In Francia via alla consultazione online sulla parziale legalizzazione della cannabis


AGI – In Francia il Parlamento ha lanciato una consultazione online dei cittadini per valutare il loro consenso o meno a un’eventuale modifica della legislazione vigente sull’uso ricreativo della cannabis in una direzione più permissiva. Per esprimere il proprio parere i francesi possono rispondere a un questionario online sul sito dell’Assemblea nazionale, disponibile fino al 28 febbraio.

In materia di cannabis la Francia ha una delle legislazioni più repressive d’Europa mentre i suoi cittadini sono i primi consumatori sul Vecchio continente, fa notare la stampa d’Oltralpe, anche se il suo consumo, possesso e la vendita sono vietati. Tra le domande rivolte alla popolazione una riguarda i rischi del consumo di cannabis rispetto a quelli dell’alcol, chiedendo se sono piu’ o meno gravi.

I partecipanti sono anche invitati a dare un parere sulla coltivazione in proprio della marijuana, un trend in aumento nel Paese tra gli stessi consumatori proprio per evitare l’acquisto sul mercato illegale. Per questi motivi nel gennaio 2020 è stata lanciata una missione di informazione parlamentare – costituita da 33 deputati – sulla regolamentazione e l’impatto dei diversi usi della marijuana. Ora il passo successivo è proprio quello di sentire il parere dei cittadini.

“Abbiamo la sensazione che l’opinione pubblica è avanti rispetto alla classe politica quindi vogliamo capire la distanza effettiva tra la prima e la seconda, invece molto reticente sulla questione” ha commentato Caroline Janvier, parlamentare di En Marche e relatrice sul tema del cannabis ricreativa.

“È una questione che riguarda quasi un francese su due. Secondo studi validi il 50% dei francesi riconosce di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella propria vita e esistono circa 900 mila consumatori quotidiani, oltre 5 milioni l’anno” ha precisato Janvier. I risultati della consultazione cittadina saranno presi in considerazione per stilare le proposte della missione d’informazione parlamentare, che saranno presentate in primavera.

Il forte impegno delle forze di polizia e della gendarmeria per lottare con i traffici di marijuana non è però riuscito a fermarli, quindi tra sindaci e responsabili territoriali di destra come di sinistra si fa strada la necessità di arrivare ad una linea più pragmatica, uscendo dal dibattito puramente ideologico.

Secondo diversi sondaggi, in Francia il 50% della popolazione sarebbe favorevole all’adozione di una legislazione meno severa sulla marijuana e nei territori rurali giovani agricoli sarebbero tentati di lanciarsi nella coltivazione, ovviamente frenati dalla legge restrittiva.

Intanto il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, che si è espresso più volte sull’argomento, si è detto “fermamente contrario” alla legalizzazione e ha fatto della lotta al narcotraffico una delle priorità del suo mandato.

Un primo passo per quanto riguarda la cannabis è già stato compiuto nel 2019, quando l’Assemblea nazionale ha dato il via libera alla sperimentazione della cannabis terapeutica – ad eccezione di quella che si fuma – poi bloccata dalla pandemia di Covid-19, ma dovrebbe prendere il via entro il prossimo 31 marzo, quando verrà utilizzato su 3 mila pazienti con patologie gravi.

Un comitato istituito dall’Agenzia nazionale di sicurezza dei farmaci (ANSM) ha dato parere positivo alla cannabis a fini terapeutici, in particolare per alleviare alcuni dolori che non rispondono alle terapie esistenti nei pazienti affetti da sclerosi multipla, da alcune forme di epilessia, tumori e per l’accompagno di persone in fin di vita.

Lo scorso 19 novembre la Corte di giustizia dell’Ue ha valutato come illegale il divieto della cannabis detta del benessere – ovvero una cannabis light, con bassissime quantita’ di THC e un’elevata concentrazione di cannabidiolo o CBD – privando cosi’ di base giuridica numerosi processi in Francia e aprendo la strada a nuove prospettive per l’industria della canapa.

Ad oggi soli pochi Paesi autorizzano completamente la cannabis, il cui consumo è legale in Canada, alcuni Stati Usa, Uruguay, e Bangladesh. L’autorizzazione è solo parziale in altri Paesi quali Olanda, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, India, Giamaica e altre nazioni latinoamericane. In Italia, come in Paraguay e Australia, il consumo ricreativo di marijuana è stato soggetto a forti depenalizzazioni ma resta illegale.  

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Fonte: estero agi