Il ruolo dei giochi da tavolo nella lotta al cambiamento climatico


L’Europa sta piantando alberi per compensare le proprie emissioni, ma viene rapidamente colpita da incendi distruttivi. Gli Stati Uniti stanno investendo in operazioni minerarie all’estero per liberarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili, ma nutrono timori sulla possibilità di commerciare con un governo corrotto. Nel frattempo, una coalizione di Paesi del Sud globale deve decidere se accettare finanziamenti per la ricostruzione dalla Cina o dagli Stati Uniti. Queste non sono le conversazioni di un altro vertice globale di alto profilo, ma gli scenari immaginati dal gioco da tavolo Daybreak in cui quattro giocatori ‒ Stati Uniti, Cina, Europa e il “Mondo della Maggioranza”, che comprende il Sud del mondo ‒ cooperano per raggiungere l’obiettivo emissioni zero prima di raggiungere i 2 gradi di riscaldamento.

Secondo il gruppo di ricerca di mercato Euromonitor International, i giochi da tavolo e i rompicapo rappresentano un’industria da 11 miliardi di dollari, che è cresciuta del 20% tra il 2019 e il 2021: un boom alimentato in parte dalla noia legata alle pandemie e dalla stanchezza digitale. Nel mondo dei giochi da tavolo, la maggior parte dei titoli prevede vittorie totali sugli avversari in competizioni a somma zero. Nel nuovo genere di giochi a tema climatico invece, creatori come Matt Leacock fanno della collaborazione la chiave del successo. Leacock, che ha progettato anche il gioco di successo Pandemic, dice che lui e il collega Matteo Menapace hanno inizialmente basato Daybreak su un modello di ciclo delle emissioni atmosferiche. «Ci siamo resi conto che il gioco avrebbe dovuto rappresentare la sofferenza umana e le perdite causate dalla crisi climatica e che la sfida non era semplicemente una guerra al carbonio», afferma il co-creatore Matt Leacock. Si tratta di un modo nuovo di sensibilizzare rispetto al tema della lotta al cambiamento climatico: «C’è un crescente desiderio da parte dell’opinione pubblica di confrontarsi con il cambiamento climatico in modo tangibile», afferma il game designer e professore Matt Parker. «Spesso le persone non vogliono affrontare il cambiamento climatico o si sentono impotenti di fronte alla sua complessità».

Nel 2020, Wingspan, in cui i giocatori sviluppano habitat biodiversi per gli uccelli, è stato nominato miglior gioco di strategia dagli American Tabletop Awards. Il gioco è stato recensito dalla rivista scientifica Nature, oltre che da pubblicazioni di gioco più tradizionali, e ha venduto oltre 750.000 set nel suo primo anno. L’anno scorso, Cascadia, in cui i giocatori competono per creare «l’ecosistema più armonioso» del Pacifico nord-occidentale, ha vinto il prestigioso premio Spiel des Jahres e il miglior concorso di strategia degli American Tabletop Awards. Altri titoli recenti su temi affini sono Kyoto, in cui i giocatori si calano nei panni dei negoziatori sul clima; Renature, in cui l’obiettivo è quello di risanare una valle inquinata; e Tipping Point, in cui i partecipanti costruiscono città che devono adattarsi al riscaldamento globale.

 

La ricerca dimostra che questi giochi fanno molto più che intrattenere. Secondo uno studio del 2018 pubblicato su Climactic Change, i giochi di simulazione possono facilitare in modo considerevole l’apprendimento dei temi della politica climatica internazionale. Gli autori hanno scoperto che giocare a un singolo round del gioco sul clima Keep Cool ha aumentato il senso di responsabilità dei partecipanti verso l’ambiente e la fiducia nella cooperazione climatica.

Uno studio del 2020 pubblicato sulla rivista Simulation & Gaming, giunge a conclusioni simili.

1) I giochi di simulazione consentono un impegno attivo e quindi promuovono l’apprendimento esperienziale. 2) I giochi di simulazione offrono un ambiente di apprendimento sicuro per testare decisioni diverse e sperimentare le dinamiche dei sistemi geofisici, economici e politici che ne derivano. 3) I giochi di simulazione possono rendere i giocatori consapevoli della mancata corrispondenza tra i loro modelli mentali e le dinamiche dei sistemi complessi. 4) I giochi di simulazione rendono la scienza più facilmente accessibile e offrono un linguaggio comune a un pubblico eterogeneo. Possono fungere da oggetto di confine tra la scienza e i decisori politici, rendendo valutabile e tangibile l’analisi scientifica della politica climatica internazionale. Inoltre, un’esperienza di gioco condivisa fornisce basi comuni e scientificamente solide per avviare discussioni tra diversi stakeholder come ricercatori, studenti, responsabili politici, il pubblico in generale e altri attori che si occupano di questioni di sviluppo sostenibile.

Sebbene molti di questi giochi, come Daybreak, immaginino scenari climatici futuri, alcuni guardano indietro nel tempo ed esplorano le ingiustizie del passato. È il caso di Rising Waters, pubblicato in ottobre dalla Central Michigan University Press, che descrive la grande alluvione del Mississippi del 1927, che causò centinaia di vittime e circa 700.000 sfollati. I giocatori cooperano per salvare le loro famiglie dalle inondazioni e dalla violenza dei vigilanti bianchi. Elizabeth (Scout) Blum, docente di storia ambientale alla Troy University in Alabama, ha creato Rising Waters insieme a un team di collaboratori e consulenti storici, di gioco e artistici. «Ci si trova di fronte a domande che fanno riflettere. Al punto che, nel progettare le situazioni, abbiamo pensato a come non essere insensibili o provocare le persone, pur includendo temi davvero importanti», dice Blum, sottolineando che il gioco ha toccato argomenti difficili come l’insicurezza alimentare, a cui spesso le persone preferirebbero non pensare, non diversamente dal cambiamento climatico. «La speranza è che il gioco possa insegnare l’empatia e la comprensione o suscitare indignazione e domande». Secondo Blum, i giochi possono offrire agli studenti e al pubblico in generale lo spazio per esplorare questioni impegnative. Sono anche strumenti decisionali fondamentali utilizzati ai più alti livelli di potere. Ed McGrady, ingegnere chimico di formazione, ha condotto giochi di guerra per diversi enti governativi, tra cui la Casa Bianca. Membro aggiunto del Center for a New American Security (CNAS), McGrady sostiene che i giochi possono aiutare i giocatori ad anticipare i conflitti e le emergenze future e a pianificare di conseguenza. «L’interazione competitiva con un essere umano in carne e ossa ti spinge a preoccuparti e a pensare in modo creativo al problema in questione più di quanto possa fare qualsiasi tipo di relazione, dispositivo di apprendimento o meccanismo di briefing», afferma McGrady.

Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Parigi del 2015, McGrady ha organizzato un gioco per esaminare l’impatto del clima sulla sicurezza globale. I giocatori hanno scoperto che il surriscaldamento delle temperature avrebbe innescato flussi migratori verso l’Europa e gli Stati Uniti, portando al malcontento popolare e ad una crescita dei governi e movimenti di estrema destra. All’epoca, McGrady ha dichiarato che lui e altri esperti erano sorpresi dagli esiti di vasta portata del gioco. Ma negli anni successivi, con la progressiva ascesa mondiale di leader sempre più autoritari e di estrema destra, il gioco si è rivelato particolarmente lungimirante.

Fonte: Trecani