Il 'selvaggio West' delle criptovalute finirà presto? 


l selvaggio West delle criptovalute ha vita breve. L’avvertimento, che per alcuni suona come una minaccia, arriva dal presidente della Securities and Exchange Commission, Gary Gensler, che si scaglia ancora una volta contro Bitcoin e le altre monete digitali. Gensler ha paragonato l’attuale mondo delle cripto alla “Wildcat Banking Era”, l’era bancaria selvaggia che tra il 1837 e il 1863 in cui le banche vivevano e operavano indisturbate, senza controllo federale, emettendo le proprie valute, rifiutando talvolta di convertire la valuta emessa in oro e argento.

Quante sono e quanto valgono le criptovalute

Le criptovalute secondo l’osservatorio di Coinmarketcap.com, tra le bussole più autorevoli nel mondo della finanza decentralizzata, ad oggi sono 6.749 per una hanno una capitalizzazione complessiva di 1.865 miliardi di dollari. La più popolare di tutte è Bitcoin, che nel 2009 ha dato il via al fenonemo delle valute digitali.

La cripto in 11 anni è passata da zero a un picco di 62 mila dollari registrato lo scorso aprile, prima di scivolare agli attuali 42 mila dollari. Da sola ha una capitalizzazione di circa 800 miliardi di dollari, il 42% dell’intero mondo delle cripto. Per valore di mercato è seguita da Ethereum, nata due anni dopo e che oggi vale 2.920 dollari per una capitalizzazione di 343 miliardi.

Dietro queste, le più popolari, c’è una giungla di criptovalute, alcune nate per puro gioco, ma che in molti casi hanno consentito notevoli guadagni a chi ne ha individuato un potenziale di crescita. È il caso di Dogecoin, una moneta che non ha nulla di particolare ma ha avuto endorsement come quello di Elon Musk. Il motivo? Nessuno in particolare, se non l’icona della cripto, che è un simpatico Shiba Inu, un cane molto popolare in Internet e spesso usato come meme.

Il selvaggio West

Ma la lista delle cripto attualmente create e scambiate è lunghissima. Se la si scorre dal basso, cioè dalle ultime create, si leggono nomi come Comodo coin, Baby Fantom, Demeter, Phat Doge Giving, Halo: tutte nate da pochissime ore o giorni, e tutte con un valore vicino allo zero. Cosi’ come Bitcoin nei suoi primi anni di vita. Tutte sono monete di scambio in Internet: per acquistare beni, dove consentito, oppure per acquistare altre cripto, crearsi un proprio portafogli investimenti in valute digitali. E tutte sono sostanzialmente fuori da qualsiasi controllo.

Da qui l’irritazione della Sec: “Non credo che ci sara’ una disponibilità a lungo termine per cinque o seimila forme private di denaro”, ha detto Gensler durante un evento privato del Washington Post. “Quindi nel frattempo dobbiamo pensare a un sistema di protezione degli investitori. Gensler ha cominciato il suo mandato ad aprile. All’inizio Gensler sembrava avere una posizione di apertura nei confronti delle criptovalute. Poi però una serie di dichiarazioni hanno fatto capire che la sua posizione era tutt’altro che benevola verso il mondo delle monete digitali.

L’attacco alle stablecoin

Al Post ha attaccato anche le stablecoin, un tipo di criptovaluta legata a un paniere di valute reali, quindi meno soggetta a forti oscillazioni. Sembravano la via di mezzo tra monete Fiat e cripto, un compromesso per non fermare questo tipo di innovazione e farla rientrare in dinamiche più controllate del mercato delle valute.

Ma il giudizio di Gensler è stato altrettanto duro: “C’è troppa confusione in questo settore. Gli stablecoin sono come fiche su un tavolo da casinò. Ho visto un’insensata corsa all’oro durante il periodo precedente la crisi finanziaria del 2008, vedo delle analogie con le criptovalute e questo mondo della finanza decentralizzata”, ha aggiunto il presidente della Sec. 

@arcamasilum

Source: agi