Il risveglio delle Gallerie degli Uffizi dal lockdown incomincia dal Giardino di Boboli. Oggi, dopo due mesi e mezzo, il giardino mediceo (parte del complesso museale insieme all’adiacente Palazzo Pitti e alla Galleria delle Statue e delle Pitture) ha finalmente riaperto di nuovo i suoi cancelli al pubblico.
I visitatori hanno così potuto tornare ad ammirare le meraviglie paesaggistiche e architettoniche di uno dei più antichi e splendidi esempi di giardino “all’italiana”, che accoglie, tra i suoi viottoli immersi nel verde, una vasta collezione di piante e fiori rari ed oltre 300 sculture risalenti all’età classica, al Rinascimento e al Barocco.
A Boboli vigono tutte le norme nazionali e regionali contro la diffusione del coronavirus. È dunque vietato l’ingresso a persone con temperatura corporea oltre 37,5 gradi (viene misurata con termoscanner agli ingressi); è obbligatorio indossare la mascherina durante tutta la permanenza; è necessario mantenere una distanza interpersonale di almeno 1,80 m; sono proibiti gli assembramenti; i gruppi non possono essere formati da più di 10 persone; le guide turistiche devono sempre utilizzare il sistema whisper (microfono e auricolari).
A tutela del rispetto di queste regole la Grotta del Buontalenti e il Museo delle Porcellane rimarranno chiusi. Immutati gli orari e i giorni di apertura del giardino, che sarà accessibile come sempre sia attraverso l’ingresso di Palazzo Pitti, sia attraverso la porta di Annalena, tutti i giorni della settimana, ovvero dal lunedì alla domenica (ad eccezione del primo e l’ultimo lunedì del mese) dalle ore 8,45 alle 18,15 (ultimo ingresso alle ore 17,15).
Unica limitazione varrà per l’area della Botanica Superiore che, con le sue meravigliose piante acquatiche, resterà aperta ogni mattina da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13.
“Aprire Boboli, il cuore verde di Firenze, alla fine della fase più critica e buia dell’emergenza, è un segnale di rinascita molto potente, un augurio per tutti noi – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – Seguiranno gradualmente, come suggerito dal Comitato tecnico-scientifico del Governo, i musei di Palazzo Pitti e gli Uffizi. Intanto godiamoci il giardino: invito tutti i visitatori ad ammirarlo non solo per i suoi tesori botanici ma anche come uno splendido museo a cielo aperto, con il suo patrimonio inestimabile di sculture antiche, rinascimentali e barocche disseminate ovunque.”
Durante l’ultimo anno (periodo di lockdown incluso) i lavori per rendere Boboli ancora più bello e godibile non si sono mai fermati. Moltissimi gli interventi effettuati, oltre alle operazioni di cura e tutela del verde (solo per quest’ultimo aspetto sono stati investiti circa un milione di euro).
Tante le sostituzioni e i restauri delle panchine: oltre alle 46 già realizzate tra 2018 e 2019, se ne sono aggiunte altre 16, mentre 17 sono state rimesse a nuovo. Complessivamente adesso nel parco sono installate circa 130 panchine.
È stato poi restaurato e consolidato il portale di accesso al giardino dal piazzale della Calza. Sistemata anche la zona verde retrostante la Kaffeehaus.
E proprio in questa primavera ne sono iniziati o stanno per iniziare di nuovi, incluso il ripristino del funzionamento della Fontana delle Scimmie che potrà così tornare a zampillare, il consolidamento delle colonne della Vasca dell’Isola, il restauro del portale di Zanobi del Rosso che conduce al giardino del Cavaliere, avviato proprio nelle scorse settimane.
“La vita del Giardino è in continua evoluzione e richiede una cura che non si può fermare – commenta la curatrice del Giardino di Boboli Bianca Maria Landi – sono grata al personale che anche nei momenti di maggiore criticità, nel rispetto delle precauzioni di sicurezza, non ha fatto mancare la propria presenza e contributo.
La quiete di questi mesi si è espressa in realtà con una primavera rigogliosissima e ha dato respiro al Giardino, in cui proseguono lavori e restauri per cercare di rendere onore al valore che incarna ed alla bellezza che esprime”.
Boboli, parco storico tra i più celebri al mondo, si estende alle spalle dell’edificio granducale di Palazzo Pitti per circa 45.000 metri quadrati. I Medici per primi ne curarono la sistemazione, creando un nuovo modello di giardino, detto “all’italiana”, caratterizzato da vialetti delimitati da siepi, strutture scenografiche, fontane, sculture, rapidamente imitato ed esportato in molte corti europee.
La vasta superficie verde costituisce un vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche, rinascimentali e barocche – con qualche esemplare del Novecento – disseminato di fontane spettacolari come quella del Nettuno e dell’Oceano, e con meravigliose grotte artificiali, prima fra tutte quella celeberrima realizzata da Bernardo Buontalenti.
Le successive dinastie Lorena e Savoia ne arricchirono ulteriormente l’assetto del giardino, ampliando i confini che costeggiano le antiche mura cittadine fino a Porta Romana. Di notevole suggestione visiva è la zona a terrazzamenti ove si trova il padiglione del Kaffeehaus, raro esempio di architettura rococò in Toscana, e il grande viale su cui si affaccia la Limonaia, costruita da Zanobi del Rosso fra il 1777 e il 1778.
La visita a Boboli completa quella alla Reggia di Pitti, di cui è parte integrante, e consente di cogliere pienamente lo spirito della vita di corte ai tempi dei Granduchi.
Vedi: Il risveglio delle Gallerie degli Uffizi comincia dal giardino di Boboli
Fonte: cronaca agi