In Catalogna arrestato il rapper Pablo Hasel per aver insultato monarchia e polizia


AGI – I Mossos d’Esquadra, agenti della polizia catalana, hanno arrestato a Lleida il cantante rap Pablo Hasel, condannato a nove mesi di carcere per alcuni tweet nei quali insultava la monarchia e i poliziotti, definiti “mercenari di m…”.

Hasel si era barricato nel rettorato dell’università insieme a decine di studenti e attivisti con l’obiettivo di dare risonanza mediatica al suo arresto, che ha definito un “gravissimo attacco” alla libertà d’espressione. “Non ci fermeranno! Non ci piegheranno!”, ha gridato Hasel mentre veniva portato via dagli agenti. Il cantante è stato condannato per incitazione al terrorismo e oltraggio alla corona.       L’operazione ha coinvolto decine di agenti e venti camionette della polizia, che hanno circondato il rettorato alle 6 e 30 del mattino. Hasel si era rifugiato nell’edificio con l’obiettivo dichiarato di rendere l’arresto “il più difficile possibile per la polizia”. Gli agenti sono però riusciti a superare agevolmente le barricate erette di fronte agli ingressi del rettorato e ad avere ragione dei circa cinquanta attivisti presenti, alcuni dei quali hanno accolto i Mossos con un lancio di oggetti. 

Lunedì scorso il tribunale dell’Audiencia Nacional aveva negato a Hasel la sospensione della pena in quanto il cantante aveva già subito due condanne, nel 2017 per resistenza a pubblico ufficiale e nel 2018 per violazione di domicilio. Il rapper è stato condannato a nove mesi per alcuni messaggi pubblicati su Twitter tra il 2014 e il 2016 nei quali insultava monarchia e forze di polizia, accusandole di “torturare” migranti e manifestanti. 

Il caso ha avuto una forte eco in Spagna. Manifestazioni a favore di Hasel si sono svolte a Madrid e a Barcellona e 200 artisti, tra i quali il regista Pedro Almodovar e l’attore Javier Bardem, hanno firmato un manifesto a sua difesa. 
     

La scorsa settimana il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha promesso una riforma del codice penale affinché i reati legati “agli eccessi nell’esercizio della libertà d’espressione” vengano puniti con “pene dissuasive” e non più con la detenzione.

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Fonte: estero agi