In Germania una campagna elettorale più sui candidati che sui programmi


 

AGI – Vista da Berlino, la campagna elettorale tedesca è stata tutta concentrata sui personaggi, i tre candidati dei principali partiti alla successione di Angela Merkel: ma dopo il voto, nel momento in cui si dovrà trattare per trovare una maggioranza di governo coerente con il voto dei tedeschi, saranno i programmi a contare, e gli elettori rischiano di rimanere delusi dai loro leader.

In un’intervista all’Agi, il professore Frank Baasner, direttore dell’Istituto franco-tedesco di Ludwigsburg, ha ricordato che “è sempre successo che i leader avessero un ruolo importante, ma questa volta in particolare si è guardato unicamente ai 3 candidati cancellieri di Spd, Cdu e Verdi. Appena uno dei tre ha avuto un problema, come è accaduto a tutti (Baasner si riferisce probabilmente al curriculum “truccato” di Annalena Baerbock, alle gaffe di Armin Laschet dopo le inondazioni e a certi atteggiamenti “merkeliani” di Olaf Scholz, ndr), scendono le percentuali dei rispettivi partiti. Come se gli elettori pensassero di poter scegliere il cancelliere, mentre il sistema elettorale tedesco non lo prevede”. Poiché invece la Germania si prepara ad affrontare grandi sfide, continua il politologo, “il risultato avrà conseguenze in termini di contenuti politici che gli elettori non si aspettano, e questo potrà creare disillusione”.

Solo nell’ultimissima fase della campagna, ha aggiunto, “si è cominciato a parlare di questioni importanti come gli investimenti, le misure per la lotta al cambiamento climatico e il debito comune in Europa”. Secondo Baasner, “il negoziato per il governo sarà molto difficile: non c’è l’abitudine a trattare in 3, è successo solo una volta nei lontani anni ’50, ma dopo una campagna così personalizzata, quando la necessità di arrivare a un compromesso costringerà i candidati a smentire le promesse fatte su tasse, pensioni, investimenti, c’è il rischio che gli elettori li considerino inaffidabili”.  In due, anche con programmi molto diversi, “i compromessi sono più facili, ma quando le idee sono opposte, come nel caso di Fdp e Verdi, che quasi sicuramente saranno chiamati a governare con Spd o Cdu, allora è durissima”. Baasner ricorda che nel 2017 fu fatto un tentativo di mettere d’accordo le due formazioni, durante il negoziato per il quarto governo Merkel, ma non funzionò.

A complicare il lavoro, c’è anche l’incognita degli estremi, Afd, a destra, che ha guadagnato posizioni negli ultimi sondaggi, e die Linke, a sinistra, che invece ha ridotto i consensi: a seconda di quanti deputati eleggeranno, anche queste due forze peseranno nei voti parlamentari e non si potrà non tenerne conto in fase di negoziato.  Nel caso di Afd, ha spiegato ancora Baasner, “il numero degli eletti potrebbe essere superiore a quello della loro quota proporzionale, grazie alla loro grande forza nel Laender dell’Est come la Sassonia”.

Source: agi