Il Senato vota sul caso Salvini-Open Arms


AGI – Si dichiara “ottimista per natura nonostante domani il Senato decida sull’ennesimo processo”. Ma avverte già: “Vado in quell’Aula a testa alta e, se dovrò rispondere per il presunto reato di aver difeso il mio Paese, ci vado assolutamente tranquillo”. Ieri, alla vigilia del voto dell’Aula del Senato cui spetta l’ultima parola sulla richiesta di autorizzazione a procedere presentata dal Tribunale dei ministri di Palermo che lo accusa di sequestro di persona per aver bloccato lo sbarco dei migranti a bordo della Open Arms, l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini si mostra “tranquillo e sereno” perché convinto della forza delle “carte”. Tutti gli scenari restano aperti ma ormai nessuno nella Lega crede che possa avere i numeri per ‘salvarsi’ dal processo, ovvero ‘raccogliere’ i 160 voti delle maggioranza assoluta dell’Aula di Palazzo Madama necessari a confermare il ‘verdetto’ della giunta delle elezioni.

Grazie all’astensione dei senatori di Italia viva e al voto di un’ex M5s poi approdata nella Lega, a fine maggio la Giunta si pronunciò contro la richiesta di autorizzazione a procedere per il sequestro di persona di 164 migranti soccorsi nel Mediterraneo, il cui sbarco nel porto di Lampedusa fu bloccato da Salvini per 19 giorni. Stessa accusa per il quale, a inizio febbraio, il Senato diede il via libera al processo contro Salvini per un altro caso, quella della nave Gregoretti.

Perché sia confermato il ‘no’ al processo – come fu per la Diciotti, nel marzo del 2019, quando, ancora al governo, ebbe il sostegno del M5s – l’ex ministro dell’Interno deve, infatti, ‘raccogliere’ i voti della maggioranza assoluta dei senatori, ovvero 160, che confermino il parere della giunta. Anche nel caso in cui, per scelta garantista, Italia viva votasse con il centrodestra, al capo di via Bellerio mancherebbero ancora almeno sei voti, che potrebbe ‘pescare’ nel gruppo Misto, ma non è scontato che riesca a trovarli tutti, anzi potrebbe non riuscirci per un ‘soffio’.

A suo favore, del Misto, potrebbero votare i tre senatori di area centrodestra, Cambiamo e Idea, poi gli ex M5s Gianluigi Paragone e Mario Giarrusso, che già ha votato contro il processo in giunta. Dopodichè, non è assolutamente detto che Iv sia disposta a votare con il centrodestra (e in maniera difforme dal resto della maggioranza). Nella Lega nessuno è convinto del sostegno alla ‘causa’ di Salvini dei 18 senatori del partito di Matteo Renzi, che comunque si potrebbero astenere, come già avvenuto in giunta. In tal caso per il centrodestra – che da solo può contare su 136 voti – sarebbe davvero troppo lontano l’obiettivo di arrivare a quota 160 voti.

Iv non ha ancora sciolto la riserva. Il capogruppo al Senato, Davide Faraone, ieri in un’intervista ha detto: “Valuteremo nelle prossime ore come votare. Ma se anche dicessimo no al processo, non sarebbe uno strappo politico”. Faraone ha poi annunciato che la decisione sarà annunciata direttamente domani da Renzi, nel suo intervento in Aula. “Sono assolutamente tranquillo e sereno”, ha insistito oggi Salvini, parlando coi cronisti.

“Le carte parlano chiaro, non sono cambiate. Non devo fare alcun appello a nessuno. Mi aspetto che i senatori votino in base agli atti e con coscienza”, ha aggiunto, negando di aver avuto contatti con esponenti di altri partiti. “I 5 stelle dovranno decidere se è stata una scelta del governo, sulla quale erano d’accordo, come è scritto nero su bianco, o se vogliono andare avanti con un processo politico”, ha poi sottolineato. 

Intanto proseguono senza sosta gli sbarchi. In decine scappano dal centro di accoglienza di Siculiana, ad Agrigento. In quaranta arrivati autonomamente nel Ragusano. Oggi 160 in trasferimento da Lampedusa a Pozzallo.

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Fonte: politica agi