Inps, rottamazione cartelle con sanatoria


Via libera alla sanatoria che risuscita i contributi cancellati dalle rottamazioni cartelle. Ma c’è una sorpresa: la sanatoria è “onerosa”. Perché, oltre ai contributi cancellati, vanno pagate anche le sanzioni che l’Inps ricalcola fino al 24 ottobre 2018 o 30 aprile 2023

Via libera alla sanatoria che risuscita i contributi cancellati dalle rottamazioni cartelle. Nella circolare n. 86/2023, infatti, l’Inps detta le istruzioni e pubblica i moduli di domanda che gli interessati (commercianti, artigiani, autonomi agricoli, committenti e professionisti iscritti alla gestione separata) possono inviare online entro il 10 novembre, per richiedere i riconteggi dei contributi stralciati con una delle rottamazioni del 2018 o 2023 e così salvare la pensione. Ma c’è una sorpresa: la sanatoria, prevista dalla legge 85/2023 di conversione del dl n. 48/2023 (il cosiddetto Decreto lavoro), è onerosa. Perché, oltre ai contributi cancellati, vanno pagate anche le sanzioni che l’Inps ricalcola fino al 24 ottobre 2018 o 30 aprile 2023, in base alla rottamazione di riferimento. L’importo riconteggiato, contributi più sanzioni, va versato entro fine anno in maniera «volontaria» (il mancato versamento, in sostanza, non attiverà procedure di riscossione).

Il problema delle rottamazioni. La sanatoria intende porre rimedio agli effetti perversi a danno di alcuni lavoratori, derivanti dallo stralcio automatico dei debiti per contributi fino a 1.000 euro. Il problema interessa: commercianti, artigiani, autonomi settore agricolo, committenti e professionisti della gestione separata. A differenza dei lavoratori dipendenti, per i quali la rottamazione è «neutrale» (ma produce risparmi ai datori di lavoro), ai lavoratori autonomi può compromettere la futura pensione. Infatti, mentre i datori di lavoro risparmiano i contributi e relative sanzioni che sono stati cancellati, senza conseguenze negative sui beneficiari dei contributi, ossia i lavoratori dipendenti (opera il principio di automaticità delle prestazioni, per cui la pensione è salva anche se i contributi non sono versati); i lavoratori autonomi, invece, non beneficiando dello stesso principio, con lo stralcio delle cartelle si sono ritrovati i contributi cancellati non solo dall’agente di riscossione, ma anche dall’estratto conto dell’Inps con compromissione della futura pensione.

La sanatoria. Per evitare/rimediare questi effetti negativi, il Decreto lavoro ha previsto la sanatoria, dando facoltà ai lavoratori interessati di pagare, in unica soluzione o a rate, ma in ogni caso entro il prossimo 31 dicembre 2023, i contributi oggetto di «annullamento automatico» per via delle rottamazioni del 2018 (debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010) e del 2023 (debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015). La sanatoria è praticabile soltanto per contributi non ancora caduti in prescrizione.

La domanda. Alla sanatoria si accede con domanda che gli interessati possono inviare all’Inps, online, con i due modelli a seconda delle misure di stralcio:

– rottamazione 2018, debiti annullati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 (modello 1);

– rottamazione 2023, debiti annullati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 (modello 2).

La domanda va presentata tramite «cassetto previdenziale» entro il prossimo 10 novembre (si veda tabella per altri contenuti).

Le sanzioni. Il riconteggio riguarderà, oltre ai contributi, anche le sanzioni fino alla data di stralcio automatico calcolate al tasso all’epoca vigente: 24 ottobre 2018 ovvero 30 aprile 2023, a seconda della rottamazione.

 

di Daniele Cirioli – fonte: https://www.italiaoggi.it/