Nel mondo l’acqua dolce scarseggia sempre più, giorno dopo giorno. Oltre due miliardi di persone vivono già in aree soggette a stress idrico. Circa 3,4 miliardi di persone, il 45% della popolazione mondiale, non hanno accesso a strutture igienico-sanitarie gestite in modo sicuro. Secondo valutazioni indipendenti, il mondo dovrà affrontare un deficit idrico globale del 40% entro il 2030. Una situazione aggravata da sfide globali come il Covid 19 e i cambiamenti climatici
di Pietro Benina
“ L’approccio economico misura insufficiente senza l’inclusione del valore culturale rinaturalizzato”: lo dice l’edizione 2021 del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche, rivolto principalmente a chi è responsabile delle politiche e delle decisioni, a chi gestisce le risorse idriche, al mondo accademico e alla più ampia comunità che opera nel settore dello sviluppo dell’economia e della sociologia e alle persone impegnate nell’alleviare povertà e crisi, nel perseguimento dei diritti umani all’approvvigionamento idrico e ai servizi igienico-sanitari e nel progresso dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Secondo la teoria economica, il valore di un bene è determinato dalla scarsità dello stesso, ovvero il divario tra risorse limitate e bisogni illimitati. Non vi è dubbio che gli esseri umani usino l’acqua come se questa fosse illimitata: si stima che circa l’80% di tutte le acque reflue industriali e urbane, ad esempio, venga rilasciato nell’ambiente senza trattamento previo.
Ma l’acqua dolce in effetti scarseggia sempre più, giorno dopo giorno. Oltre due miliardi di persone vivono già in aree soggette a stress idrico. Circa 3,4 miliardi di persone, il 45% della popolazione mondiale, non hanno accesso a strutture igienico-sanitarie gestite in modo sicuro. Secondo valutazioni indipendenti, il mondo dovrà affrontare un deficit idrico globale del 40% entro il 2030. Questa situazione sarà aggravata da sfide globali come il COVID-19 e i cambiamenti climatici.
La speculazione tramite quotazione in borsa delle risorse idriche favorisce alcuni privilegiati a scapito della maggior parte della popolazione globale: è la denuncia di Pedro Arrojo Agudo, Special Rappouteur delle Nazioni Unite.
Per questo risulta fondamentale l’adozione di una prospettiva olistica: 5 punti per descrivere le metodologie e gli approcci alla valutazione dell’acqua; difficili da integrare, ma che rendono il senso del valore reale della preziosa risorsa.
Molti popoli indigeni attribuiscono uno status speciale all’acqua e ai corsi d’acqua. È il caso della Nuova Zelanda, dove il Te Awa Tupua Act, approvato nel 2017, riconosce il fiume Whanganui come «un tutto indivisibile e vivente dalle montagne al mare». Anche i fiumi Gange e Yamuna, in India, sono considerati esseri viventi, e godono degli stessi diritti. Per questi popoli, i corsi d’acqua sono come i propri cari e quindi inestimabili.
L’Obiettivo di sviluppo sostenibile 6 punta a garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti. Senza il raggiungimento di esso, è a rischio il raggiungimento degli altri Obiettivi di sviluppo sostenibile, compresi quelli relativi alla riduzione della povertà, all’alimentazione e alla nutrizione, alla salute umana, all’uguaglianza di genere, all’energia, alla crescita economica, alle città sostenibili e all’ambiente.
Nonostante già nel 2002 nell’ambito del “Covenant on Economic and Cultural Rights” si giunse ad una definizione dell’acqua come diritto umano fondamentale, la strada da percorrere perché si affermi la tutela di rango primario capace di prevalere su interessi diversi e in grado di superare i confini degli Stati è ancora lunga.
Altri piccoli passi possibili si potranno compiere a favore delle generazioni future, come ci ricordano alcuni studi, https://www.diritticomparati.it/la-natura-e-suoi-diritti-prime-notazioni-ambito-civilistico/ https://www.lindiceonline.com/osservatorio/cultura-e-societa/diritti-degli-enti-naturali/ di Rodrigo Míguez Núñez
e “Punto di svolta” Ecologia, tecnologia e diritto privato. Dal Capitale ai beni comuni di U.Mattei e A. Quarta.
Scritto dedicato alla memoria del Prof. Luigi Puglisi, ambientalista, fondatore dell’Associazione ViviSimeto.
”Ko au te awa, ko te awa ko au” “Io sono il fiume, il fiume sono io”, proverbio della tribù del fiume Whanganui, e se consentite anche del fiume Simeto.