AGI – Il Senegal inaugura a Dakar un treno espresso regionale (Ter), lanciato dal presidente Macky Sall per modernizzare i trasporti, costato più di un miliardo di euro e che dovrebbe porre fine agli ingorghi monster nella metropoli dell’Africa occidentale. Il capo dello Stato presiederà oggi nella nuova città di Diamniadio, vicino a Dakar, la cerimonia di messa in servizio della linea, i cui lavori sono iniziati cinque anni fa.
Il traffico passeggeri dovrebbe prendere velocità di crociera entro dieci giorni, dopo “un programma di scoperta” offerto inizialmente agli utenti affinché possano “appropriarsi” di questo nuovo mezzo di trasporto.
Il Ter però non piace a tutti. Ne sanno qualcosa le migliaia di contadini espropriati delle loro terre, che rivendicano allo Stato senegalese 76 milioni di euro. “Il Ter ci ha impoverito. È un progetto che ha prodotto dei morti viventi”, ha detto all’AFP Amina Bayo, manager di un comitato di ‘vittime’ del nuovo treno espresso.
“Gli espropriati hanno subito il martirio. Alcuni sono tornati ai loro villaggi”, indica un membro del Collettivo di circa 16.000 persone fisiche e giuridiche espropriate per la costruzione del Ter, di cui 2.000 hanno sporto denuncia all’Apix, l’ente pubblico che ha assicurato la gestione del progetto.
“Stiamo reclamando 50 miliardi di franche Cfa (76 milioni di euro) dallo Stato”, ha detto Ibrahima Cissè, presidente del Collettivo. Il Ter collegherà in una ventina di minuti i 36 km che separano Dakar da Diamniadio, tratto in cui gli utenti solitamente perdono ore di auto. I treni correranno a una velocità massima di 160 km/h e saranno in grado di trasportare 115.000 persone al giorno, dalle 5:00 alle 22:00. Le rotazioni saranno effettuate da 15 convogli di quattro carrozze ciascuno, costruiti dal gruppo francese Alstom.
La costruzione del Ter e dei suoi nuovi binari ha coinvolto “una ventina di compagnie francesi” tra cui Eiffage, Engie, Thales, Sncf ma anche turche e senegalesi. La messa in servizio è stata rinviata più volte dall’inizio dei lavori all’inizio del 2017.
Sono costati 780 miliardi di Fcfa (più di 1,1 miliardi di euro) finanziati con capitale proprio e grazie a prestiti – soprattutto francesi – dallo Stato del Senegal, “proprietario di tutte le infrastrutture”, ha riferito Abdou Ndèè’ Sall, direttore generale di Senter, la società del patrimonio Ter interamente di proprietà dello Stato senegalese.
Il ritardo “può sembrare lungo, ma abbiamo battuto i record di velocità nella costruzione nonostante il Covid. Il Ter sarà uno dei mezzi di trasporto più moderni al mondo”, ha detto ad Afp Ste’phane Volant, presidente del consiglio di amministrazione.
Seter, società di gestione del Ter e filiale della società di trasporto ferroviario pubblico francese (Sncf). Il Ter fa parte del Piano Emerging Senegal (Pse), un programma di sviluppo che dovrebbe concludersi entro il 2035 e avviato dal presidente Sall, al potere dal 2012. Ha lo scopo di decongestionare Dakar, che si concentra sullo 0,3% del territorio il quinto dei 17 milioni di senegalesi e quasi tutte le attività economiche del Paese. Gli ingorghi costano ufficialmente alla città 152 milioni di euro all’anno.
Accanto a un’autostrada a pedaggio operativa da dieci anni, il Ter sarà abbinato a linee di autobus veloci che presto circoleranno su corsie riservate. In una seconda fase dovrebbe consentire di raggiungere l’aeroporto di Diass in 45 minuti, oltre 57 km. Il trasporto a Dakar è attualmente fornito da autobus, “pullman veloci”, veicoli usati e taxi.
Source: agi