“La tragica storia della piccola Indi mi ha turbato molto, come del resto ha turbato e sconvolto l’opinione pubblica”, anche perché è stata “negata” la libertà di cura: così Eugenia Roccella in un’intervista a Qn. A suo dire la bimba di otto mesi, seppur gravemente malata, poteva essere curata: “Si fa spesso confusione tra il concetto di guarigione e quello di cura”, ha sottolineato Roccella, “ci sono tante malattie dalle quali non si può guarire, basti pensare alle malattie croniche, e comunque a tutte le diagnosi con esito infausto. Ma questo non significa che la persona non possa essere curata. Se la immagina una sanità dove ci si prende cura solo di chi ha una prognosi positiva? L’accanimento non c’entra, presuppone un giudizio di appropriatezza clinica rispetto a un trattamento. E certamente non ci si può non fidare del giudizio, dell’esperienza e delle competenze del Bambin Gesù”.
“Di fronte alla richiesta della famiglia di una seconda opzione di cura”, ha ricordato il ministro, “il governo si è attivato affinché questa scelta potesse concretizzarsi e ha creato i presupposti affinché il tribunale inglese potesse tornare indietro dalle proprie decisioni. Si trattava di garantire alla famiglia di Indi la libertà di cura, che invece purtroppo è stata negata”. (AGI)