Il risiko di Trump e il ballo del Cremlino


AGI – Il Cremlino festeggia, la Nato non troppo. Qualcuno parla di ‘vendetta’ contro la cancelliera Angela Merkel, altri di pura propaganda elettorale, considerando il tempismo, a meno di cento giorni dall’Election Day. Quello che è certo è che il Pentagono inizierà ad eseguire l’ordine di Donald Trump di ritirare quasi 12 mila soldati americani dalla Germania: 6.400 torneranno a casa e gli altri saranno ridistribuiti in Europa, anche in Italia oltre che in Polonia e negli Stati baltici. Sebbene molto inferiore rispetto ai numeri della Guerra fredda, quando il paese arrivò ad ospitare più di 200 mila unità americane, la presenza militare statunitense in terra tedesca, circa 36 mila truppe, era stata fino a questo momento la più imponente dopo quella in Giappone. Vi resteranno 24 mila uomini.

Il contingente Usa si concentra soprattutto nel quadrante occupato dagli americani durante la Seconda guerra mondiale e presidiato negli anni successivi: i land della Baviera e dell’Assia e la parte orientale dell’odierno Baden-Wurttemberg. Proprio a Stoccarda si trova il quartier generale dello U.S. European Command (Eucom), il comando militare degli States incaricato di coordinare le operazioni in Europa, Russia, Groenlandia e Israele. “Non vogliamo più essere dei fessi” proclama Trump, che accusa Merkel di non rispettare gli impegni sulle spese per la Difesa pari al 2% del Pil.

“Sono là per proteggere l’Europa, sono là per proteggere la Germania e la Germania non paga. Per questo motivo riduciamo le forze. Perchè non pagano i loro conti. Sono inadempienti”, attacca il comandante in capo che aveva anticipato la mossa lo scorso giugno, all’indomani di una telefonata bollente con la cancelliera, che gli ha rifilato due sonori “nein”: sulla riammissione di Mosca nel G7 e sull’organizzazione del vertice dei Sette Grandi in presenza a Camp David nel bel mezzo della pandemia. Uno smacco per Trump, che puntava sul summit per dimostrare al mondo come gli Stati Uniti fossero un luogo sicuro

Ufficialmente, la strategia dietro il ritiro delle truppe statunitensi in Germania, illustrata dal capo del Pentagono Mark Esper, è quella di migliorare la forza della Nato come deterrente rispetto a possibili aggressioni della Russia e di rafforzare l’alleanza con l’Europa. Peccato che la decisione sia stata presa senza consultare Berlino, gli altri alleati o i vertici militari americani. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, getta acqua sul fuoco delle polemiche: “L’annuncio sottolinea l’impegno continuo degli Stati Uniti verso la Nato e la sicurezza europee. Gli Usa si sono consultati da vicino con tutti gli alleati”.

Come nuovo ambasciatore in Germania, Trump ha appena nominato Douglas McGregor, ex colonnello ed opinionista di Fox News, notoriamente critico sull’impegno dei militari statunitensi all’estero. In linea con la politica isolazionista di Trump, che pure incontra la resistenza di ampi settori del Pentagono, il disimpegno in Sira, l’ipotesi di ritirare i militari americani dalla Corea del Sud – per la gioia di un altro dittatore, Kim Jong-un – e l’abbandono dell’Afghanistan anche a costo di minare i negoziati di pace del governo di Kabul con in Talebani.

Putin non può che esultare per le crescenti divisioni in seno alla Nato mentre la gioia di Varsavia per il ricollocamento delle truppe americane, come ricompensa per la fedeltà al presidente americano del suo governo nazionalista conservatore, potrebbe essere prematura. Dal punto di vista della potenza di fuoco, si tratta di una presenza insignificante, con personale militare ma non da combattimento. E il trasferimento in Polonia delle truppe americane potrebbe rappresentare una provocazione per la Russia. Negli Stati dell’ex blocco, il sentimento di russofobia è ancora molto forte, come lo spettro di un’invasione Russa. Da almeno due anni Varsavia invoca l’apertura di una base Nato sul proprio territorio e per corteggiare il presidente americano i funzionari polacchi hanno proposto per questa struttura la denominazione di “Fort Trump”.

I due alleati hanno firmato un’intesa militare ed è stata ventilata la possibilità che la Polonia possa accogliere le testate nucleari che la Germania sembra voler dismettere. Trump, sotto pressione per il calo nei sondaggi rispetto allo sfidante democratico Joe Biden, ha promesso di riportare “in America” milioni di dollari spesi per la Nato ed anche se non funziona proprio cosi’ (perchè ogni Stato membro paga per le proprie truppe) certamente può dare l’impressione, alla pancia del paese, di guidare le danze. Ritirare le truppe dalla Germania richiederà tempo e molto denaro. Se perdesse le elezioni, l’ordine verrebbe annullato, se Trump vincesse, sarebbe – mentre cresce la potenza dell’alleanza tra la Cina e la Russia – un’altra picconata ai pilastri dell’Occidente.(AGI) Ril

Vedi: Il risiko di Trump e il ballo del Cremlino
Fonte: estero agi