L’Istruzione Agraria è una realtà vitale e dinamica che si lega a settori d’eccellenza
come quelli dei prodotti tipici e di qualità, del made in Italy, delle biotecnologie, della
difesa e della tutela dell’ambiente, del “verde” e della qualità della vita
di Ettore Minniti
L’agricoltura e l’ambiente rurale sono il tesoro del nostro territorio e delle future generazioni che intendono vivere ed investire nell’agricoltura e nel territorio rurale.
Non solo l’agricoltura, ma anche il settore dell’agroalimentare svolge un ruolo importante nel campo della sicurezza alimentare e della salute dei cittadini. All’azienda agricola, infatti, è richiesta una sempre maggiore multifunzionalità: dalle produzioni di qualità all’agriturismo, alla produzione di energia rinnovabile, ed è quindi sempre più forte la necessità di poter disporre di tecnici preparati e specializzati.
L’Istruzione Agraria è una realtà vitale e dinamica che si lega a settori d’eccellenza, come quelli dei prodotti tipici e di qualità, del made in Italy, delle biotecnologie, della difesa e della tutela dell’ambiente, del “verde” e della qualità della vita.
Ogni scuola agraria è specializzata nelle realtà produttive che maggiormente incidono sull’assetto economico del proprio territorio, collegandosi spesso con le università e il mondo della ricerca, diventando punto di riferimento all’interno di un mondo agricolo poliedrico e ricco di settori (viticoltura, forestazione, agroindustriale, agroambientale, vivaismo ornamentale, floricoltura, agriturismo, zootecnia, ecc.). Non secondarie sono anche le dotazioni strutturali degli istituti, come laboratori ed aziende agrarie, che producono e sperimentano “in campo”.
Le complesse esigenze dell’agricoltura italiana ed europea e la varietà e specializzazione del mondo agrario richiedono una figura tecnico-professionale che coniughi una solida preparazione tecnico-scientifica non disgiunta dalle capacità pratico-operative. Anche nell’ipotesi di due percorsi distinti fra Istruzione Tecnica e Professionale, al fine di conseguire gli obiettivi sopra evidenziati, è fondamentale la costituzione di poli formativi del settore comprendenti i due indirizzi nelle attuali sedi degli Istituti Tecnici e Professionali agrari. Tali poli devono diventare enti di riferimento anche per gli Istituti tecnici superiori, rappresentare un forte collegamento con il territorio ed il mondo economico-produttivo e con il sistema della formazione professionale regionale. Si ritiene utile, nella costituzione dei poli “agrari” il diretto coinvolgimento del ministero delle Politiche Agricole e Forestali e degli assessorati regionali competenti.
La professoressa Mariella Pepi, docente da 35 anni in un Istituto agrario del sud Italia, afferma che: “Ai miei alunni ricordo sempre che per fare oggi la professione di tecnico agrario ma anche la bellissima professione dell’imprenditore agricolo, necessitano conoscenze e competenze che soltanto una formazione tecnica può dare”.
Gli istituti agrari stanno cambiando e si stanno adeguando gli insegnamenti verso tale direzione fornendo agli studenti momenti di formazione (stage in Italia e all’estero e confronti con il mondo agricolo imprenditoriale) che vanno verso la formazione di operatori agricoli consapevoli delle ricchezze del proprio territorio ed in grado di valorizzarli.
Su queste basi molti istituti hanno costituito ITA SENZA FRONTIERA per condividere esperienze, processi formativi, per analizzare le problematiche e le prospettive del settore.
“Le attività culturali e i convegni che la scuola promuove” – prosegue la professoressa Pepi – “possono diventare lo strumento per il rilancio degli Istituti Agrari ma anche del territorio agricolo e rurale. Con la nuova politica agraria l’imprenditore si trova di fronte nuove sfide e nuove prospettive con cui deve imparare a relazionarsi. Il ruolo dell’agricoltore non è più limitato alla produzione, occorre che impari nuove professioni garantendo nuovi servizi. È a questo scopo che l’Istituto Tecnico Agrario si fa promotore azioni di coordinamento e di animazione finalizzati alla conservazione e allo sviluppo del patrimonio culturale, paesaggistico e sociale dei territori rurali con le modalità del Turismo Relazionale Integrato”.
Se c’è l’impegno di tutti gli “attori”, aziende, agronomi, università, enti locali e scuola certi obiettivi possono diventare realtà: passare da azienda a impresa con un occhio alla tradizione e uno all’innovazione per un maggior reddito senza compromettere l’ambiente, quindi: specializzazione, innovazione e investimenti, con una scuola che indirizzi verso questi obiettivi.