bologna, a cui seguirà alle 14.30 Introduzione ad InsolvenzFest 2023 di Massimo Ferro, direttore scientifico del Festival e presidente di sezione della Corte di Cassazione.
Alle 15.00 si terrà il primo dibattito, Imparare dalla mafia: la pace dell’economia criminale, dove Enrico Bellavia, capo-redattore de L’Espresso, intervisterà Maurizio de Lucia, procuratore della Repubblica di Palermo. Un’occasione per approfondire l’esperienza giudiziaria siciliana e la modernità del fare capitale nelle società condizionate dalle mafie: dove lo Stato si ritira le mafie divengono agenzie del welfare, assicurando servizi e livelli di assistenza. Innovative nei modi criminali, le organizzazioni mafiose drenano ricchezze ai territori e gestiscono i proventi dei reati organizzando l’efficienza degli investimenti, al riparo della tradizionale omertà dei modi di produzione.
Alle 16.00 è previsto l’incontro Il costo del lavoro e l’occupazione, sessione in cui Charlotte Matteini, giornalista de ilfattoquotidiano.it, dialogherà con Emiliano Brancaccio, professore associato di politica economica all’Università del Sannio. Al centro del confronto, saranno i modi in cui i modelli di flessibilità delle tutele lavoristiche risultano sempre più incerti nel rapporto con la crescita dell’occupazione. Si parlerà di frantumazione individualistica dei rapporti e della crisi della contrattazione collettiva.
Il dibattito La norma nel sistema penale: debito di prevedibilità e libertà personali, alle 17.00, concluderà il pomeriggio. L’accessibilità e la prevedibilità della legge s’impongono come canoni di qualità della norma, nella sua produzione e dell’interpretazione giudiziaria, nel suo formarsi ed evolversi. I giuristi s’interrogano da tempo sull’improprio debito di conoscenza che una cattiva qualità del processo legislativo scarica, al futuro, sulla società. A dialogare sul tema Vittorio Manes, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Bologna, e Tomaso Emilio Epidendio, sostituto della Procura Generale alla Corte di Cassazione.
Al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna, alle 18.15, le luci si accendono per la proiezione del film Un eroe (A Hero), un film di Asghar Farhadi (Ghahreman, Iran/2021, 127′) vincitore del Grand Prix speciale della giuria al Festival di Cannes nel 2021. Rahim, il protagonista, è in carcere a causa di un debito che non è riuscito a ripagare. Durante un permesso di due giorni, cerca di convincere il suo creditore a ritirare la denuncia in cambio di una parte della somma. Le cose però non vanno come previsto. A ogni passaggio le complicazioni si moltiplicano, i soggetti interessati allargano i loro più o meno legittimi interessi e le ambiguità morali si diffondono come un’epidemia.
Teatro degli incontri di sabato 16 settembre è Palazzo Zambeccari, sede dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bologna. I debiti da scivolamento: spese e interessi è il titolo della sessione che, alle 9.45, aprirà la mattinata e che vedrà Maria Carla De Cesari, giornalista de Il Sole 24 ore, intervistare Lorenzo Mezzasoma, professore ordinario di diritto privato all’Università di Perugia. Ci si occuperà di come il passaggio del tempo aumenti l’entità delle restituzioni. Accumulandosi per rate, scadenze, spese, spesso mora, il rimborso dei finanziamenti si fa questione che erode i risparmi, cambia con prepotenza le scelte di consumo, mette in crisi l’effettiva utilità dei beni e dei servizi comprati a debito.
Alle 11.00 sarà la volta del talk La povertà dei lavori: non è solo un problema di soldi, ma senza è un problema… La perdita del potere d’acquisto dei compensi e dei salari interroga sul perimetro costituzionale della sufficienza. Una vita dignitosa e libera spinge le domande sempre più in là rispetto al tempo dedicato all’attività retribuita. Di qui il dialogo tra Nicola Borzi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, e Fabrizio Amendola, consigliere della Corte di Cassazione, sul limite minimo sotto il quale i sacrifici non sono più giustificabili nelle società in cui la cittadinanza è accoppiata al potere della spesa. E lo Stato sociale non arriva.
Alle 12.30, in Cineteca, blob d’autore su Debiti e futuro a cura di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna.