È salito a tre il numero degli indagati per l’incidente di sabato scorso all’Airshow all’Aquila in cui è morto il 41enne co-pilota dell’elisoccorso del 118 del capoluogo abruzzese, Paolo Dal Pozzo. Al conducente della cisterna di carburante, Massimiliano Cucchiella, 46enne aquilano, si sono aggiunti il suo datore di lavoro, Martina Silveri, 45enne anche lei aquilana, e l’amministratore della società “Avincis Aviations Italia”, Luigi Ambrosini, 48 anni, di Brescia.
Gli avvisi di garanzia di natura tecnica permettono ai tre indagati di partecipare (a loro garanzia) a tutti gli accertamenti che riguardano l’infortunio sul lavoro che ha causato la morte del pilota dell’elicottero, a cominciare dall’esame autoptico, il cui conferimento è previsto per oggi. Atto irripetibile che dà la possibilità agli indagati di valutare la possibilità di nominare loro consulenti di parte. L’autopsia sarà svolta in giornata dall’anatomopatologo della Asl dell’Aquila. La tragedia si è verificata durante la prima giornata dell’Airshow, pochi minuti prima del previsto sorvolo di prova delle Frecce Tricolori, in vista dell’esibizione vera e propria di domenica.
Per tutti e tre gli indagati, il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo in concorso, in relazione alle presunte violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Non a caso le indagini sono portate avanti dagli ispettori della Asl.
La Silveri figura come amministratore della Srl “Silvertech”, la quale non avrebbe adottato le misure organizzative necessarie affinché il conducente della cisterna (che nel momento della tragedia non aveva una visuale completa) non si trovasse solo a fare manovra. Secondo il ragionamento del pubblico ministero Fabio Picuti, supportato dalle norme in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, la presenza di un’altra persona avrebbe potuto segnalare la presenza di pedoni, nel caso specifico, del co-pilota, rimasto invece investito e schiacciato. Ambrosini, dal canto suo, in qualità di datore di lavoro di Paolo Dal Pozzo, non avrebbe cooperato con le altre figure lavorative preposte ad attuare le doverose misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro come invece avrebbe dovuto fare.
Per il pm, gli indagati si sarebbero resi responsabili di comportamenti connotati da negligenza, imperizia e imprudenza nel non aver osservato le norme in materia di sicurezza. Quella degli ispettori della Asl rappresenta una prima risposta all’attività investigativa che nei prossimi giorni vedrà l’esame approfondito dei faldoni di documenti acquisiti, tra cui contratti societari, appalti, piani di sicurezza e piani di emergenza che hanno riguardato i due giorni (di pubblico spettacolo) dell’Airshow. (AGI)