Il tifone Mangkhut si è abbattuto sulle coste della Cina continentale, dopo aver seminato danni e caos ad Hong Kong (più di 200 feriti) e nel nord delle Filippine dove sono morte almeno 59 persone.
Mangkhut si è abbattuto sulla città di Jiangmen, nel Guandong, da dove sono state evacuate 2,37 milioni di persone. In questa provincia si registrano i primi due morti cinesi della super-tempesta, il più grande tifone di quest'anno, grande quanto la Francia.
Nelle Filippine il bilancio è di almeno 59 morti. Decine i dispersi sull'isola di Luzon, tando da far temere un numero doppio di vittime rispetto all'attuale. Nell'ex colonia britannica sono stati cancellati quasi 900 voli e gli abitanti si sono rifugiati al chiuso per i venti che soffiavano raggiungendo i 120 chilometri orari. Molte finestre e tetti di case sono stati distrutti al passaggio della tempesta.
Il presidente filippino, Rodrigo Duterte, ha sorvolato in elicottero le aree devastate della provincia di Cagayan e si è recato nella città di Tuguegarao. Tra le vittime anche 30 minatori morti a circa 200 km da Manila: la galleria in cui lavoravano è stata travolta da una frana.
Sull'isola di Luzon sono state registrate onde alte sei materie poi alberi sradicati, inondazioni e smottamenti nelle aree montuose che sono state la causa della maggior parte delle vittime. Molte strade sono state sommerse e intere coltivazioni di riso e mais sono andate distrutte, a un mese dal raccolto. Almeno 105.000 persone hanno lasciato le loro case. Tra le città più colpite c'è Baggao, nel nord dell'isola.
La conta dei danni e delle vittime nell'arcipelago è ancora in corso. Si stima che lungo il tragitto del tifone vivessero cinque milioni di persone. Una vittima è stata segnalata anche a Taiwan, dove una donna è morta dopo essere stata trascinata via dal mare in tempesta.
Vedi: Il tifone Mangkhut sta devastando la Cina
Fonte: estero agi