IL SIMBOLO DELL’ETERNITÀ


Un viaggio tra le straordinarie opere architettoniche ed artistiche di forma ottagonale presenti nel nostro Paese, da Castel del Monte ai labirinti della residenza estiva dei Gonzaga,, a Mantova

di Ignazio Burgio

Nel nostro Paese sono presenti straordinarie opere architettoniche ed artistiche di forma ottagonale. Basti pensare al celeberrimo Castel del Monte in Puglia che pone ancora tanti interrogativi agli storici.

Contrariamente a quanto comunemente si pensa, i monumenti ottagonali non sono un’esclusività medievale ma cominciano ad essere realizzati già in età antica. Se ne trovano ad esempio a Roma a due passi dal Colosseo, come nel caso di una grande fontana a forma di labirinto ottagonale, i cui resti si possono ancora oggi vedere in quella che era la villa dell’imperatore Domiziano (Domus Flavia) nell’area dei Fori Imperiali.

Gli antichi prendevano in considerazione lungo l’orizzonte terrestre otto punti astronomici fondamentali: i quattro punti cardinali più i quattro punti intermedi corrispondenti alle albe e ai tramonti del sole durante i solstizi d’inverno (sud-est, sud-ovest) e d’estate (nord-est, nord-ovest). Un chiaro esempio è costituito da un antico monumento ottagonale presente non in Italia, ma in Grecia. Ad Atene la “Torre dei Venti”, costruita intorno al 50 a. C. e perfettamente orientata ai punti cardinali, presenta in ognuno dei suoi otto lati la raffigurazione antropomorfa del vento che spira da quella direzione. Realizzata allo scopo di studiare i venti ai fini della navigazione, costituì il primo osservatorio meteorologico della storia e la prima monumentale “rosa dei venti”.

Gli otto punti principali dell’orizzonte costituivano tuttavia elementi astronomici molto importanti non solo per il calendario agricolo e la navigazione, ma anche sotto il punto di vista religioso: riguardando infatti il cielo possedevano anche un carattere sacro, e il significato della loro raffigurazione sotto forma architettonica e figurativa era quello di eternità e immortalità. Di qui i simboli basati sul numero otto: oltre l’ottagono anche ad es. le rosette ad otto petali presenti nei monumenti funerari.

Tornando in Italia, all’inizio del medioevo cristiano, nel VI secolo viene costruita a Ravenna la Basilica di San Vitale – con gli straordinari mosaici bizantini al suo interno – il cui corpo principale è a pianta ottagonale. In età medievale le architetture ottagonali di solito – anche se non sempre – vengono applicate agli edifici religiosi, come ad es. i battisteri all’esterno delle chiese principali. Quello di San Giovanni a Firenze, accanto alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è ottagonale, così come anche quello di Parma, alto come una torre, in stile sia romanico che gotico.

Ma la cultura cristiana medievale dà una spiegazione differente circa la simbologia ottagonale: poiché infatti la domenica, il giorno della resurrezione di Cristo, viene dopo il sabato, settimo giorno della settimana ebraica, essa rappresenta come un ottavo giorno, simbolo di redenzione e salvezza eterna nella comunità dei battezzati. Di qui il motivo dell’architettura ottagonale dei battisteri. Anche se non solo battisteri. Presenta forma ottagonale ad esempio anche il campanile del santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, in Puglia.

Nella prima metà del Duecento tuttavia Federico II di Svevia applica l’architettura ottagonale anche a edifici laici e militari come castelli e fortezze: non solo per Castel del Monte, ma anche per la cosiddetta Torre di Federico ad Enna, sempre di otto lati, pur se molto più semplice. Quale fu esattamente il motivo che spinse l’imperatore “più rinascimentale” del medioevo ad adottare uno stile architettonico dalla simbologia sacra, resta ancora un affascinante enigma.

Un’altra struttura ottagonale, laica e militare, viene edificata duecento anni più tardi, nel porto di Livorno. La “Torre del Marzocco” è una torre di avvistamento costruita nella prima metà del Quattrocento su iniziativa della Repubblica di Firenze. Il suo costruttore – quasi certamente Lorenzo Ghiberti – si ispirò proprio alla Torre dei Venti di Atene poiché inserì in corrispondenza di ogni spigolo (e non quindi lungo ogni lato come nel caso della torre ateniese) il nome del vento che spirava da quella direzione.

A partire dal Rinascimento lo stile ottagonale entra come arte figurativa anche nelle residenze private. Ad Arezzo nella casa di Giorgio Vasari è presente un affresco ottagonale sul soffitto di una delle sue stanze, e rappresenta “Il Trionfo della Virtù” (1548). Molto più spettacolare e suggestivo è tuttavia quanto si può ammirare a Mantova a Palazzo Te, la residenza estiva dei Gonzaga. Nella “Sala di Psiche” si trovano ben sedici ottagoni, otto sul pavimento sotto forma di labirinti, e altri otto affrescati sul soffitto con scene relative al mito di Amore e Psiche. Questi vennero dipinti da Giulio Romano tra il 1526 e il 1528. I labirinti ottagonali sul pavimento vennero invece realizzati nel 1784 nel corso di un restauro da parte di Paolo Pozzo, che prese spunto dalla passione dei Gonzaga per i labirinti (presenti in altre stanze del medesimo Palazzo Te, come anche nel Palazzo Ducale di Mantova).

Già nel XVIII secolo tuttavia viene meno il collegamento tra la figura ottagonale e la sua simbologia astronomica e spirituale, e fino ai nostri giorni essa è stata adottata con intenti perlopiù estetici, come ad esempio, nel caso dei padiglioni in stile orientale, ad otto lati. Curiosamente tuttavia tra il 1939 e il ‘40, l’architetto Alziro Bergonzo costruisce a Bergamo una stazione di polizia stradale a forma di torre. Per il suo progetto prende ispirazione ancora una volta dalla Torre dei Venti di Atene, e adorna ognuno dei suoi lati con i simboli del ventennio fascista. Ma la versione bergamasca della Torre dei Venti non è ottagonale, bensì esagonale: una variazione che in definitiva fa venir meno ogni collegamento storico, artistico e simbolico.